Megan

17 1 0
                                    

Mi accosto sul ciglio della strada, vicino a un ragazzo alto e magro, con una tracolla sulla spalla, e abbasso il finestrino "Dove devi andare?" domando.
"In Georgia" mi risponde.
"Sei fortunato, sali" lo invito.
Mi si siede accanto un ragazzo con capelli scapigliati, non capisco bene di che colore data la fioca luce sopra lo specchietto retrovisore, però penso siano chiari. Porta la barba, forse ha la mia età, ed ha con sé una macchina fotografica. Wow, la nuova Nikon D5, semplicemente la fotocamera più bella mai inventata, penso.
Non dice niente, e dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio "Mi chiamo Megan Simmons" dico io senza staccare gli occhi dalla strada.
"Cameron Henderson" dice lui. Distolgo un secondo lo sguardo e lui accenna un sorriso, prima che lo risposti di nuovo.
"Allora, Cameron, perché facevi l'autostop sulla banchina di una strada dove le macchine vanno a più di 100 km/h?"
"Beh, ho litigato con il mio migliore amico, anzi ex dovrei dire"
"E hai ben pensato di farti abbandonare su una strada della Carolina del Sud?" dico io mostrando un piccolo sorriso.
Lui ride ma non risponde, penso che abbia risposto alla mia domanda.
Rimaniamo in silenzio per un altro po'.
"Da dove vieni Cameron?" domando, pensando alla possibile vita del ragazzo vicino a me.
"Boise, Idaho. E tu?"
"Indianapolis, Indiana. Cosa fai nelle vita?"
"Lavoro da poco per la National Geographic come fotografo naturalista. È la prima volta che pubblicano una mia foto sulla copertina del magazine.." dice tirando fuori dalla borsa una rivista. Accende la luce dello specchietto e lo avvicina poco sopra il volante così che possa guardarla senza distrarmi dalla strada ".. il che non è una cosa da poco"
"Sì, immagino" sorrido.
Dopo un attimo di pausa dice "Cos'è questa puzza? Tequila?" guardando sui sedili posteriori e annusando l'aria.
"Vodka" lo correggo "e tequila, e vino, e limoncello, e altri superalcolici"
"Perché?" abbassa il finestrino quel poco per cambiare l'aria ma non per infreddolirci.
"Perché cosa?"
"Perché tutti questi alcolici?" dice cercando il mio sguardo, ma che rimane fisso sulla strada illuminata solo dai fari della vecchia macchina.
"Dovresti prima farti un'altra domanda, mio caro Cameron" dico io sorridendo.
"Cioè?" domanda sorridendo anche lui.
"Vediamo se ci arrivi" lo sfido.
Ci pensa per qualche secondo prima di dire "Cosa ci fa una ragazza dell'Indiana sulla East Coast, da sola, al volante di una Austin Allegro gialla piena di oggetti personali e bottiglie vuote, alle due di notte?"
"Oh, domanda interessante, grazie per averlo chiesto" dico ridendo mentre lui mi fa eco "beh, Cameron, devi sapere, che sono iscritta all'università di Albuquerque, alla facoltà di letteratura inglese. Ma non volevo andarci fin quando non avessi vissuto davvero, partendo in un'avventura solitaria attraverso i cinquanta Stati del nostro bel Paese" gli spiego, e sento in suo sguardo addosso.
"Così ho preso direttamente tutto quello che mi sarebbe servito per il college, e da un mese a questa parte me la porto dietro. Ho raccolto molti soldi con i lavori estivi e durante il liceo, quindi non ho dovuto chiedere niente ai miei genitori" finisco guardandolo per un attimo.
"Cosa intendi per 'vissuto davvero'?"
"Voglio fare tutto ciò che voglio prima di adattare la mia vita alla realtà. Voglio vedere posti nuovi, fare cose diverse, cose quasi impossibili, cose che nessuno potrà mai fare perché è troppo impegnato con la sua vita nel 'mondo degli adulti'. Non so se capisci"
"Capisco bene invece.." Mi risponde sorridendo.
Stiamo ancora in silenzio, poi dico "Per arrivare a Columbia ci vorranno circa altre quattro ore, quindi se vuoi riposare"
"Okay" dice prima di poggiare la testa sul sedile e chiudere gli occhi. Dopo qualche minuto sento già russare

[hello, sunshine] a.g. ; c.a.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora