Il suono della campanella

66 5 0
                                    

Non è vero che sono sempre uguali: il suono della campanella dell'intervallo di metà mattina è diverso da quello delle altre campanelle. Sembra più dolce, è quasi melodioso. Rompe il silenzio della scuola e libera un'energia simile a quella di un terremoto. Rumori di banchi e sedie, mille voci insieme invadono all'improvviso i corridoi, in tanti corrono sulle scale per uscire all'aria aperta, quasi come se dentro mancasse l'ossigeno.
Guido, in particolare, si precipita giù in cortile appena sente quel suono, tanto che il suo compagno di banco lo guarda stupito: "Aspetta! Ma dove corri?!". Ma Guido non può aspettare: scende i gradini saltandone due per volta. Sa di avere 20 minuti a disposizione e non vuole sprecarli. Oggi non può. L'incontro del giorno precedente sul treno lo ha riempito di una forza nuova, sconosciuta: gli sembra quasi di volare.
Raggiunge il cortile, già pieno di studenti, ed è come se all'improvviso il tempo si fermasse, non sente più il vociare degli studenti felici di quella meritata pausa, il chiasso delle automobili appena fuori il cortile della scuola, non sente neanche l'avvertimento dell'amico dietro di lui: "Guido, attento alla pozzanghera!".
SPLASH! In men che non si dica Guido si ritrova lavato da capo a piedi, più che una pozzanghera quella è una piscina nel mezzo del cortile, ma lui è così concentrato sulla ricerca della ragazza misteriosa da non accorgersi di niente.
Mentre pensa ad un migliaio di imprecazioni, ecco che davanti a lui compare la protagonista dei suoi sogni: la ragazza del treno.
È bella proprio come se la ricordava, in tre anni non l'ha mai vista nel cortile, "Com'è possibile? Avrà forse cambiato scuola da poco?" si chiede Guido.
In quel istante dimentica tutto: dal fatto che sta gocciolando come uno che ha appena fatto il bagno, al fatto che non ha studiato nulla per la verifica di latino perché riusciva a pensare solo a lei; in quel momento nulla è importante tranne quella ragazza che venne verso di lui.
Guido le va in contro cercando qualcosa di abbastanza intelligente da dirle ma il suo cervello si rifiuta di collaborare rimanendo completamente vuoto, anzi, continua a ripetere una frase del tipo: "Evvai, l'hai trovata finalmente! 1 punto per Guido!".
Lei lo saluta e ride vedendo Guido tutto bagnato, lui nota lo stesso sorriso che in treno lo aveva lasciato senza fiato.
Guido ricambia il saluto e dopo, come per una magica sincronizzazione, o più correttamente chiamato entaglament quantistico, i due dicono insieme: "Come ti chiami?".
L'entaglament quantistico è un fenomeno che dice che se due sistemi interagiscono per un certo periodo di tempo e poi vengono separati non possiamo descriverli più come sistemi distinti, ma in un certo modo sono legati. Quello che accade ad uno influenza l'altro anche a migliaia di anni luce di distanza, un po' come in amore.
Guido risponde con il suo nome e lei con il suo, finalmente sapevano i rispettivi nomi! Guido è rimasto molto affascinato dal suo nome: Alba. Era proprio vero, da quando l'aveva incontrata era come se il sole fosse sorto per la prima volta.
"Tutto bene?" chiede Guido. I due continuarono a parlare per i restanti minuti dell'intervallo. Lui la portò in giro per il cortile della scuola. Guido balbettava un po' mentre parlava, era molto agitato, non poteva ancora credere di essere davanti a quella ragazza. Quante probabilità ci sono che una ragazza che conosci in treno venga nella tua stessa scuola da pochi giorni!?
Eppure accadde. Una cosa, per quanto improbabile possa essere, non è impossibile, e se deve accadere, accade.
Guido le raccontò un po' di storielle divertenti sui suoi compagni di classe, come quando quella mattina, il suo amico Giovanni aveva preso una nota dall'insegnante perché si era nascosto nell'armadio in laboratorio ed era uscito urlando: "Sono tornato da Narnia!" Il professore, per lo spavento, aveva lanciato un urlo degno di un film horror.
Arrivarono gli ultimi minuti di intervallo, i ragazzi che giocavano a calcio stavano mettendo via i palloni, gli ultimi ragazzi affamati stavano buttando nei cestini la carta delle focacce comprate prima al bar, e i frettolosi stavano già salendo le scale per essere i primi ad entrare in classe.
Guido decise di farsi coraggio, gli venne in mente la conversazione in treno con Alba, decise così di invitarla al cinema a vedere "Hunger Games". Non sapeva come chiederglielo, non aveva mai invitato nessuna ragazza ad uscire con lui. Però voleva farlo, doveva farlo, non poteva sprecare questa bellissima opportunità. Si fece forza, prese fiato e le chiese velocemente: "Hai qualcosa da fare sabato sera? Andiamo a vedere un film insieme dopo la mia partita di baseball?".
In quei pochi istanti, che dividevano la domanda dalla risposta, Guido si immaginò moltissime possibili risposte.
Pensò che magari dovesse andare a casa di qualche sua amica, o forse aveva già un ragazzo, che figura avrebbe fatto se fosse stato così!?
Per fortuna di Guido, Alba era single, ma lui non lo sapeva. Aveva paura di prendersi il suo primo "due di picche".
E se i suoi genitori non volessero farla uscire?
Per fortuna tutti quei pensieri scomparvero quando lei rispose: "Sì!". In quello stesso momento suonò la campanella e i due dovettero dividersi per tornare nelle proprie classi.
Quel "Sì" di Alba però diceva che non era finito lì, nulla si concludeva in quell'intervallo, ma tutto iniziava.

Una nuova AlbaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora