Cameron

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"Due caffè senza zucchero, grazie."
Il viso di Mike è stanco, quasi quanto il mio. Tutti e due saremo dovuti restare al Motel fino a mezzogiorno, e poi ripartire di nuovo. Ma abbiamo di nuovo calcolato male i tempi e abbiamo optato per una scappata al Joshee's Cafe prima di tornare a Columbus, Georgia. I bar sono aperti anche alle cinque di mattina. E una buona tazza di caffè non nuoce mai a nessuno.
La cameriera si allontana dal nostro tavolo, camminando nelle sue ballerine nere e con il collo avvolto da uno scialle di lana bianco.
Questa mattina fa un pochino freddo, bisogna ammetterlo. Lo avverto, nonostante indossi un maglioncino di lana e un giacchetto di jeans. I tavoli di legno scuro aggiungono un tocco di calore visivo alla stanza. Fuori dalle grandi finestre del bar, corre la grigia autostrada statale.
Mike sta frugando nella sua cartella di cuoio. I capelli biondo scuro contornano il suo viso, esaltandone tutte le linee e le curve. Le guance lentigginose sono ancora più pallide nella luce del mattino. Un'espressione concentrata appare sulla sua faccia, mentre continua a cercare disperatamente qualcosa nella sua cartella.
"Eccolo!"
Sembra sollevato. Con un sorriso stampato sul volto mi porge una rivista arrotolata.
"Cos'è?"
"Avanti, aprilo."
Srotolo incuriosito la rivista.
National Geographic. Numero di Maggio.
Stampata sulla copertina, a mia sorpresa, c'è una fotografia delle Panhandle Plains. Occupa quasi tutto lo spazio.
Un sorriso soddisfatto e allo stesso tempo colmo di gioia mi illumina il viso. Alzo la rivista nell'aria e la sventolo, come se fosse un trofeo. Mike mi tende la mano e ci battiamo il cinque, ridendo rumorosamente.
"Ce l'abbiamo fatta Mikey! Adesso la posso sbattere in faccia a quell'idiota di Kimer."
"Immagina la faccia che ha fatto quando avrà comprato la rivista."
"Orribile, immagino."
Continuiamo a ridere, senza fiato. I nostri caffè arrivano e la cameriera ci lancia un' occhiataccia indecifrabile.
"La copertina del National Geographic! Questa vale una promozione, Cameron!"
"Puoi dirlo forte!" Afferro la tazzina piena di caffè e ne prendo un sorso. È caldo e mi riscalda velocemente.
Siamo due fotografi, io e Mike. O almeno amiamo definirci tali, anche se lavoriamo per la National Geographic da solamente un anno.
E per un ragazzo che ama la fotografia come me avere la propria foto sulla copertina di una rivista così importante non è da poco.
Ci siamo sempre capiti io e Mike.
Conosco Mike dal mio primo anno del liceo e ne abbiamo combinate troppe assieme. Dare fuoco ai capelli di un compagno di banco, far sparire magicamente il registro del prof di filosofia, ricoprire la cattedra con bucce di banana e creare opere d'arte degne di Van Gogh sulla macchina della vicepreside sono solo dei futili esempi.
Un ragazzo di origini scozzesi che aveva vissuto in California a stretto contatto con un ragazzo che aveva vissuto nell'Idaho meridionale, insieme a quattro fratelli. Eravamo scintilla e polvere da sparo. Il guaio era inevitabile. E lo siamo ancora.
Per la cronaca, il ragazzo dell'Idaho sono io se non si era capito.
"Piani per stasera Camera?"
Un'altra cosa da chiarire sono i nostri nomi.
Io per lui non sono Cameron e lui per me non è Mike.
Ha sempre detto che il nome Cameron è troppo lungo e la gente si stufa a ripeterlo continuamente. Inoltre continua ad affermare che Cameron è un nome da vecchio giornalista. Per questo mi chiama "Camera" da non so quanto tempo, per il semplice fatto che mi piace la fotografia e il nome "Camera" è un tocco di genio.
Io invece lo chiamo Mikey da non so quanto tempo.
"Dobbiamo festeggiare, ovviamente. Rimaniamo a Columbus."
Un'espressione sconvolta compare sul viso di Mikey.
"Rimanere a Columbus. Oh avanti, ci sono più persone al campo di golf del centro anziani di Boise. È morta."
Prende la cartella e si alza dalla sedia. Abbiamo entrambi finito i nostri caffè e dobbiamo andare. Faccio lo stesso e la metto la mia cartella a tracolla.
"Ci penseremo Mikey."
Lascio i soldi sul tavolo di legno.
"Hey, hey, non voglio finire a giocare a golf come un vecchiaccio con l'artrosi." Fa una smorfia da tipico "vecchiaccio", fa finta di impugnare una mazza da golf e tira un colpo. "Perdinci bacco, Cameron vecchio mio, l'ho mancato!"
Rido. "Sei ridicolo."
Usciamo dal locale.
Sembra proprio una bella giornata.
In tutti i sensi.

[hello, sunshine] a.g. ; c.a.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora