È strano che un piccolo ricordo possa salvarci la vita, no? Eppure è così, un frammento delle nostre memorie può farci scampare da una terribile e lenta morte. Basta solo pensare al momento più bello della nostra vita, e dire l'incantesimo. Ma è difficile concentrarsi su qualcosa di bello, quando tutto ciò che ci circonda è solo freddo, dolore, disperazione... Morte.
È così che mi sentivo quella notte, mentre tre grandi figure incappucciate mi circondavano. Morta dentro. Avevo paura, ed ero sola in mezzo alla Foresta Proibita. Mai avrei immaginato che mi sarei sentita così. Mai avrei immaginato di essere costretta ad usare il patronus. E mai ci avevo provato. Non sapevo quale fosse il mio ricordo più felice, ce n'erano così tanti.
Sono in ansia. Tra poco toccherà a me sedermi sullo sgabello per essere smistata e ho molta paura. In fondo ho appena 11 anni, nemmeno io so esattamente come sono. So per certo che voglio solo distinguermi. Tutta la mia famiglia è sempre stata in Corvonero, ma io non voglio che la tradizione valga anche per me. Devo essere diversa, come sempre. Sono ribelle, mai ho seguito le regole degli altri.
"Eileen Walters!" la voce della professoressa McGranitt riecheggia nella Sala Grande. Facendomi coraggio, muovo qualche passo verso lo sgabello. Mi siedo e attendo che il Cappello Parlante, ormai poggiato sulla mia testa, mi smisti in una casa.
"Una Walters... Diversa. Non sei affatto una Corvonero, eh? Ribellione, voglia di esprimere sé stessa... Direi... Serpeverde!"
Scendo sorridente dallo sgabello e corro al tavolo dei Serpeverde, dove gli studenti più grandi applaudono e mi danno il benvenuto.
Quello era certamente un ricordo felice. Mentre correvo a perdifiato, strinsi tra le dita la mia bacchetta di cipresso e provai ad evocare il mio guardiano.
"Expecto Patronum!" urlai. Non successe nulla. Il ricordo non era abbastanza felice.
"Forza, Eileen! Sei una lumaca!" urla Claire, la mia migliore amica.
"Mi si è incastrato lo stivale nella neve, aspettami!"
Tento di togliere il piede dalla neve, fallendo miseramente. L'unico risultato che ottengo sono io con le gambe all'aria, il sedere nella neve, e un piede senza stivale.
"Claire! Nik! Aiuto!" strillo per farmi sentire dai miei amici. Loro mi raggiungono, e appena mi vedono, scoppiano a ridere, facendomi arrossire dalla vergogna e dalla disapprovazione.
"Clarissa Anees e Niklaus Mattilson, smettetela di ridere e tiratemi fuori!" urlo.
Mi prendono dalle braccia e, facendo leva, mi tirano fuori dalla neve. Nik mi carica sulle spalle e comincia a correre seguito da Claire, per poi cadere tutti e tre nella neve ridendo.
La mia prima neve ad Hogwarts. Anche quello era uno dei ricordi più belli che avevo. Presi nuovamente coraggio e ripuntai la bacchetta ai dissennatori.
"Expecto Patronum!"
Una lieve lucina azzurra scaturì dalla punta, senza produrre nulla. Ormai priva di forze per la corsa e per i ripetuti attacchi, caddi per terra di schiena. Vidi i tre dissennatori volarmi sopra uno per uno, mentre prendevano tutti i miei ricordi felici e la mia anima.
Stavo morendo. Ed era davvero strana come sensazione. Negli ultimi minuti di lucidità, ripensai a come quei quindici anni di vita fossero stati brevi, a tutto quello che desideravo per il mio futuro e che non si sarebbe mai realizzato, a tutte le persone che avrei lasciato. Claire, Nik, i miei genitori, mia sorella Lizy.
Poi mi venne in mente.
Mia sorella Lizy. Lei era la persona che più amavo al mondo, ogni momento passato con lei era un ricordo felice.
Lei, la piccola bambina di cinque anni castana e con gli occhi verdi che riusciva sempre a rendermi felice.
"Forza, Lizy, so che puoi farcela! Ripetilo! E-i-le-en."
"Eil..."
"E-i-le-en!"
"E-i-le-en!"
"Bravissima! Mi hai chiamata per nome!"
"Eileen!"
Ecco, quello era il mio ricordo più felice. Quando finalmente mia sorella, a solo un anno e mezzo, riuscì a dire il mio nome.
Ripresi la bacchetta, e con le ultime, poche forze, la puntai ai dissennatori.
"Expecto Patronum!"
Traccia 1 del concorso di scrittura di @_Piccola_Rowling_
