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Era una sera di fine novembre: Anna, seduta alla finestra della torretta con la penna a mezz'aria e gli occhi sognanti, osservava lo spettacolo del tramonto e provò l'improvviso desiderio di fare una passeggiata fino al vecchio cimitero. Non l'aveva mai visitato, dato che per le sue camminate serali preferiva il boschetto di aceri e betulle o la strada della baia. Ma ora era quel periodo di novembre, dopo la caduta delle foglie, in cui le sembrava indiscreto penetrare nei boschi. Il loro splendore terreno era svanito, non ancora sostituito dallo splendore celeste fatto di spirito, purezza e biancore. Perciò Anna si recò al cimitero. In quel momento si sentiva così depressa e scoraggiata che non trovava poi tanto triste l'idea di un cimitero. E poi era pieno di Pringle, secondo le informazioni di Rebecca. Avevano continuato per generazioni a seppellirli lì, preferendolo al cimitero nuovo, finché "non c'era più posto per uno spillo". Ad Anna parve decisamente incoraggiante poter vedere quanti Pringle erano ormai in condizione di non nuocere più a nessuno. Riguardo ai Pringle, Anna sentiva di essere ormai al limite della sopportazione. La situazione stava
peggiorando fino a diventare un vero e proprio incubo. La larvata campagna di insubordinazione e boicottaggio condotta da Jen Pringle aveva infine sortito i suoi effetti. La settimana precedente aveva chiesto agli alunni della terza classe di scrivere un componimento su "Gli avvenimenti più importanti della settimana". Jen Pringle aveva fatto un buon compito (la briccona era davvero intelligente) e vi aveva inserito un insulto voluto verso l'insegnante, tanto offensivo da non poter essere ignorato. Anna l'aveva mandata a casa dicendo che avrebbe potuto tornare a scuola solo dopo che si fosse scusata. Era fatta. Era ormai guerra aperta tra lei e i Pringle. E la povera Anna sapeva già a chi sarebbe spettata la palma del vincitore. La commissione scolastica si sarebbe schierata dalla parte dei Pringle, lasciandole la scelta tra concedere a Jen di tornare o presentare le dimissioni. Era molto scoraggiata. Aveva fatto del suo meglio e sapeva che avrebbe potuto vincere, se le fosse stata data la possibilità di combattere.Non è colpa mia - pensava avvilita. - Chi mai potrebbe vincere contro un nemico di tale potenza? Ma tornare a Green Gables sconfitta! Dover affrontare lo sdegno della signora Lynde e L'esultanza dei Pye! Anche la solidarietà degli amici sarebbe stata dolorosa. E, una volta che si fosse sparsa la voce del suo fallimento a Summerside, sarebbe stato impossibile trovare un'altra scuola. La sua piccola vittoria, però, l'aveva avuta con la recita. Il ricordo dell'episodio portò un sorriso malignetto sulle labbra di Anna e un'espressione di soddisfazione nei suoi occhi. Aveva organizzato nella scuola un Centro d'Arte Drammatica e allestito frettolosamente una rappresentazione per ottenere fondi destinati all'acquisto di stampe di qualità per le aule. Si era costretta a chiedere a Katherine Brooke di aiutarla, perché le sembrava che Katherine fosse sempre messa da parte.
Ebbe agio di pentirsene più di una volta, dato che Katherine si dimostrò ancora più scostante e sarcastica del solito. Non assisteva a una prova senza fare acidi commenti o aggrottare minacciosamente le sopracciglia. E, per peggiorare le cose, Katherine aveva insistito ad affidare a Jen Pringle il ruolo di Maria Stuarda, regina di Scozia. - È l'unica della scuola in grado di recitare la parte - aveva detto. - Solo lei ha la personalità adatta. Anna non ne era tanto certa. Le sembrava che Sophy Sinclair, una ragazza alta, con gli occhi nocciola e la folta capigliatura castana, sarebbe risultata una Maria Stuarda migliore di Jen. Ma Sophy non era iscritta al Centro e non aveva mai recitato. - Non voglio principianti. Non intendo associarmi a un progetto destinato a fallire - aveva detto sgarbatamente Katherine e Anna aveva ceduto. Era innegabile che Jen recitasse bene la