Capitolo 4 - L'inizio di una nuova vita

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Così, iniziai la mia vita divisa in "due".
Si stabilirono alcune regole come il fatto che noi bambini avremmo dovuto vedere nostro padre solo durante il weekend e non durante la settimana. La cosa naturalmente andava bene solo a mia madre.

Ma cosa puoi fare contro tua madre?
Assolutamente niente.

Iniziai ad andare a scuola e, il primo giorno, dopo che mia madre mi accompagnó, sentii che parlava con la suora e gli diceva:
-:"senta sorella, mia figlia ha avuto un po di difficoltà, la capisca."
-:"capisco."
E si vede che la suora lo ha detto a tutta la classe in un momento che io non c'ero, perché appena entrai, tutti mi guardavano con aria scoinvolta e molto irritante (io odio le persone che mi fissano).
Mi sedetti a quello che doveva essere il mio banco e guardai la maestra, quando mi accorsi che nessuno più mi stava guardando.

La suora, una donna da definire "vecchia", era molto severa e usava spesso le mani con noi bambini.
Ricordo come se fosse ieri tutte le sculacciate che ci ho preso da lei, ecco lei é una di quelle persone che non mi mancheranno mai.

Comunque.
L'anno fu tutto così, come quelli a seguire.

E fu il momento di arrivare alle elementari.
In prima elementare mio padre, per cercare di distrarmi da tutto cio, decise di farmi praticare uno sport.
La decisione fu molto lunga, provai tutti gli sport femminili: dalla danza al pattinaggio, dalla ginnastica artistica al tennis.
Ma niente, i sport "femminili" non mi appassionavano. Così mio padre decise di provare con il basket.
Il basket. Quello si che mi ha cambiato la vita, veramente, quando gioco, specialmente adesso, mi sfogo col canestro.
Come se facendo canestro tutto pssserà. Anche se io so che non è cosi.

Comuque.
Alle elementari, dalla terza elementare in poi, iniziai a capire "qualcosa" della vita.
I miei compagni.
Loro si che si potevano definire "amici", selo meritavano.
Infondo erano le uniche persone a cui avevo parlato della mia "storia".(Ps. Per amici intendo le ragazze perchè con i maschi veramente non si può parlare).

La scuola non finiva mai ed era così difficile:
Tanti compiti a casa, interrogazioni, ecc...

Eravamo oramai a maggio, alla fine della quarta elementare, quando arrivò il giorno della mia prima comunione.

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