Il mondo fatato.
Era da poco che ti trovavi lì, eri ancora una novellina, ma sin da quando eri piccola ti interessavano e ti affascinavano la magia e i mondi fantastici che venivano narrati nei libri per bambini. Però quei libri si sbagliavano, il mondo fantastico che loro descrivevano non era minimamente paragonabile a quello che tu stavi vedendo in questo stesso momento. Ripensasti a come eri arrivata in quel luogo, mentre il tramonto si rifletteva nei tuoi bellissimi occhi velati da lacrime.
Avevi solo otto anni quando vedesti per la prima volta una pixie. Era così carina, così piccola, così perfetta; forse era troppo perfetta. Ti avvicinasti a lei, incuriosita, e fu in quel momento che quell'esserino ti si scagliò contro. Iniziò a lasciarti tagli sulle gambe e sulle braccia, tagli superficiali, sarebbe stato una bazzecola curarli, mentre ti agitavi e urlavi. Tua mamma arrivò preoccupata e, vedendoti a terra, sconvolta e sanguinante, ti portò subito a casa per medicarti. Lei ti chiese più volte cose fosse successo, e tu provasti a spiegarle come ti fossi ridotta così; ma lei non ti ascoltò.
Con il passare degli anni il mondo fatato cominciava a farsi sempre più presente nella tua quotidianità. Iniziasti a vedere quelle creature in pubblico e la gente iniziò ad isolarti per il tuo comportamento che negli anni si era fatto via via sempre più paranoico. I tuoi genitori si separarono, sempre a causa del tuo atteggiamento; finisti da vari psichiatri e specialisti, ma quelli che ormai erano diventati i tuoi demoni non ti lasciavano un attimo di tregua.
Poi, a quindici anni prendesti una decisione: avresti posto una fine alla tua inutile vita. E, mentre stavi sistemando la corda con la quale si saresti impiccata, sentisti una voce. Una voce maschile, dolce e ipnotica. Ti diceva di seguirlo, di venire con lui; e tu, come una stolta, facesti quello che la voce ti sussurrava. Fu solo dopo, quando vedesti che era stato un elfo a parlare, che comprendesti il tuo errore. La creatura ti afferrò il polso e ti trascinò nel suo mondo.
Ti guardasti intorno confusa,e quello che vedesti fu l'esatto contrario di quello che ti aspettavi: davanti a te si estendeva per chilometri un bellissimo prato fiorito, con farfalle che volavano qua e là e fate che si rincorrevano.
Ti fermasti ad ammirare il paesaggio, incantata, ma l'elfo ti tirò verso di sè e schioccò le dita. Non ebbi neppure il tempo di sbattere le ciglia che l'ambiente attorno a te cambiò drasticamente. Eri in una caverna, o così sembrava, e intorno a te c'erano un sacco di ragazze e ragazzi della tua età. Erano tutti incatenati davanti ad una scrivania, con in mano una piuma d'oca e di fianco una boccetta di inchiostro. Alcuni avevano una accenno di orecchie a punta, qualcuno aveva il vestito che indossava squarciato sulla schiena per lasciare il posto a due ali bianche e nere.
L'elfo ti trascinò davanti ad uno di questi scrittoi e ti mise una catena sulle tue caviglie, chiudendo il lucchetto attorno a una gamba del tavolo su cui avresti presto iniziato a scrivere. - Ora inizia anche tu a narrare la tua vita, così che la pergamena possa assorbire i tuoi ricordi e tu possa ufficialmente entrare a far parte del mondo fatato.- Fece lui, mettendoti in mano una piuma e un rotolo di carta.
Le lacrime che fino a questo momento avevi trattenuto iniziarono a scorrere implacabili sulle tue guance. Alzasti lo sguardo e vedesti che sul soffitto c'era un buco da cui si intravedeva il cielo.
Quel pezzo di cielo, di tanti anni fa, era lo stesso che stavi guardando adesso, mentre le lacrime iniziavano a rigare il tuo volto. "La mia tortura finirà presto" pensavi ogni notte, prima di addormentarti, osservando il cielo stellato.
Ma adesso, smettila di tormentarti e vai dormire, domani ti aspetta un'altra lunga giornata, una giornata fatta di ricordi che verranno strappati via e inchiostro nero pece.
Ecco qua DaliaDavoli, il secondo tema. È venuto uno schifo, ma perlomeno l'ho pubblicato! ^.^"