Ten.

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"Hai abbandonato tua figlia?!"

Chiese indignato.

Gli occhi di Alessandra pizzicavano, quella sua domanda le aveva fatto male.

Quel suo tono disgustato e quei suoi occhi che la giudicavano l'avevano ferita veramente.

"Credi che tu avresti fatto diversamente? Lo faresti tutt'ora!"

Sputò arrabbiata.

"Non è la stessa cosa!"

Rispose stizzito.

"Simò è ok, non ha più importanza"

Si mise in mezzo il biondo che stava assistendo alla scena.

Gli posò una mano sulla spalla tentando di calmarlo.

Era incomprensibile come quella situazione avesse toccato Simone.

"Hai ragione ok? Mi dispiace, mi dispiace perché sono stata egoista ed insensibile, avevo 16 anni ed ero terrorizzata. Lo scandalo poi avrebbe potuto distruggere la sua carriera e non volevo che accadesse niente del genere, ma non fingerò di averlo fatto per lui. Non ero pronta e sono scappata dalle mie responsabilità"

Le lacrime minacciavano di cadere ma non avrebbe pianto, non difronte a Simone.

"Hai ragione. Sei un egoista"

Sentenziò voltandosi per andarsene.

Quelle parole furono il culmine, la goccia che fece traboccare il vaso.

Alessandra si accasciò a terra e prontamente due braccia familiari la avvolsero.

Le braccia di Ciro.

~

Simone se n'era andato arrabbiato e verso una meta indefinita.

Il suo compagno di squadra però non ci aveva messo molto a raggiungerlo.

"Che cazzo fai? Perché l'hai aggredita così?"

Lo spintonò infuriato lo spagnolo.

"Fatti i cazzi tuoi Álvaro"

Si ricompose aggiustandosi la felpa.

"Fatti i cazzi tuoi un cazzo, l'hai aggredita per qualcosa che nemmeno ti riguarda"

Gli urlò contro arrabbiato.

"Perché a te sembra normale abbandonare una bambina eh?"

Chiese iniziando un faccia a faccia con il compagno.

"Non l'ha abbandonata in un cassonetto, l'ha lasciata tra le braccia di una persona che l'avrebbe amata e cresciuta; perché ti importa così tanto?"

Lo contradisse serio.

Simone ignoró la sua domanda, era veramente pronto per dire finalmente la verità a qualcuno che non fosse il suo migliore amico?

"Parlami cazzo!"

Esclamò arrabbiato il ragazzo iberico.

"Quando avevo 19 anni..."

L'attaccante lucano iniziò sospirando.

"Scoprì che la mia ragazza di allora aspettava un bambino, non credevo fosse mio e la lasciai senza dire a nessuno il perché. Non dissi nulla nemmeno a mia madre, sapevo che non sarebbe stata d'accordo e avrebbe avuto ragione. Tre settimane dopo mi arrivò una chiamata dal padre di quella ragazza, si era tolta la vita uccidendo così anche il bambino che portava in grembo. I familiari non vollero dire nulla a proposito della sua gravidanza, avevano paura dei giudizi della gente, ma io lo sapevo, sapevo perché l'aveva fatto ed era esclusivamente colpa mia"

Abbassò lo sguardo mentre i sensi di colpa e la vergogna lo avvolgevano.

"Tu non sei arrabbiato con lei, sei arrabbiato con te stesso"

~

Nell'auto dominava il silenzio.

Un silenzio assordante.

"Perché non mi odi?"

Chiese improvvisamente la castana voltandosi a fissare il profilo del biondo.

Ciro accennò un sorriso.

"Ci ho provato. Dio quanto ci ho provato ad odiati"

Sorrise amaro continuando a fissare la strada.

"Ma era colpa mia, io ti avevo messo in quella condizione e poi più tardi ho capito perché non sono mai riuscito ad odiarti veramente"

Finse un sorriso e strinse le mani al volante causando lo sbiancamento della pelle sulle nocche.

Alessandra chiuse gli occhi e ingoiò la saliva rumorosamente.

"E la conclusione qual'è stata?"

Sospirò profondamente aprendo gli occhi.

"Che ho sempre provato qualcosa di non ricambiato"

Sorrise amaro voltandosi a cercare lo sguardo della giovane.

"Ciro io..."

Iniziò mente sentiva gli occhi inumidirsi.

"È ok"

La interruppe.

"Tu avevi solo 16 anni, volevi vivere la tua vita da adolescente e avevi ragione"

Tentò di rasserenarla mentre parcheggiava l'auto difronte a casa sua.

Alessandra sospirò mandando un messaggio al suo amico spagnolo per avvisarlo, non voleva farlo preoccupare ancora una volta.

Scesero entrambi dall'auto e la più giovane si fermò appoggiata allo sportello.

"Ciro?"

Lo chiamò e si morse il labbro inferiore dopo aver incontrato i suoi occhi blu che alla luce gialla del lampione avevano assunto un colore azzurro tendente al verde.

"E ora?"

Domandò afferrandogli il braccio.

"Ora cosa?"

Si avvicinò l'attaccante granata sospirando.

"Ora cosa provi?"

Spiegò guardandolo fisso negli occhi.

Il cuore le accellerò notevolmente quando avvertì lo sguardo di Ciro cadere sulle sue labbra.

Le posò le mani sulle guance accarezzandole e sospirando.

"Quello che non ho mai smesso di provare"

Rispose avvicinandosi sempre di più alle labbra della castana fino a sfiorargliele.

Quelle labbra che per lungo tempo aveva assaporato e per altrettanto tempo aveva desiderato senza però poterle avere.

E mentre la sua mente gli diceva di allontanarsi, il suo cuore e quelle mani che lo tiravano per il giubbotto volevano che approfondisse quel bacio.

E lo fece.

Diede retta al cuore.

~

Non picchiatemi:)

Probabilmente è scritto totalmente a merda ma mi premeva aggiornare so ecco qua il capitolo.

Hasta luegoo.

defiance ; simone zaza [sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora