Lorenzo
Mi trascinai al piano di sopra, un po' intontito e un po' scombussolato. Avete presente quando vai a dormire alla fine di una giornata sapendo di non aver fatto il tuo dovere fino in fondo? Di non esserti impegnato al massimo? Mi sentivo così. Vuoto, esausto e in colpa.
Lasciai la giacca sullo schienale della sedia girevole. Avevo dimenticato il computer acceso. Mi buttai sul letto con la stessa grazia di un sacco di patate e fissai lo schermo illuminato. L'inquietante schermata della home di Slender mi ricordava che avevo lasciato il gioco in pausa.
Gli arti di quel mostro somigliavano troppo ai miei pensieri: tentacoli neri che cercano di afferrarti, dai quali non puoi scappare. Stavo cercando di fuggire da una paura che non conoscevo, da un pensiero senza volto che tentava di farsi strada in me. Mi girai dall'altra parte per non vedere.
La preoccupazione nello sguardo di mia zia mi fece pensare ad un dettaglio che mi era sfuggito, qualcosa che il mio inconscio forse aveva deliberatamente ignorato.
Non volevo neanche pensarci.
Davide.
Davide era più grande.
Era perfetto.
Capitano della squadra.
Poi è morto.
Le parole di Lara risuonarono nella mia testa martellandomi il cervello.
Come cazzo avevo fatto a non pensarci prima?
Corsi giù dalle scale con un groppo alla gola. Mi diressi verso il soggiorno. Aprii la porta scorrevole con entrambe le mani e andai verso il grande comò di legno antico che mia zia spolverava quasi ossessivamente. Foto dei miei zii da bambini, da ragazzi. Il diploma. Foto del matrimonio. Un bebè. Una culla. Un bambino che scende da uno scivolo. Un ragazzo in tuta sportiva che sorride alla macchina fotografica.
Alto, prestante, un sorriso sincero. Il cugino che non avevo mai visto, se non quando ero ancora un bambino. Per me non era altro che una figura estranea, qualcuno di cui non poter mai parlare, un ricordo parecchio sbiadito. La foto di un viso che non ricordavo, come tante altre in mezzo a vecchie cornici d'argento su un mobile tirato a lucido.
Guardavo il volto del ragazzo con occhi nuovi, non più come un estraneo. Mi sembrava finalmente di conoscerlo. Appoggiai la cornice vicino ad un'altra simile, sempre con Davide, ma nella metà non strappata della foto.
Mi venne un conato di vomito. Mi girò la testa e dovetti appoggiarmi ad una sedia.
Mi passai le mani sul volto.
Fallo, fallo e basta.
Sarà sicuramente meglio di questa agonia.
Corsi di sopra e mi fiondai al computer. Inserii il tasto della N che si era staccato dalla tastiera il giorno prima. Mi ero ripromesso di trattare meglio la tastiera nuova.
Da dove partire? Il sito della scuola. Foto di gruppo in ordine per anno scolastico. Niente nomi. Utile come la data di scadenza su un barattolo di Nutella.
Facebook.
Digitai il nome di Lara. Niente.
Cercai quello di mio cugino. Lo trovai subito ma la privacy era al massimo. Erano visibili solo due foto profilo. Una delle due aveva un commento. Un certo Giacomo gli aveva scritto qualcosa su una partita.
Cliccai sul nome. Il tizio aveva il profilo totalmente pubblico. La sera prima era stato in una sala giochi con un gruppo di amici.
Foto. Una valanga di foto. Lui allo stadio. Lui al pub. Lui al ristorante. Lui sul cesso. Ci misi un po' a scorrere la pagina per risalire a due, tre anni prima.
Ignorai la vocina interiore che mi diceva che ero uno schifoso stalker.
Ecco Davide. Stava guidando un'auto piena di ragazzi. Giacomo era seduto dietro e allungava un braccio per fare un selfie al gruppo di viaggiatori. "Bella vacanza, rega!!!!".
Altre foto del gruppo. C'era anche una ragazza. Profilo totalmente privato. Le inviai una richiesta d'amicizia.
Fissai lo schermo per cinque minuti. Chi potevo cercare? Chiedere in giro? Forse a mia zia... No, non ne avrei mai avuto il coraggio. Le avrei fatto solo del male rivangando certi ricordi. A scuola conoscevo poche persone, non mi mi sembrava il caso di porre domande strambe a dei mezzi sconosciuti.
Notifica.
Giada ha accettato la tua richiesta d'amicizia.
Bum. Fatto. C'erano poche foto, in un batter d'occhio risalii a tre anni prima. Estate. Grigliata all'aperto. Tavolata infinita di gente. Riconobbi quel Giacomo, poi Davide e altri volti che non mi erano più nuovi. Una coppia di ragazzi che si abbracciano. Lui appoggia il braccio alla spalla di lei e dice qualcosa a chi sta scattando la foto. Lei è al suo fianco, stringe a sé il ragazzo cingendogli dolcemente la vita. Nel sorriso così sereno della ragazza facevo quasi fatica a riconoscere quello di Lara.
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Light up || Lorenzo Ostuni
FanfictionLara, 17 anni ed un passato da dimenticare. Quando sembra che nulla potrà cambiare, incontra Lorenzo. Si conoscono appena, ma la forza che li attrae l'uno all'altra è incontrollabile. Per amare qualcuno bisogna però accettarne anche i demoni. YOLO!