Alle prime luci del mattino, Brianna cominciò a muoversi nel letto; sperava di trovare Nicholas, ma non c'era nessuno. Sospirò
«Va tutto bene?» chiese qualcuno sbucando dalla porta.
Brianna si poggiò sui gomiti e lo guardò «Ah sei qui»
«Dove volevi che fossi?»
«Pensavo te ne fossi andato»
«No, sono rimasto qui tutta la notte»
«Non dirmi che sei rimasto sveglio?»
«Si, direi proprio di si» disse Nicholas sbadigliando.
«Ma perché?» disse lei alzandosi dal letto e andando a cambiarsi perché aveva ancora i vestiti della sera prima.
«Perché non volevo lasciarti sola. Lo sei stata troppo a lungo»
«Sto bene da sola. Non ho mai sofferto la solitudine»
«Lo so, ma adesso ci sono io e voglio starti accanto quando posso e quando vuoi»
«Grazie, ma sarebbe meglio andarci piano questa volta. Non voglio affrettare le cose, di nuovo»
" Vuoi dire che mi dai un'altra possibilità?? " disse sorpreso Nicholas.
" Si, te la meriti, ma dobbiamo essere cauti. Voglio dire non voglio affrettare tutto solo per lasciarci di nuovo come è già successo "
" Si hai ragione. Faremo tutto con calma "
" Va bene. Adesso vado a vestirmi "
" Ok... "
" Non preparare colazione "
" Ma devi pur mangiare qualcosa. Vuoi sentirti male come ieri sera? "
" Ho tutto il cioccolato di tua madre "
" Ma non puoi continuare a nutrirti di cioccolato "
" Lo so, ma non mi va di mangiare un pasto normale "
" Va bene " concluse Nicholas. Non voleva contraddirla. Il loro rapporto era appeso ad un filo. Non voleva rovinare quel poco che Brianna gli stava dando di nuovo.
Brianna decise di indossare un paio di jeans scuri, strappati sul ginocchio e una maglietta rossa. Indossò anche le stesse ballerine della sera prima. Prese la borsa i suoi disegni e uscì di casa. Nicholas le aprì lo sportello dell'auto " Non sono un'invalida Nicholas "
" Lo so "
" Sono capace di aprire una porta "
" Ok scusa "
" Grazie però "
" Di nulla "
Tutto il viaggio in macchina fu silenzioso, quasi imbarazzante pensò Brianna. Non aveva niente da dire o, non sapeva cosa dire. Nemmeno Nicholas sembrava trovare le parole adatte per iniziare una conversazione. Più volte sembrava voler dire qualcosa, ma aveva tenuto sempre la bocca chiusa. Ogni tanto si voltava a guardarla. Lei guardava fuori dal finestrino. Era ancora più bella con i capelli legati, pensò Nicholas.
Arrivati a destinazione si salutarono e Brianna lo ringraziò per il passaggio. Niente baci, niente abbracci.
" Vengo a prenderti appena esci "
" Non occorre "
" Ci vediamo dopo "
" Va bene " disse Brianna alzando gli occhi al cielo.Cominciava a sperare che quell'anno passasse subito. Era già stanca di Milano. Non ne poteva più. Conduceva una vita piuttosto piacevole; il lavoro andava bene; lo "studio" anche e tra pochi giorni veniva a trovarla Abigail. Tutto sembrava filare liscio. Non avrebbe nemmeno voluto iniziare la relazione con Nicholas. Non era pentita, semplicemente avrebbe fatto tutto in maniera diversa.
Aveva passato una settimana in quella casa di moda e già non vedeva l'ora di trasferirsi a Parigi.
Non riusciva a capire perché stava reagendo in quel modo. Forse era stanca di tutto. Forse non riusciva a stare con una persona per poco più di una settimana? In fondo era questo che era successo.
In un certo senso odiava i cambiamenti, ma non desiderava altro. Era una contraddizione vivente.
Lei e Nicholas avevano deciso di andarci piano, di fare tutto per gradi; un po' come avrebbero dovuto fare prima di andare a vivere insieme. E poi non voleva più soffrire per Nicholas. E non voleva che lui lo facesse per lei. Ne aveva abbastanza di lacrime e tristezza. Voleva essere felice. Era chiedere tanto?
Aveva disegnato per tutta la settimana, in pratica non aveva fatto altro. Adesso poteva creare qualcosa. Le avevano detto che avrebbe scelto due degli abiti che aveva disegnato e quelli, sarebbero stati realizzati per la sfilata estiva.
Intorno le quattro e mezza del pomeriggio, l'orario in cui tutti uscivano per andare a casa, solo lei era rimasta seduta alla sua scrivania.
«Che ci fai qui?» le chiese qualcuno.
Era Nicholas. «Sto lavorando»
«Lo vedo, ma non credi sia meglio che ti riposi?»
«No, voglio finire questa cosa. Devo solo scegliere un paio di tessuti e ho finito»
«Allora ti aspetto»
«Va bene» disse Brianna rimettendosi a lavoro.
Nicholas la guardava. Era concentratissima, guardava dei pezzettini di stoffa su un grande catalogo e scriveva. Era affascinante. Lei era portata per quel tipo di lavoro.
Poi Brianna parlò, distraendolo. «Ok, ho finito. Possiamo andare»
«Ok» Uscirono in corridoio e Nicholas le chiese «Che hai fatto oggi?»
«Ehm... ho consegnato gli ultimi disegni; ho scelto due pezzi che andranno alla sfilata e poi ho lavorato ai tessuti fino ad ora»
«Sarai stanca»
«Un po'. Ho un po' di mal di testa»
«Hai mangiato qualcosa?»
«Si»
«Cosa?» sapeva che gli stava mentendo.
«Siamo andate a pranzo fuori con le ragazze. Abbiamo mangiato un hamburger» Era davvero andata a mangiare fuori con le altre; ma erano state le sue colleghe a mangiare lei era andata a fare una passeggiata prima di rientrare.
«Va bene»
Si sentiva un po' in colpa per avergli mentito, ma non era lui a doversi prendere cura di lei.Una volta tornati a casa Brianna andò a farsi una lunga doccia. Quando si rivestì c'era Nicholas che l'aspettava seduto su una sedia della cucina. Stava giocherellando con alcune matite.
«Sei ancora qui?»
Brianna aveva dei pantaloncini corti, una maglietta bianca attillata e quasi trasparente. I capelli bagnati che le ricadevano sulle spalle stavano prendendo la forma di deliziosi boccoli.
" Si, volevo salutarti prima di andare via. Credo proprio ti serva il tuo spazio "
" Grazie "
" Figurati " disse Nicholas uscendo dalla cucina e successivamente dall'appartamento.
Brianna quella sera guardò un film. Aveva voglia di un horror; era meglio stare lontani dai drammi. Le bastava il suo e poi, non aveva voglia nemmeno di piangere.
Ma per tutta la durata del film non fece altro che pensare a Nicholas. A quanto l'aveva fatta sentire importante in tutto quel tempo trascorso insieme.
Spense la tv, si vestì come quella mattina, prese la borsa e uscì di casa. Camminò a lungo, prima di arrivare a casa sua. Credeva di non trovare nessuno, visto che Nicholas aveva distrutto quasi tutto l'arredamento, invece, vide la luce accesa proprio dalla vetrata della camera da letto. Scese giù nel garage ed entrò nell'ascensore che l'avrebbe portata fino all'attico.
Quando le porte si aprirono rimase sconvolta. Tutto era dipinto di bianco; il pavimento era ricoperto di uno strato di polvere e pittura bianca. Non c'era più nulla: non c'era il divano, non c'era la libreria, nemmeno la piccola scrivania all'angolo. Aveva tolto tutto. Ma perché? Aveva davvero distrutto tutto? Era un po' strano.
" Nicholas? Sei in casa? Sono Brianna "
" Brianna! Che ci fai qui? "
" Non volevo stare sola. Disturbo? "
" No per niente. Stavo dipingendo la camera da letto "
" Perché? Poi perché di bianco? Mi sento in ospedale "
" Tutto mi ricordava te, dovevo cambiare "
" Ah " fu l'unica risposta di Brianna. Era una risposta stupida, lo sapeva, ma non le veniva nient'altro da dire. Non sapeva che dire.
" Che fine hanno fatto i mobili di là? "
" Li ho bruciati "
" Cosa? "
" Anche quelli mi ricordavano te "
" Cambiare direttamente casa no, vero? "
" Ci avevo pensato, ma poi mi sono detto che non avrebbe avuto senso visto che mi trasferisco "
"Visto che mi trasferisco". Quelle parole risultarono come uno schiaffo in faccia. Cosa voleva dire?
" Te ne vai? "
" Si, ritorno in Australia "
" Perché? " Brianna stava per scoppiare in lacrime.
" Ho bisogno di cambiare aria. E poi con me lontano, tu riuscirai a concentrarti meglio sul tuo lavoro "
" Non credo proprio "
«Che vuoi dire?»
«Niente. Quando parti?»
«Credo la prossima settimana. L'unica cosa per cui sono dispiaciuto è non aver mantenuto fede alla promessa che ti ho fatto. Di nuovo»
«Non preoccuparti. Devi trovare la tua strada. È giusto così»
«Già»
«Beh, io vado. Ti ho già rubato troppo tempo»
«Dall'essere molto intimi siamo passati all'essere molto freddi?»
«Che vuoi dire?» chiese Brianna.
«Perché non rimani qui con me? Saranno le ultime sere che possiamo passare insieme»
«Posso farti una domanda?»
«Certo»
«Quando pensavi di dirmelo? Cioè non devi rendere conto a me, ma stavamo ricominciando a riallacciare i rapporti. Quando me l'avresti detto?»
«L'ho deciso proprio stasera. Domani volevo venire a dirtelo di persona»
«Capisco» disse Brianna voltandosi e dirigendosi verso le scale; poi aggiunse «Comunque è meglio che io non resti, che non passiamo del tempo insieme, prima che tu parta, perché sarà ancora più difficile dirti addio» le lacrime già le stavano rigando il viso. Si era voltata in tempo, perché Nicholas non potesse vederla.
«Ci sentiamo Nicholas. Buonanotte»
«Aspetta, non andartene. Non voglio che questo sia il nostro ultimo incontro»
«Non preoccuparti»
«Ti accompagno!» disse Nicholas, ma Brianna era già uscita. Nicholas guardò fuori e vide Brianna correre, come se volesse scappare da quella casa. Poi si fermò, si inginocchiò e la vide tremare. Stava piangendo. No... c'era riuscito di nuovo. Lasciò tutto, prese le chiavi e corse di sotto. Quando uscì Brianna era ancora per terra.
«Brianna»
«Sto bene»
«Non è vero» disse lui inginocchiandosi al suo fianco. «Vieni qui» e l'abbracciò.
«Non lasciarmi! Ti prego...» singhiozzò Brianna.
«Non lo farò. Andremo entrambi in Australia, quando tu avrai terminato gli studi qui a Milano»
«C'è ancora tanto tempo»
«Lo so. Useremo tutto il tempo che ci rimane per conoscerci meglio»
Passarono alcuni minuti ad abbracciarsi. Poi Nicholas disse «Dai ti riporto a casa»
Per tutto il tempo che rimasero in macchina, Brianna non lasciò per un attimo la mano di Nicholas.
Una volta arrivati davanti casa Brianna gli disse
«Grazie per avermi accompagnata. Ci vediamo domani»
«A domani» rispose lui.
In quel momento avrebbe voluto prendersi a pugni. Perché tra loro le cose sembravano non funzionare mai? Forse aveva sbagliato a dire che sarebbe andato via. Non voleva nemmeno partire. Quella sera Nicholas decise di non tornare a casa sua; accese il motore e si allontanò da Milano.
Non gli importava la meta, in quel momento, voleva solo premere sempre di più il pedale dell'acceleratore.
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Love and Pain #Wattys2016
Romance«Sei una pessima attrice, lo sai?» disse Nicholas ridendo. Era comunque una risata stanca. «Perché?» «"Stamattina mi sono svegliata con una brutta tosse"? Non avevi una scusa migliore?» «Ehi, non prendermi in giro. È la prima cosa che mi è venuta in...