Terzo tema

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Un fiocco di neve cadde sulla figura che stava immobile in mezzo alla strada.

Ne cadde un altro e, ben presto, iniziò a nevicare.

La figura si strinse nella giacca e si avviò verso casa sua. Quella persona era l'unico passante in quella fredda notte del ventiquattro dicembre. Tutti erano a festeggiare con la propria famiglia, ma per lei non sarebbe stato così; quel Natale lo avrebbe trascorso da sola, nella sua fredda casa. Nella casa che, fino a qualche mese prima, aveva ospitato anche qualcun'altro.

La figura arrivò a destinazione e aprì la porta, per poi chiuderla e togliersi il pesante cappotto e la sciarpa di lana, rivelando un corpo femminile. Chiunque avesse visto gli occhi di questa ragazza avrebbe capito subito che c'era qualcosa che non andava in lei: in quegli occhi dello stesso colore dell'ambra non c'era più quella scintilla di speranza che caratterizzava tutti gli esseri umani. Dentro a quegli occhi, arrossati dal troppo pianto c'era solo dolore.

La ragazza si slacciò le scarpe e si buttò a peso morto sul divano. Strinse al petto un cuscino a forma di cuore e iniziò a piangere, Le sue erano lacrime amare, cariche di sentimento e amore. Amore verso una persona che non avrebbe potuto ricambiarlo.

Le lacrime continuavano a scendere implacabili  e la ragazza era scossa dai singhiozzi. Dai singhiozzi passò a grida acute e poi, dopo mezz'ora, le urla si ridussero a gemiti strozzati.

La ragazza si alzò e si avvicinò al camino di fronte a lei. Poggiò le mani su una mensola che il suo fidanzato aveva fatto costruire e prese una lettera che era stata messa lì. Aprì la busta con le mani tremolanti e gli occhi si riempirono un'altra volta di lacrime mentre leggeva il testo della lettera.

" Mia dolce Laura, 

non ti abbattere per la mia assenza; tra qualche settimana sarò di nuovo con te e potremo festeggiare il Natale assieme, come una vera famiglia. 

Io e te, da soli,nella nostra nuova casa. Che ne pensi?

So che la tua famiglia ci vorrebbe presenti per il pranzo di Natale, e a me sta anche bene, però, mi prometti che il cenone natalizio lo passiamo assieme? Vorrei portarti in un ristorante bellissimo, dove servono dell'ottimo  pesce. 

Mi manchi, tesoro mio. Mi manca sentire la tua bellissima risata, la fantastica sensazione delle tue morbide labbra sulle mie e mi manca averti vicino a me.

Come avrai notato, non ti chiamo più molto spesso... Il motivo? Beh, non sentiresti niente se ti chiamassi dalla nave militare su cui mi trovo adesso; la ricezione è pessima.

Ma rallegrati: tra una settimana sarò di nuovo da te!

E preparati, perchè il mio regalo di Natale sarà il più bello che io ti possa mai fare...

Sei sempre nei miei pensieri, ricordalo.

Ti amo infinitamente, 

                                                                                                                                                                   il  Tuo Marco."

Laura richiuse cautamente la busta e i suoi occhi ricominciarono a lacrimare. In qual momento le tornò in mente il funerale di Marco, che si era svolto solo due giorni prima. Ricordò il dolore immenso quando le diedero la brutta notizia. "Il suo ragazzo è morto combattendo per la patria, signorina. Le nostre condoglianze." le avevano detto il generale e il colonnello della marina militare. "La notte scorsa dei caccia israeliti hanno attaccato una nave della marina nell'Oceano Pacifico. Gli aerei nemici sono stati abbattuti, ma gran parte dell'equipaggio della nave che è stata attaccata è morta." avevano riferito al telegiornale il giorno prima della veglia funebre. Ricordò la paura che aveva provato dopo aver sentito quel notiziario, la folle corsa che aveva compiuto per arrivare subito al porto della sua città, dove la nave del suo fidanzato sarebbe attraccata. Le tornarono in mente le ore passate alla ricerca del suo amore, fino a che non il comandante della nave non l'aveva chiamata e le aveva mostrato l'uomo a cui lei teneva di più, ricoperto quasi interamente da un lenzuolo bianco. Rivide il foro di proiettile che il cadavere del suo amato recava sul giubbotto, proprio all'altezza del cuore. Le sue urla, il suo disperato tentativo di svegliarlo, le sue mani fredde come il ghiaccio e i suoi bellissimi occhi verdi coperti dalla sue palpebre diventate ormai violacee. Tutto stava velocemente sfrecciando davanti ai suoi occhi gonfi e rossi... Chiuse le palpebre e si lasciò cadere sul tappeto, raccogliendosi in posizione fetale e sperando che quello fosse tutto un terribile incubo. 

Dong 

Dong

La campana del campanile suonò dodici rintocchi, segnando che era ufficialmente il 25 dicembre , il giorno di Natale.

La ragazza si tirò su molto lentamente e si avvicinò al suo albero di Natale, che lei e Marco avevano decorato con cura, e prese un piccolo pacchetto argentato, con un bigliettino che indicava che il destinatario del regalo era lei. Quel pacchetto era un altro ricordo triste, che le era stato consegnato alla veglia di addio del suo innamorato. Le avevano detto che Marco lo aveva mostrato ai suoi compagni di viaggio e aveva detto che lo averebbe consegnato alla sua dolce metà appena tornato a casa.

Laura scartò il pacchetto tremolante e, quando, tolta la carta che lo rivestiva, aprì la scatolina al suo interno, scoppiò in lacrime. Dentro quella scatolina c'era un anello di brillanti e, vicino ad esso, c'era un foglio con scritto con un'elegante calligrafia le seguenti parole" Vuoi sposarmi?" .

Due parole.

Una semplice proposta che non si sarebbe mai più potuta avverare.

Lacrime calde rigavano il viso di lei, mentre stringeva a sé quella scatoletta e sussurrava nel silenzio della notte:- Avevi ragione, Marco. Questo è davvero il miglior regalo che tu potessi farmi...                    
E, sì, lo voglio. Voglio sposarti.  Aspettami perchè sto venendo da te.-





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Ecco a te DaliaDavoli il terzo tema. Spero ti piaccia <3 

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