La Sorpresa

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La notte passò stranamente lenta, come se avessi dormito per tre giorni.

Una volta alzata pensai di fare una nutriente colazione dato che avevo lo stomaco completamente vuoto, senza una minima traccia di zucchero o grasso.

Così per colazioni ingerii quante più cose il mio stomaco poteva contenere, anche se non ero pienamente conscia di quello che mangiavo: bacon, uova quasi strapazzate, succo di non so che cosa, marmellata di non so che gusto, pane che sembrava tostato dal nulla.

Appena ebbi finito di mangiare mi feci una doccia assolutamente normale, come tutti i giorni nel mio passato.

Finito di prepararmi con i nuovi vestiti presenti nel mio armadio, uscii da casa senza aver idea di dove andare, ma questo non importava perché appena uscita vidi Alan vestito come un soldatino, ma con molti più riconoscimenti del previsto.

-Ciao Alan. Che carino il completo da soldatino. Chi te la dato, il vostro imperatore immagino. -speravo che non fosse come temevo, Alan era un soldato o comandante dell'esercito di quel pianeta, ecco perché Charlie mi aveva detto che non era quel genere di persona che fa da custode.

-Dovresti essere più educata nei confronti del tuo salvatore. Ora lui è il tuo imperatore e quindi devi porti in maniera più educata. – mi rispose quasi in tono freddo.

-Ti ho fatto qualcosa di male? Mi sembri un po' freddo.

Ieri era stato così comprensivo, ma ieri non aveva l'uniforme. O almeno questo è quello che pensavo.

-Tranquilla, tu non mi hai fatto niente di male. Vorrei solo che tu fossi più discreta.

-Ti riferisci a qualcosa in particolare? Se stai parlando di Charlie possiamo anche evitare l'argomento. Tu mi avrai anche salvata dal terribile disastro terrestre, ma ora sono libera, non sono in gabbia. Fattene una ragione. Se voglio parlare con qualcuno lo faccio, se voglio invitare qualcuno a casa mia lo faccio, se voglio..

-Adesso basta Jane! Smettila. Sembri una bambina che vuole rivendicare i suoi diritti che, guarda caso sono cambiati. Ora entriamo in casa mia e ne parliamo, senza discutere. Sono stato chiaro?

-Ma certo mio Capitano. – gli risposi con fare ironico ma allo stesso tempo molto serio.

Entrammo nella sua casa che era quella esattamente accanto alla mia.

Una volta entrati cercai di osservare minuziosamente tutti i dettagli per cercare di scoprire qualcosa in più su di lui.

La sua casa era identica alla mia tranne che era molto più arredata e vissuta, non c'era l'odore di nuovo, come invece c'era nella casa esattamente accanto, la mia. Notai diversi orologi con un particolare stemma che non conoscevo, probabilmente il segno dell'imperatore. Sulle pareti erano presenti qua e là dei segni che stavano ad indicare la poca delicatezza nell'aprire le porte. Una foto mi colpì particolarmente. C'era Alan due altri uomini e due donne. Sembravano molto felici e, per cercare di vedere meglio lo sfondo, mi avvicinai un po' ma Alan mi chiamò subito e mi chiese di seguirlo nel salotto con uno sguardo schivo e vuoto di qualsiasi sentimento.

Feci come comandato e proseguii per prima nel suo salotto identico al mio tranne per qualche quadro irrilevante appeso al muro e delle immagini di luoghi che probabilmente erano presenti in questo nuovo mondo.

Così lui si decise a parlarmi:-Allora innanzitutto vorrei che non facessi entrare nessuno in casa tua. Almeno per il momento. -si affrettò a dire quando vide che io stavo già partendo all'attacco.

-Sei appena arrivata, non conosci ancora bene il luogo e le persone quindi te lo sto chiedendo per la tua sicurezza.

-C'è qualcuno che vuole farmi male?

-No, certo che no. È solo una precauzione.

Fece una pausa quasi a sottintendere il contrario, ma decisi di non farci caso. Non potevo permettere di litigare per la seconda volta in un giorno che era appena iniziato.

-Avrei un'altra proposta per te. L'imperatore vuole conoscere tutti i nuovi abitanti del suo pianeta, e per farlo vuole invitare tutti i terrestri con i loro custodi a cena una coppia per volta. Il nostro turno sarebbe tra 13 giorni. È una cosa molto importante.

Ero non so come. Forse scioccata per questa stupida idea di questo "imperatore", forse offesa, forse contenta.

Era una cosa davvero strana, e continuavo a chiedermi il motivo di questo invito.

Alla fine decisi di essere semplicemente pensierosa.

Dall'altra parte Alan mi guardava cercando di capire quello che passava per la mente in quel momento.

In realtà non lo sapevo neanche io. Come ho detto cercavo di pensare ad una risposta cortese e garbata per non accettare questo strano invito. Alla fine di tanti ragionamenti decisi di parlare con voce calma per non far arrabbiare Alan.

-Mi dispiace ma non credo sia una buona idea. Non sono brava a parlare in pubblico, e poi non me la sento di vedere questo Imperatore. Non posso, mi dispiace.

Lui mi guardava con aria ebete, come se gli stessi facendo vedere la foto di una donna nuda. Non riusciva a capire quello che stavo dicendo o era semplicemente stordito?

Questo è un mistero per tutti.

Con la sua massima discrezione e tranquillità mi rispose:- Mi dispiace che tu la pensi così ma io te ne ho parlato per essere gentile, ma non era un invito. L'Imperatore vuole vedervi tutti, senza eccezioni.

Ora io avevo uno sguardo ebete. Io dovevo andare a quella stupidissima cena con Alan e l'Imperatore, non se ne parla.

-Sicuro che sia obbligatorio? Insomma siamo tantissimi,

-Sono gli ordini dell'Imperatore.

-Giusto, scusa. Vivete sotto vostro fratello, vi lasciate comandare da lui, siete patetici. E se vuoi davvero sapere una cosa ieri sera ho invitato Charlie in casa mia perché volevo capire meglio questo Imperatore chi era e, dai suoi racconti, sembra una persona davvero detestabile e arrogante. Se lui vuole conoscermi va bene, ma se io non volessi conoscere lui? Ma devo per forza farlo perché sai lo dice l'Imperatore e tutto quello che dice l'Imperatore è sacro, giusto signor Capitano?

Probabilmente in quel momento Alan voleva strozzarmi, ma non lo fece. Raccolse tutta la sua pazienza per dire quella frase.

-Ora sei sotto di lui. Rispettalo e non dire mai niente contro il nostro Imperatore. Sono stato chiaro? Mai più.

E con queste ultime parole aprì con uno scatto feroce la porta e mi ordinò di uscire. Appena fui fuori mi disse con voce vincente:- Allora dico all'imperatore che fra 13 giorni ci vediamo nel suo palazzo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 16, 2016 ⏰

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