Capitolo 1. Un nuovo compagno.

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[JIMIN]

La sveglia segnò le 06:00 in punto e cominciò a suonare rumorosamente.
Quanto detestavo quel suono.
Spensi la maledettissima sveglia e mi misi seduto sul letto fissando il tappetino ai miei piedi.
Era di un bellissimo azzurro acceso,il che mi metteva abbastanza di buon umore considerato fosse il mio colore preferito.
"Jimin,tesoro? La colazione è pronta!" Urlò mia madre dal piano di sotto "Arrivo!" ricambiai la risposta non proprio convinto.
Mi grattai la testa e decisi di abbandonare il mio soffice letto,mi sarebbe mancato tanto.
Mi vestii in fretta con maglia nera,pantaloni di pelle e felpa rossa.
Mi guardai allo specchio "Forse non sono proprio adatto a scuola" pensai e poi scossi la testa,non mi importava di fare bella figura.
A scuola ero invisibile,non ero lo sfigato ma non ero neanche popolare,semplicemente ero io e non avevo un'etichetta fatta eccezione per una cosa sola: gay.
Ebbene si,mi piacevano i maschi,ma nella mia scuola nessuno era interessante e nonostante vociverassero su questa mia caratteristica,la gente non ci rimuginava molto perché non ero nessuno.
Feci spallucce e scesi a fare colazione,mia madre era davvero brava a cucinare ma preparava troppe cose...
"Jimin! Ma non mangi il resto?" Mi chiese mia madre preoccupata per la mia alimentazione "Mamma,é più che sufficiente quello che ho mangiato,davvero non mi entra altro. Comunque era tutto squisito" le risposi alzandomi da tavola e salutandola lasciandola allibita.
La parte che preferivo di una giornata,era proprio la mattina presto.
Certo,alzarsi sempre a quell'orario per poi andare in un posto noioso era davvero una tortura,ma il tragitto per arrivarci era molto piacevole.
La mattina a quell'ora si respirava aria pulita,molte persone erano cariche di energia e di buon umore,i fiori avevano un buon profumo e adoravo vedere la brina sui fili d'erba.
Insomma,avrei voluto fosse mattina per sempre.
"Hey,piccolo Jimin! Tutto bene oggi?" Mi chiese Hiroshi Tendo,il nostro panettiere di fiducia.
A volte la gente non si fidava tanto solo perché era giapponese e non coreano,il motivo non l'ho mai capito.
"Ne,non sono tanto piccolo,sono cresciuto di un centimetro questo mese!" Esclamai fingendomi offeso "Oh bene bene! Vuoi il solito?" mi chiese con quella sua aria da classico zietto affettuoso "Si,grazie" sorrisi.
Mi allungò due panini che ero solito prendere e lo salutai,spesso pagavamo il conto a fine mese per comodità e ad Hiroshi andava bene perché aveva buoni rapporti con la mia famiglia,non a caso veniva sempre invitato per le festività.
Ci volevamo bene e la mia famiglia provava grande ammirazione perché era stato un uomo di guerra ed era vedovo da purtroppo tanti anni,a volte nominava sua moglie ma sorrideva nonostante tutto.
Roteai gli occhi appena vidi il cancello pieno di pettegole "Ma quello è il tipo gay?" "Credo di si" "Che peccato,ha un bel visino" "Troppo basso,sembra un nano" dissero fra di loro.
Cioè,mi avete preso per sordo? Almeno fatelo quando uno non c'è,che stupide.
Sospirai ed entrai a scuola,salutai il bidello e mi avviai in classe.
Ero sempre il primo ad entrare perché non sopportavo gli spintoni ed i ritardi,se non stavo proprio attento alle lezioni,perlomeno recuperavo con la buona condotta.
Guardai l'orologio da polso: 07:23.
Aish! Ero troppo veloce a prepararmi e fare le cose!
Misi le cuffie ed ascoltai la musica fino a che non si riempì la classe dal primo all'ultimo compagno di classe.
Dimenticavo,io sono l'unico con il banco di fianco vuoto,ero talmente invisibile che la gente pensava di essere sola a mettersi li.
Preferivo così,almeno ero libero di ascoltare la musica,disegnare e fare quello che volevo insomma.
"Buongiorno ragazzi" Disse il professore entrando e noi ci alzammo in piedi per ricambiare il saluto "Dunque,oggi ho un annuncio da fare,sedetevi pure".
Annuncio? Non un compito in classe spero.
"Da oggi avremmo un nuovo alunno con noi" Disse destando l'attenzione di tutta la classe,perfino il più bullo,Zico,era interessato all'argomento "Starà con noi per un periodo di tempo indeterminato perché potrebbe anche andarsene,comunque spero che...lo accogliate senza troppi intoppi,intesi? È una persona un po' particolare e vi prego di non infastidirlo" disse con aria preoccupata.
Era l'annuncio più strano che avessi mai sentito "Puoi entrare" infine disse facendo un cenno con la mano verso la porta.
Capii l'annuncio strano,il tipo che entrò era incappucciato,con una mascherina anti-smog e un'enorme paio di occhiali da sole,aveva freddo?
"Lui ha 16 anni e si fa chiamare Key da tutti i suoi conoscenti,vi prego di non chiedere dati personali come nome e cognome" Lo presentò il professore con un tono un po' rammaricato e alla fine concluse "Puoi sederti là in fondo accanto a Park Jimin" indicando il banco vicino a me.
Fantastico.
Sono sempre stato solo ed il mio nuovo compagno di banco sembrava una sottospecie di agente segreto sotto copertura.
"Magari è carino" "Guardalo,é più basso di Park" "Ha un postura perfetta però" "Così conciato deve essere veramente brutto" commentò la combriccola di pettegole,mai una volta che stessero zitte quelle.
Key arrivò al banco un po' impacciato e guardingo,se non avesse avuto gli occhiali credo gli avrei potuto leggere il terrore negli occhi.
Il professore cominciò a spiegare e io vagai con la mente guardando fuori dalla finestra,non mi interessavano proprio le lezioni,non a caso ero stato bocciato un anno.
Purtroppo proprio non mi andava di impegnarmi,il problema poi era che le cose le sapevo pure,ma non avevo voglia di farle.
Promisi a mia madre di farmi promuovere però,perciò almeno gli esami li avrei fatti bene.
Con la coda dell'occhio guardai Key,era incredibilmente dritto,ma come faceva?
Prendeva appunti da bravo studente e mi cadde l'occhio sulla sua mano destra,quella con la quale scriveva.
Era minuta e aveva le unghie un po' troppo lunghe ma curate,sembrava una mano molto delicata,a quanto pare il nostro amico era esile.
Feci un mezzo sorrisetto compiaciuto al pensiero di essere più muscoloso e alto di lui.
Infine decisi di provare a parlarci "Hey" gli dissi e quello sobbalzò facendo cadere la penna di mano.
Evidentemente non era troppo abituato alle conversazioni.
Risi "Non ti mangio mica" e lui si voltò verso di me dopo essersi guardato intorno e si indicò da solo "Si,dico a te" gli dissi capendo la sua domanda con il gesto,lui picchiettò la matita in segno interregativo sulla sua testa e io mi irritai leggermente "Ma sei muto o ce l'hai la voce?" lui tossì leggermente e fece spallucce "Ah,mal di gola eh? Ora capisco la mascherina" gli dissi e lui mi fece segno di "Ok" con la mano.
Proprio non voleva parlare!
Che maleducato,e io che per una volta volevo provare a fare amicizia!
La mattinata passò abbastanza velocemente e giunti all'ora del pranzo andai in sala mensa al mio bellissimo tavolino composto da me soltanto.
Mi guardai intorno un po' incuriosito da dove si sarebbe messo Key,ma lui non si fece vivo.
Dove cavolo era?
Nell'esatto momento in cui entrai in classe vidi arrivare pure lui "Ma dov'eri?" gli chiesi confuso e lui indicò vagamente un punto verso l'alto e andò a sedersi senza troppe spiegazioni.
Era sbrigativo,strano e maleducato.
Mi sedetti anche io sbuffando e aspettando finisse quella giornata tanto assurda.

{L'angolo di Roza: A questo spazietto do sempre un nome diverso ma non fateci caso...
Comunque! Questa è la mia nuova ff,spero vi incuriosisca almeno un po' questa situazione decisamente ambigua \¤^¤/
Lasciatemi pure una recensione piccina picciò per farmi sapere se procedere con la storia e una stellina (??).}

『L'amore non vede』 ❁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora