CAPITOLO 4

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Eravamo arrivati . Noi piccoli piccoli difronte ad un enorme castello tutto grigio . Esitai ad entrare per la paura ,ma non volevo lasciare Michele solo e lo seguii .
C'era uno strano odore che somigliava allo zolfo e ovunque c'erano polvere e ragnatele .
Divani e poltrone erano coperti da teli di plastica trasparente , che però pareva bianca perché coperte da polvere. Il pavimento ai nostri piedi scricchiolava ed io ero ormai incollata a Michele che continuava a ripetermi che non mi avrebbe mai lasciata sola e che mi avrebbe protetto sempre, ma secondo me aveva più paura lui di me. Arrivammo ad una scala, anch'essa scricchiolante, che portava ad una stanza completamente vuota. In fondo c'era una finestra aperta, dalla quale penetrata il vento freddo dell'inverno che faceva svolazzare le tende gialle . Per il freddo tremai e con me tremò tutto il castello. Io e Michele ci guardammo spaventati e ci colpo ci girammo verso la porta e per poco non sprofondammo : le scale e i piani inferiori erano scomparsi . Non si poteva salire. Non si poteva scendere. Ci affacciammo alla finestra aperta ,unica via di fuga. Sul muro esterno era appoggiata una scala e Michele incominciò a scendere per primo, in modo tale da assicurarsi la mia sicurezza. Arrivato alla fine della scala sentii urlare il mio nome, ma non era Michele . Mi sentii spingere alle spalle.
E come sei il movimento cronologico la toccasse ora solo con forza derivata, come se ella ora sprofondasse nella placenta delle loro esistenze

IL SILENZIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora