Finalmente, dopo anni e anni di ricerche, aveva trovato l'entrata del monte. Era sempre stata lì, sotto i suoi occhi per tutto il tempo... Come aveva potuto non accorgersene?
Si guardò alle spalle: la sua squadra era stata ampiamente dimezzata dagli ostacoli incontrati fino a quel momento, ma ciò che ne rimaneva rappresentava la parte più valorosa.
Konnor fece cenno ai suoi compagni di seguirlo su per le scale scavate nella roccia, avanzando con movimenti lenti e sicuri. I gradini erano insolitamente lisci e asciutti -al contrario di loro, completamente fradici-, nonostante fossero situati a pochi metri dalla cascata. Quest'ultima copriva il rumore dei loro passi e celava la loro presenza a qualsiasi cosa li aspettasse in cima. Quando la raggiunsero, dovettero ripararsi gli occhi con una mano: tutto avrebbero potuto immaginarsi, fuorché trovare luce solare all'interno di una montagna. I raggi filtravano dalla chioma verde e fitta a parecchi metri dalle loro teste, ma non si riusciva a vedere il cielo. Sempre che potesse esistere un cielo sotto un ammasso di roccia, certo. La cascata aveva origine dallo stesso punto indefinito oltre le foglie brillanti dei lunghi e possenti rami che facevano da tetto all'intero giardino. Sotto i loro piedi facevano capolino, dal terreno fertile e umido, una miriade di sottili fili d'erba che costituivano il tappeto sul quale si ergeva maestoso l'albero della vita.
«Drasil...» sussurrò Konnor fra i denti.
Una leggera brezza, proveniente da chissà dove, smosse le sue fronde. Il verde dominava la scena, interrotto qua e là da qualche fiorellino di campo e, ovviamente, dal possente fusto legnoso. Le ruvide pareti interne della montagna circondavano l'area, rendendo ancora più inverosimile la presenza di quel prato e della sua innaturale luminosità.
Konnor mosse qualche passo in direzione dell'albero... E le vide: cinque splendenti gemme colorate, una per ogni elemento e popolo, seminascoste dalle edere che formavano una sorta di barriera attorno ad esse.
Aveva aspettato per così tanto tempo quel momento, che fu impossibile contenere una dirompente scossa di adrenalina. L'eccitazione gli ribollì nelle vene e lo spinse a muovere rapidi passi verso Drasil, impaziente di mettere le mani sull'inestimabile bottino.
Prima che potesse iniziare davvero a correre, qualcosa lo trattenne. La mano di Sindri si posò sulla sua spalla, richiamando la sua attenzione. Con un rapido cenno del capo, l'uomo indicò a Konnor due figure nascoste tra i rami pendenti di Drasil. La squadra s'immobilizzò, tutti gli occhi puntati sulle creature mastodontiche che avevano appena fatto la loro comparsa. Alti quasi quanto l'albero, due colossi armati di spadone e mazza li fissavano con le loro orbite vuote e lucenti. I loro corpi massicci erano protetti da armature d'acciaio: una platinata e l'altra dorata. Al posto dei capelli avevano radici e liane che incorniciavano i loro volti marmorei, sui quali le linee dure delle bocche erano prive di labbra.
Erano i guardiani di Drasil.
Si piazzarono davanti al gruppo di intrusi e, immobili, rimasero in attesa.
«Se ci muoviamo, quelli ci fanno a pezzi» disse uno degli uomini. Konnor gli lanciò un'occhiataccia e poi si rivolse a Sindri. Nulla più che uno sguardo, e il suo braccio destro seppe che fare. Così, deciso a ottenere il tesoro per cui era giunto fin lì, Konnor scattò verso l'albero della vita.
I due guardiani reagirono all'istante, lanciando incantesimi sull'uomo in corsa, il quale li bloccò prontamente. I suoi uomini avrebbero fatto il resto, creando un diversivo e difendendolo finché non avesse portato a termine il suo piano.
Quasi indisturbato, giunse al tronco e fece scorrere le dita sulla sua superficie legnosa, come per accertarsi della sua reale esistenza. Spazzò via i rampicanti con un gesto, scoprendo così le preziose gemme incastonate nel caule. Eccole lì, dopo secoli di ricerca, dinanzi a lui: le fonti d'energia delle cinque razze di Norendal. Sotto il tocco dei suoi polpastrelli, esse emanavano piccole scariche energetiche che gli causavano un leggero pizzicore per tutto il corpo.
STAI LEGGENDO
Drasil: la Lacrima e la Fiamma
FantasiNina, l'erede del fuoco dei draghi. Nerea, principessa degli elfi. Qualcuno ha rubato le gemme di Drasil, le fonti d'energia delle razze di Norendal. Due sorelle, due amiche, due destini intrecciati. Una minaccia in agguato. Un mondo da salvare.