Seconda Classificata al Contest '' Tra Favole, Miti e Leggende ~ Decostruiamo una storia!' indetto da _Schwarz sul forum di EFP''
Sasuke Uchiha è un uomo ossessionato dal tempo e vive una vita, a suo dire, perfetta. Un evento doloroso lo costringe...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Sasuke quella notte non aveva dormito. Si era girato e rigirato in quel letto troppo piccolo e tremendamente scomodo in cui aveva dormito così poche volte da quando i suoi genitori si erano trasferiti nel quartiere di Montmartre. Non che di solito dormisse molto, ritenendo che cinque ore a notte potessero bastare per ottimizzare ulteriormente il suo tempo.
Una ricerca scientifica sosteneva, infatti, che il numero delle ore non contasse, bensì fosse importante andare a dormire prima delle due di notte, momento in cui il cervello era più predisposto per la fase REM e il sonno, quindi, più ristoratore. Lui l'aveva presa alla lettera. Prima di coricarsi metteva in pratica anche un rito '' propiziatore '' - per sicurezza – che consisteva nel bere una tisana rilassante con dieci gocce di Alprazolam. La sua mente, in quel modo, diventava un libro senza figure né dialoghi e il suo sonno, di conseguenza, non rischiava di essere disturbato da inutili sogni.
Il suo risveglio, di solito, era dolce, accompagnato dalle note della radiosveglia impostata su un canale di musica classica e regolata per suonare alle sei in punto.
Ah, quanto gli mancava il suo piccolo appartamento alla periferia di Sidney!
Si consolò al pensiero che mancasse poco e che presto sarebbe potuto tornare alla sua vita: dopo le ventiquattro ore canoniche in cui era obbligatorio lasciare il feretro presso l'obitorio del cimitero, quel pomeriggio avrebbero tumulato suo padre e poi lui sarebbe stato libero di tornare alla sua normale e perfetta routine.
Afferrò l'orologio a cipolla che, come d'abitudine, aveva poggiato sul comodino e rimase a fissarlo per qualche minuto, riflettendo sul fatto che erano passati diversi anni dacché aveva avuto occasione di rimanere in panciolle sul letto fino alle otto del mattino. Quel pensiero quasi lo infastidì, o forse era già infastidito dalla notte insonne e da ciò che sua madre e suo fratello gli avevano raccontato il giorno prima, fatto sta che si alzò e andò a fare una doccia.
Il bagno degli ospiti era quasi più striminzito della sua camera e, quell'assurda fissazione di sua madre per lo stile retrò, lo rendeva assolutamente poco pratico: la doccia non era altro che una piccola vasca riadattata con una tendina di plastica verde, risalente come minimo agli anni Settanta, appesa a un bastone di ferro. Sasuke si chiese in quale mercatino delle pulci l'avesse trovata e, soprattutto, perché non avessero deciso di sostituire quel reperto archeologico con un normale, e senz'altro più comodo, piatto doccia.
Anche la rubinetteria risaliva con ogni probabilità ai tempi in cui la casa era stata costruita tanto che il soffione della doccia, incrostato in più punti, e non per l'imperizia della donna di servizio, aveva tutta l'aria di essere ben poco efficiente.
Lo stile Bohèmien di sua madre, prevalente in quell'appartamento, lasciava a intendere che suo padre, più borghese e conformista, le avesse lasciato carta bianca al momento del trasferimento. La loro precedente residenza, situata nel quartiere di Montparnasse, non era mai piaciuta a sua madre perché troppo moderna e funzionale. Sembrava provare un fastidio a livello epidermico ad avere l'ascensore al posto di due rampe di scale ripide quanto quelle de Le Sacre Coeur, ad avere una caldaia al posto di un camino fuligginoso, ad avere, insomma, tutte quelle comodità che una casa moderna poteva darle.