Un inverno gelido.

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"com'è bello l'inverno..." penso' la ragazza, sorseggiando la sua cioccolata calda. Il suo sguardo era rivolto verso il paesaggio che si presentava fuori casa sua: un agglomerato di piccole case che sorgevano ai piedi del monte Somma insieme ad autostrade e vie ferroviarie in cui si vedevano sempre mezzi di trasporto andare avanti e indietro. Era come se formassero un mosaico tanto complesso da osservare ma dalla straordinaria bellezza al col tempo stesso se si avesse avuto un po'  di immaginazione: poteva rappresentare qualsiasi cosa,magari sarebbe stato un ottimo punto di ispirazione se si avesse voluto disegnare qualcosa di naturale; eppure, la ragazza che ammirava quel paesaggio tanto maestoso riusciva a vedere solo come le persone dipendessero cosi' tanto alla tecnologia di oggi, si attaccavano a quello che per loro era "il progresso",senza capire che, per andare avanti, si bisognasse pensare e ragionare con la propria testa, a come potessero portare una svolta a questa monotonia in questo Paese. Un po' triste, si penserebbe, ma per quella ragazza era la realtà, la triste e fredda verità,come quella giornata d'inverno. In quel periodo dell'anno, le piaceva spesso rimanere a casa, al caldo, bere una cioccolata calda e guardare serie tv o anime, uniche due cose che le davano un senso di conforto, di tranquillità,come se le distogliessero dalla mente i problemi che doveva affrontare ogni giorno, le stesse ansie, le stesse paure,dandole la possibilità di creare un mondo tutto suo, dove nessuno la giudicava, dove nessuno si concentrava solo a guardare il suo aspetto fisico..dove poteva essere se stessa. In quel momento, sposto' lo sguardo verso l'orologio: le 16:00. Il sole era quasi del tutto nascosto dietro al monte,mentre il cielo era colorato di un tenue arancione mescolato ad un rosso spento,come se un secchio pieno di vernice fosse caduto e avesse tinto un foglio completamente bianco,vuoto.

"Mi chiedo perchè la gente odia l'inverno" si chiese la ragazza, posando la sua tazza sulla scrivania. aveva le labbra sporche di cioccolata, ma non se ne curo' tanto. "Insomma, chi potrebbe vivere senza piumoni, senza letto, senza i felponi che ti vanno larghi, senza marhemellow nella cioccolata calda?" 

Si Sposto' dalla finestra, si sedette sulla sedia e si mise davanti al computer pronta ad accedere nella sua home di Facebook. 60 notifiche. Sicuramente per qualcuno potrebbe essere qualcosa di strano, ma per lei, per quell'amante dell'inverno, era quotidiano. La sua immagine di profilo era cosi' colorata che la notava subito,insieme al suo nick: Amethyst. Uno pseudonimo davvero carino, ma aveva un significato ben preciso che nessuno lo aveva mai capito prima, e probabilmente, " non lo capirà mai nessuno" affermava lei. D'altronde, lei era conosciutissima in tutto il web come "colei che aiuta chiunque abbia dei problemi", un po' come una psicologa, solo...che aveva 15-16 anni. Ecco che già cinque persone la stavano assalendo con le loro preoccupazioni e man mano se ne aggiungevano altri, e altri ancora, fino ad arrivare a 13. Per Amethyst, non era un problema, anzi: era sempre stato un piacere aiutare gli altri, dargli consigli, risolvere i loro problemi... Tutto cioè che voleva era solo il loro ringraziamento, niente di più. Era questo quello che le riscaldava il cuore quando il vento gelido dell'inverno teneva ben stretto tra le sue braccia il suo corpo. Eppure, aveva mai pensato di avere qualche amico? Certo, aiutava milioni di persone, eppure, dopo cio', nessuno rimaneva a parlare con lei, a conoscerla di più...nulla di nulla. La cercavano solo nel momento del bisogno, quando non sapevano più cosa fare,ma lei non se ne faceva un problema, non si complessava per queste cose. Anche se non rimanevano per lei andava bene cosi';di certo non le costringeva a farle compagnia, anche perchè non era abituata. Insomma, non aveva mai avuto un vero amico, perchè avrebbe dovuto averne uno ora? 

"Non mi servono amici" pensava Amethyst, scrivendo alcuni consigli ad una ragazza che la stava contattando. Aveva 17 anni e le era appena morto il padre, stava cadendo in depressione, in quanto era l'unica persona che riusciva a comprenderla, a ragionare con lei e a darle manforte. 

<<Non so cosa farne della mia vita.. non ho voglia di fare nulla, neanche di mangiare. Per me tutto è diventato un peso che mi è stato scaricato sulle spalle da questa vita di merda. Voglio solo finirla qua e raggiungere mio padre al più presto.>>

Amethyst lesse attentamente e ripetutamente quella frase, poi penso' a cosa scrivere. Ci vollero tra i 5-10 minuti.

<<Teresa, non è questo quello che dovresti fare. Ammetto che io non sono religiosa, nè tantomento lo sarò in futuro,non ho mai creduto nell'aldilà, pero' so che tuo padre sta vegliando su di te affinchè tutto vada per il meglio e sicuramente non vuole che tu ti tolga la vita. Hai ancora tanta strada da fare, da percorrere, da vivere. Sono sicura che lui voglia questo, che tu viva la tua vita a pieno, con serenità e tranquillità, perchè, sì, non è presente fisicamente, ma stai certa che lui,da qualche parte, ci sta, e ci sarà per sempre per la sua bambina; nessun padre lascerebbe la propria principessa da sola.>>

Ora doveva solo aspettare cio' che avrebbe risposto. Bevve un piccolo sorso di cioccolata, poi vide che Teresa stava scrivendo.

<<Forse hai ragione,è esagerato andarmene via da questo mondo per questo, pero' cazzo, non ho nemmeno la forza di guardare in faccia mia madre, mio fratello, nemmeno rivolgergli la parola...mi sento fottutamente intrappolata.>>

<<Dovresti parlarne con qualcuno>> scrisse subito Amethyst, posando la tazza. Il rumore della tastiera rimbombava in tutta la stanza. <<La cosa che ti consiglio è di parlarne con tua madre o qualche tuo familiare, altrimenti...Hai una migliore amica o un migliore amico, vero?>>

<<Sì,si chiama Marianna, la conosco da quando sono nata. Le nostre mamme si conoscono da molto tempo, cosi' abbiamo fatto amicizia fin dalla tenera eta'.>>

<<Bene, parla con lei, non nasconderle nulla,fai fluire le tue emozioni, piangi sulla sua spalla se necessario, urla, dai un pugno al muro, pero' ti devi sfogare con la persona che tu ritieni sia più giusta con cui farlo. Solo cosi' potrai iniziarti a sentirti meglio.>>

<<Hai ragione...Grazie, Amethyst.>> Scrisse alla fine Teresa, poi uscì da Facebook. Era l'ennesima volta che aveva risolto un altro problema e fu ringraziata come tutte le altre volte. 

"Chissà se ci sarà mai qualcuno che riuscirà ad aiutarmi come faccio io con gli altri.." Pensò lei prendendo la tazza. Si accorse che la bevanda era oramai finita, pero' era rimasto un piccolo pezzo di marshmellow. Lo prese e lo guardo' per un po': <<Morbido e dolce allo stesso tempo...>> mormoro',po lo mise in bocca masticandolo lentamente. Le 17:30. Oramai, l'oscurità pervase la stanza e inizio' a cullare la ragazza.

Look how the stars shine for you.Where stories live. Discover now