He was all my pain

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Attenzione! Vorrei che leggeste questo prima di iniziare! Non è specificata la data in cui si svolge la storia, ma non è il 23 marzo 2013, le età dei membri non coincidono con la realtà. Frank ha 22 anni, Gerard 26, Mikey 23 e Ray 26. I MyChem sono durati 6 anni, non 12 come nella realtà. Ciò che è scritto in questa storia non è accaduto davvero, i ragazzi non hanno agito nel modo descritto, lo scioglimento non si è svolto in questo modo. Tutto ciò è frutto della mia immaginazione, i caratteri dei personaggi sono inventati e ogni riferimento è puramente casuale. Non voglio influenzarvi o farvi pensare che sia andata in questo modo perché niente di tutto ciò che ho scritto è accaduto. Non voglio infangare l'immagine dei My Chemical Romance.




Strinsi gli occhi e presi un respiro profondo. Inalai l'aria fino a quando necessitai di buttarla fuori. Avrei voluto andarmene e non dare mie notizie fino al mattino seguente, ma dovevo assumermi le responsabilità. Ero il leader della band. Dovevo farlo. Abbassai la maniglia ed entrai nella stanza, sorridendo. Non volevo sorridere. Frank si voltò verso di me, incuriosito a causa del rumore della porta. Anche lui sorrise. Il cuore mi fece male.
-Ciao.- dissi. Mi sedetti sul divano nero, incrociai le gambe e respirai di nuovo. Ray aveva gli occhi bassi, giocava con il collo di una bottiglia di birra. Passava il dito sul vetro scuro, movimenti circolari e dannatamente lenti. Distolsi lo sguardo per incontrare quello di Frank. Sorrideva. Ancora. Avrei dovuto continuare a fissare le dita di Ray.
-Ehi, Gerard.- bisbigliò Mikey. Annuii a mio fratello, non aprendo bocca. Non avevo voglia di parlare. Ero intenzionato a dire solo ciò che mi ero prefissato di fare. Nient'altro.
-Allora...- mi morsi il labbro. Non sapevo se ci sarei riuscito. -come state?- chiesi.
-Alla grande!- urlò Frank. Prese tra le mani la chitarra, camminando verso il divano.
-Frank, aspetta. Devo parlarvi, puoi lasciarla?-
Il ragazzo mi fissò confuso. Aggrottò le sopracciglia e rimise lo strumento al suo posto.
-Devi parlarci?-
Annuii. Mi spostai i capelli da un lato, lasciai che la mia mano vagasse tra le ciocche scure. Non ce l'avrei fatta. Frank mi guardava con gli occhi di chi si aspetta qualcosa di grandioso. Ciò che gli dovevo dire non era grandioso. Abbassai lo sguardo. Non riuscivo a sostenere gli occhi speranzosi di Frank in questo momento.
-Non so come iniziare.- bisbigliai. -È difficile.-
Mi passai le dita sulle palpebre. Il nero che vedevo mi dava sicurezza, ma non coraggio.
-Gerard...- era la voce di Frank. Non mi mossi. Non potevo rischiare di incontrare il viso del ragazzo. Sarei sprofondato sotto terra. E così il mio cuore. Non potevo rischiare.
-Gerard, che succede?-
Ray e Mikey stavano in silenzio. Potevo sentire il fruscio dei polpastrelli del chitarrista sul vetro.
-Io ho pensato che...-
-Che?- mi incitò Frank.
Aprii gli occhi. Lui mi stava guardando. Percepii il mio cuore affondare di altri centimetri. Batteva così forte. Avevo paura, temevo la reazione del mio compagno.
Devi farlo, Gerard.
No, posso rimandare tutto. Non è urgente.
Lo è, avanti.
Fallo, Gerard, coraggio.
-Penso che i My Chemical Romance siano arrivati alla loro fine.-
Riuscii a sostenere lo sguardo di Frank. Anche quando diventò uno sguardo stupito, confuso, arrabbiato e disgustato. Mi fece male. Mi si strinse lo stomaco. Desiderai di strapparlo dal mio corpo, trattenni il respiro. Il dolore non si placò.
-Come?- ciò che disse Frank fu così flebile che quasi non lo sentii. -Perché, Gerard?- continuò con quel tono. Leggero, basso. Tagliente. -È uno scherzo?-
Scossi la testa. Frank aprì la bocca, ma non parlò. Sbatté le palpebre e fece vagare gli occhi tra me e Ray, Ray e Mikey, Mikey e me. Era incredulo, allibito.
-Sono serio. È la decisione definitiva.-
-Ma perché?- ancora quel tono. Mi stava tagliando i polmoni, adesso. L'intestino e lo stomaco si contorcevano, il cuore era ormai seppellito, e i polmoni avevano ferite profonde. Necessitavano aria, ma era inutile. Più respiravo, più l'ossigeno se ne andava, passando per i tagli e sfregando rudemente contro la mia pelle. Frank mi stava uccidendo. Ne era inconsapevole, non era colpa sua. Ma lo stava facendo. Mi uccideva costantemente.
-Perché non è più come prima.- mi sforzai di dire anche questo. Non era pianificato. Speravo che Frank accettasse la decisione senza fare domande. Senza contestare. Ma sapevo che non l'avrebbe fatto. Frank era così. Non accettava volentieri ciò che non gli piaceva.
-In che senso?- era affranto. Il suo viso, il tono di voce che stava usando erano distrutti e feriti. -Gerard... Perché lo stai facendo?-
Sospirai, stringendo gli occhi. Qualcosa mi stava schiacciando. Probabilmente era la terra che inghiottiva il mio cuore sepolto.
-Non rendere le cose più difficili. Ti prego, Frank. Accettalo e basta.- ero stanco. Non volevo più parlarne.
-Come puoi chiedermi di accettarlo?- non stava ancora urlando. Non aveva ancora perso il controllo. Immaginavo mancasse poco. Davvero poco. Avrebbe dato di matto, questo lo sapevo. Ray aveva smesso di giocare con la bottiglia. Lanciava occhiate veloci a Frank. Anche lui aveva il timore della reazione del compagno. Si aspettava la bomba che era Frank Iero. Però era una bomba strana. Poteva essere positiva e negativa. Poteva essere entrambi. Quando esplodeva mi disintegrava, radeva al suolo gran parte di ciò che lo circondava. Ma appena il boato era concluso, lontano dalle nostre orecchie e dal mio corpo inerme, lui mi riportava in vita. Di nuovo. Mi aiutava a rimettermi in piedi. A respirare. Come se non fosse stato lui ad uccidermi pochi istanti prima. Ma lui non se ne accorgeva. Mai.

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