Un anno prima
12:58. Lara fissava l'orologio appeso sopra la lavagna. La professoressa di letteratura non smetteva di parlare. La ragazza si guardò intorno: chi scarabocchiava sul quaderno facendo finta di prendere appunti, chi guardava le gocce di pioggia che battevano sul vetro della finestra, chi fissava la prof pensando ai fatti propri.
12:59. Lara cominciò a mettere silenziosamente le penne sparse sul banco all'interno del piccolo astuccio rosso e fece scorrere lentamente la cerniera per richiuderlo. Posò lo sguardo sul piccolo ciondolo a forma di matita attaccato al gancio della cerniera. Le scappò un sorriso ripensando alla buffa conversazione avuta con il suo ragazzo il giorno del suo compleanno mentre scartava il pacchetto regalo.
***
«Che carino! Mi serviva proprio un astuccio nuovo! Grazie!» Esclamò Lara abbracciandolo.
«Lo so, quello che usi adesso è praticamente distrutto. Poi è macchiato d'inchiostro dappertutto. Fa quasi schifo toccarlo». La schernì lui.
Dopo tutto quel tempo Lara si chiedeva ancora cosa ci facesse con una come lei il capitano della squadra di calcio della scuola. Dell'ultimo anno, brillante, dolce e con la testa sulle spalle. Lo adoravano tutti e Lara era quasi intimorita da questo. Era convinta che prima o poi si sarebbe stancato, che non l'avrebbe più voluta. "Io ti vorrò sempre" diceva, e i dubbi venivano spazzati via.
«Forse ti è sfuggito qualcosa...» Aggiunse, indicando con un cenno il sacchetto rosso, ormai stropicciato.
Lara estrasse con stupore il piccolo portachiavi. «Perché una matita?»
Davide sgranò gli occhi. «Mi sembra ovvio, no? Lo puoi attaccare all'astuccio e ricordarti che è pieno di matite».
La ragazza scoppiò in una sonora risata. «Ma è una cosa stupida!»
«Allora puoi portarlo sempre con te per ricordarti di quanto il tuo ragazzo sia stupido.» Concluse lui appoggiando le labbra alle sue.
***
13:00. Lara infilò in fretta le sue cose nello zaino e prese la giacca. La zip si bloccò a metà.
«Come mai tanta fretta?» La sua compagna di banco la osservava divertita. «Niente, Davide è uscito prima e mi aspetta in macchina! Domani è il nostro anniversario e facciamo il weekend al mare. Il treno è fra quaranta minuti, dobbiamo passare da casa mia a prendere la valigia e questa dannata cerniera non...» Disse tutto d'un fiato cercando di estrarre il piccolo lembo di tessuto incastrato fra i dentelli.
«Lasciala così, tanto non ce la puoi fare in quaranta minuti». Lara si chinò a scoccarle un bacio sulla guancia «Ce la farò, donna di poca fede!»
«A lunedì! Ciao tesoro!»Esclamò la ragazza riccia mentre Lara attraversava l'aula di corsa.
L'istituto aveva ripreso vita. Tutta la scuola si stava riversando fuori dalle aule e il vociare si faceva sempre più forte: ragazzi che si salutavano come se il fine settimana dovesse durare un'eternità, una sirena in lontananza, professori urlavano di fare poca confusione.
Lara si fiondò fuori dalla porta e prese a camminare di buon passo.
Raggiunse il parcheggio e si guardò intorno, alla ricerca di un'auto bianca con il motore acceso.
Controllò il cellulare. Nessun messaggio.
Si aggirò per un po' fra le file di auto parcheggiate.
Nessuna chiamata.
"Se ci fa perdere il treno, questa volta lo ammazzo." Pensò Lara mentre la pioggia si faceva sempre più fitta.
Uscì dal parcheggio. Non voleva telefonare a Davide mentre era alla guida, sicura che lui non avrebbe esitato a rispondere.
Se era lei a chiamare, rispondeva sempre. Anche nei momenti meno opportuni. Una volta Lara si sedette per sbaglio con il telefono nella tasca posteriore dei jeans attillati e partì una telefonata senza che se ne accorse. Compose accidentalmente il primo numero del registro chiamate e Davide rispose nel bel mezzo di una lezione di chimica, convinto che fosse successo qualcosa. Si guadagnò un paio di note e un richiamo.
La ragazza trascorse qualche minuto in piedi sul marciapiede scrutando la strada ed ogni auto che transitava.
Davanti ai suoi occhi passò un'ambulanza ed il cuore le saltò in gola.
Fissò lo schermo del cellulare e si decise a chiamare, per accertarsi che fosse tutto okay.
Si concentrò sugli squilli del telefono cercando di isolare il rumore della pioggia che colpiva l'ombrello.
«Ragazzi, avete visto?» Esclamò un ragazzo alle sue spalle.
Lara riconobbe la voce di un suo compagno di classe, ma non osò voltarsi. Era come paralizzata. Le gambe non volevano saperne di muoversi. Udì altre voci e il chiacchiericcio si mescolò al rumore incessante della pioggia.
"Ma cosa diavolo vai a pensare". E si voltò.
Una ragazza aveva un braccio teso ed il dito puntato verso l'incrocio. Gli occhi di Lara seguirono la direzione indicata e videro in lontananza un assembramento di gente, poi due ambulanze, un furgoncino e poco oltre un' utilitaria bianca.
Le gambe presero a correre senza che se ne rendesse conto. Tutti i suoni che la circondavano erano attutiti come quando si indossano delle cuffie. Nella sua testa rimbombava solo il fastidioso rumore delle converse rosse sul marciapiede bagnato.
Si fece largo tra la folla. Calpestò piedi a sconosciuti mentre le lacrime che le rigavano le guance si mescolavano alla pioggia. Ciocche di capelli bagnati le segnavano il viso, quasi ad impedirle la vista, ma non se ne accorse.
Dall'altro lato della strada la parte anteriore dell'auto bianca era accartocciata contro un albero, quasi ad inglobarlo. Lara fece per attraversare, ma un uomo le si parò davanti.
«Signorina, non si può avvicinare».
Lara vide appena il rosso acceso della tuta dell'uomo che la teneva per un braccio. Cercò di dirgli qualcosa, di urlare, ma quando aprì la bocca non uscì alcun suono. Deglutì ed indicò ciò che rimaneva dell'auto.
«E'...è il mio ragazzo». Sussurrò con un filo di voce.
L'uomo la guardò, le disse che gli dispiaceva e altre parole che lei non riuscì a sentire. Fece qualche passo, vide Davide seduto al posto di guida. La testa piegata da un lato, il telefono in una mano.
Un urlo. Le sue ginocchia colpirono violentemente l'asfalto bagnato. Lara si accasciò a terra.
E poi il nulla.
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Tre secoli ci ho messo per scrivere questo capitolo! E' stata una faticaccia, giuro!
Spero vi piaccia e che si comincino a capire.. cose!
Bisou
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Light up || Lorenzo Ostuni
FanfictionLara, 17 anni ed un passato da dimenticare. Quando sembra che nulla potrà cambiare, incontra Lorenzo. Si conoscono appena, ma la forza che li attrae l'uno all'altra è incontrollabile. Per amare qualcuno bisogna però accettarne anche i demoni. YOLO!