capitolo 7

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Ancora una volta il mio gatto mi svegliò appena in tempo. Erano già le 6:30, Finn sarebbe arrivato a di lì a poco.
Imprecai sotto voce chiedendomi perchè mai dovesse arrivare sempre in anticipo.
Uscii dall'acqua ormai fredda e mi asciugai velocemente i capelli mantre cercavo qualcosa di carino da mettermi.
In fondo all'armadio, seminascosto da tutti gli altri vestiti scuri e larghi, vidi un rosso scarlatto timidamente fare capolino.
Improvvisamente mi ricordai del mio vestito rosso, indossato solo una volta, anni prima.
Notai con sollievo che ci entravo ancora e, girandomi verso lo specchio constatai che mi stava proprio bene.
Trovati i tacchi in fondo alla scarpiera, andai frettolosamente a truccarmi. Mascara, un pò di fondotinta e un rossetto rosso avvolgente. Poi, finalmente pronta, un filo di profumo era d'obligo.
Il campanello suonò in quel momento e soddisfatta del mio look andai ad aprire.
Ed ecco Finn, sempre in anticipo, sempre colorato e sempre sorridente, in uno smoking blu notte con una rosa rossa e neanche l'ombra di un sorriso. A giudicare dalla sua espressione era.. sbalordito.
"Sei...fantastica.." balbetto timidamente.
"Anche tu non sei niente male" dissi ammiccandogli per sdrammatizzare ma la tensione era palpabile.
Rimanemmo lì, impietriti l'uno davanti all'altro per un attimo interminabile, finchè il miagolito insistente di Felix ci riportò alla realtà.
"Allora, vogliamo andare?" mi disse in tono flirtante porgendomi la rosa.
Mi schiarii la voce ed annuii, ancora un pò sognante.

"Dove siamo diretti, esattamente?" dissi dopo un pò.
"La mia regina è proprio curiosa, eh?" rispose amiccante.
Risi, sollevata.
"È solo che è da un pò che giriamo e il tuo tono misterioso non aiuta" dissi ridendo.
"È una sorpresa" mi disse deciso.
"E comunque siamo quasi arrivati"
"Oh! Menomale! Temevo saremmo andati in posto troppo lontano, perchè non ho lasciato così tanto cibo nella ciotola per Felix" dissi e trassi un sospiro di sollievo.
"Non ti preoccupare tesoro, se Felix dovesse avere ancora fame dopo cena scommetto che quel pennuto gli piacerebbe" mi disse scherzoso.
"Ehi!" ribattei fingendomi offesa, tuttavia con la sua risata radiante il mio broncio lasciò subito il posto ad una risata spontanea.

Dal finestrino vidi delle luci avvicinarsi sempre più e davanti a noi le tenebre lasciarono pian piano il posto ad un edificio imponente, inizialmente pensai si trattase di un Hotel con qualche piano extra ma dopo un pò mi accorsi che i contorni del pallazzo non erano rettangolari, come lo sarebbe un normale albergo.
Una volta arrivati nel fascio di luce che circondava l'edificio mi resi conto di ciò che avevo di fronte.
Finn mi aveva portato in un... castello!
Rimasi a bocca aperta a fissare l'architettura gotica di quell'imponente castello finchè una risata non interruppe bruscamente i miei pensieri.
"La tua espressione è impagabile" disse Finn ancora scosso dalle risate e trasportata da quell'atmosfera calorosa risi anche io.
"Finn! Mi hai portata in un castello!" dissi ancora meravigliata da quella piacevole sorpresa.
"Ogni regina deve avere il suo castello" mi disse inchinandosi a me dopo avermi premurosamente aperto la portiera e aiutata a scendere.
Sorrisi un pò imbarazzata da tanta premura. Mi rese dolcemente a braccetto e ci dirigemmo all'entrata dove, su un lungo tappeto rosso, altre coppie si afrettavano ad entrare.
Circondato da immensi giardini ed infiniti alberi il castello si ergeva sopra una scogliera dove, più sotto, un tempo ci fu un villaggio. La cittadella del castello, suppongo.
Ristrutturato e ridipinto da mani abili il castello, di un'epoca ormai antica, sembrava appena costruito.

Il fascio di luce si fece mano a mano più intenso e, ormai all'entrata, si udiva distintamente la musica al suo interno.
Mi accorsi che nessuno dei due aveva detto niente quando, per l'emozione non inciampai nel mio stesso vestito.
Finn, sempre così attento, mi prese al volo prima che la mia faccia incontrasse il terreno.
Eravamo lì, le sue labbra pulsanti, ad un centimetro dalle mie. Il dediderio di baciarle, quelle labbra così morbide, si fece insistente dentro di me.
Un desiderio a lungo represso, che ora minacciava di uscire, con la forza di un uragano.
Mi sentii le guance in fiamme, in imbarazzo per i miei stessi pensieri. Anche se, in quel momento, con Finn così vicino a me, il cuore che a momenti mi scoppiava, non mi sono mai sentita più viva.

Come a leggere i miei pensieri, Finn si avvicinò lentamente al mio viso. Sentivo il suo profuno a dividerci. Il suo viso ormai ad una spanna dal mio.
Sentivo il suo respiro regolare, carezzarmi la pelle.
Le sue labbra quasi a sfiorare le mie.

Finn era quel genere di ragazzo che, se vedevi per la prima volta, ti faceva sorridere. I suoi luminosi occhi chiari a contrasto con la sua pelle dorata. I riccioli scomposti e un sorriso dolce e avvolgente.
Era intelligente, romantico e, come ormai pochi, un vero gentil uomo.
Bastava passare poco tempo con lui, per capire che non dovrebbe far parte di quest'epoca. Ho sempre considerato la sua anima più antica, nobile. Faceva parte di un'epoca più romantica.
Era spiritoso e, come ogni gentil uomo che si rispetti, non mancava di far battere il cuore di ogni fanciulla attorno a se.
Uno di quegli uomini cui il solo conoscere il tuo nome, ti faceva essere invidiata da tutte le altre donne. Io poi, che ero una sua cara amica, ancor di più.
E in quel momento, stretta tra le sue braccia, il suo viso a mezzo centimetro dal mio, mi sentivo bene. Mi sentivo fortunata.

I suoi occhi posarono uno sguardo ardente sulle mie labbra poi, si posarono nei miei. Pieni di desiderio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 25, 2016 ⏰

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