Shivers.

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Harry era sempre stato un ragazzo abbastanza tollerante nei confronti di ogni persona che decidesse di rivelargli che lo odiava. Si limitava a sussurrare un "okay", che tradotto nella lingua stylisiana era come un bel vaffanculo spiaccicato in faccia. Amava conoscere nuove persone, nuovi caratteri, nuovi volti.

***

Studio di XFactor~ 2 Ottobre 2010

Proprio quella volta aveva un gran bisogno di fare pipì e non poteva trattenerla.
Con cortesia chiese a Simon se poteva uscire dalle prove per qualche minuto e dopo essersi subìto uno sguardo di disapprovazione e quasi odio, si decise e lasciò perdere la risposta che Simon gli avrebbe rifilato.
«Le prove ragazzino! Dovrebbero arrivare a minuti» sentì la voce sonora e autoritaria di Simon dalla sala e si affrettò a rispondere, talmente tanta la paura che provava. Quel tizio tutto fumo e niente arrosto gli aveva cambiato radicalmente la vita, senza sentire se o ma dal ragazzo. Lo odiava come si odia il proprio padre che non vuole sentir ragioni dal proprio figlio, anche se questo si sa, ha ragione.
Anche solo vedere la sua faccia tutti i giorni per sentirsi dire che la sua voce era troppo femminile, che non arrivava alle note basse e che neanche quelle alte le riusciva ad azzeccare, gli veniva una voglia innata di ritirarsi dal gioco di XFactor, anche se aveva da tanto tempo desiderato far parte di un qualcosa più grande di lui.
Era il settembre del 2010 quando aveva superato con fatica tutte le competizioni dello show e si era sentito così messo da parte e non considerato, quando gli avevano rivelato che non avrebbe potuto intraprendere una carriera da solista.
«La tua voce è debole» gli aveva detto Simon, senza peli sulla lingua e poi aveva aggiunto un commento al commento. «Non sei completo, ti manca qualcosa»

Sbatté la porta del bagno e cominciò a pisciare. Il suo cuore si fermò per un secondo quando sentì il rumore di una porta aprirsi. Poteva essere Simon. Aveva paura della sua reazione: lo avrebbe potuto squalificare con uno schicco di dita.
Harry si allacciò i pantaloni e tirò su la zip in mezzo al bel pacco che si ritrovava, ancora eccitato dal tocco che si era concesso per un minuto.
Gli sembrò di non avere più battiti quando una persona aprì la porta del WC dove si trovava in quel momento.
«Oddio scusa» rise un ragazzo biondo, vestito con una maglia abbastanza attillata sui fianchi a righe blu e bianche. I pantaloni erano anche essi stretti e lasciava spazio all'immaginazione un bottone libero, che si era probabilmente sbottonato prima di entrare in bagno. Harry aprì poco la bocca dallo stupore dopo aver visto i due più bei occhi azzurri che avesse mai incontrato. Passò qualche secondo e Harry si ricordò di essere in piedi davanti ad una checca e che lo stava osservando come se anche lui lo fosse. Il biondo arrossì un poco e quando se ne accorse lasciò spazio ad Harry per uscire, girando il volto dalla parte opposta.
Harry era innamorato, sì, di una ragazza inglese con i capelli color fieno, che si era concessa a lui dopo che si era esplicitamente messo ai suoi piedi e l'aveva pregata baciandole le piccole mani bianche.
«Ciao» pronunciò solo e lo guardò sottecchi.

***

«Siamo arrivati» ammise l'autista, prima di spegnere l'aria condizionata, che aveva portato il clima della macchina da caldo infernale a freddo glaciale.
A Seattle splendeva il sole e i raggi accaldavano la fronte di Harry, scoperta dai capelli da una bandana dal colore verde, il colore dei suoi occhi.
Si appoggiò ad una panchina, affiancato dall'autista, che si guardava in giro e apettava di trovare una ragazzina con il telefono per entrare all'interno dell'edificio e liberarsi del calore afoso della città.
«Sono passati venti minuti, avevi detto che stavi arrivando» si lamentò Niall da dietro, che vestito con una maglietta scollata e senza maniche, godeva di un po' più di fresco rispetto ad Harry che indossava una giacca ricamata e colorata di rosso e grigio.
«Tutto e subito, no?» rispose sarcasticamente Harry, cercando di sorridere un po' visto che aveva realizzato che era una questione di qualche ora e si sarebbe dovuto mettere a cantare tra migliaia di persone. Safeco Field era un'arena immensa dove quattro piccole persone avrebbero dovuto attirare l'attenzione di tutti i presenti.
«Sei lunatico, ma già lo sai quindi non lo ripeto» sbuffò Niall, non riuscendo a nascondere un sorriso a fior di labbra, che come sempre si faceva spazio in ogni occasione.
«Lo hai detto e ripetuto con "lo" caro Niall» si sentì un poco meglio a parlare con il biondo, che rimaneva a qualche passo da Harry, proprio dietro di lui. Il riccio era contento di non avere come al solito le domande assillanti di Liam riguardo la relazione "incasinata", come aveva ammesso occhi a mandorla, e "senza filo logico".
Liam ultimamente era molto diretto, soprattutto da quando aveva attirato l'attenzione di un'attrice americana, quindi si sentiva poco più di un dio.
«Harry dobbiamo entrare..» gli ricordò il biondo, con un tono di amerezza, perché sapeva che appena visti gli occhi ghiaccio di Louis si sarebbe fermato e imbambolato per qualche minuto e sarebbe rimasto silenzioso per tutta la durata della serata. I due amanti litigavano molto spesso dal momento in cui Louis aveva ammesso ad Harry che aveva fatto una cazzata, una di quelle grosse che segnano la vita.
Harry l'avrebbe fissato per tutta la serata, sperando che il biondo prima o poi si fosse girato, per accennargli un sorriso. Questa volta però quello che era arrabbiato era proprio Harry, che non s'incazzava mai con nessuno, neppure con i fan se diventavano troppo appiccicosi e strani, anzi, cercava sempre di vivere con il sorriso e di farsi scivolare tutto.
Non poteva però dimenticarsi che un bambino esistesse e che il padre di questo fosse proprio il suo Louis.
«Arrivo» rispose Harry, facendo un cenno alla guardia del corpo, per dire di andarsene e che da lì in poi se la sarebbe cavata da solo.

«Niall ce la fai a fare "Na na na" senza stonare? Dio santo» Liam con un fare altezzoso mosse un poco le braccia per spingere il biondo a concentrarsi. Si sapeva: se Harry era sovrappensiero lo era a sua volta anche Niall.
Erano legati da una serata in cui tutti e due si erano ripromessi che da quelle mura non sarebbe uscita parola su quanto avevano fatto.
Niall pensava che la causa dello sguardo perso di Harry e il suo modo che dava a vedere che si sarebbe messo a piangere lì per lì, era la scoperta di quella indimenticabile serata, ma poi pensò che Harry glielo avrebbe probabilmente riferito.
Niall si mise a posto gli occhiali color tronco e accontentò Liam, che anche se a prima vista sembrava dare su i nervi, il biondo era talmente buono con lui che faceva finta che tutto quello scoppio di egocentrismo fosse passeggero.
Harry rimaneva seduto su un divanetto di pelle nera, mentre si accarezzava le labbra con l'indice e il pollice, strofinando la parte bassa della bocca. Era pensieroso: non sapeva se dare un'altra possibilità a Louis o se risultare incazzato per altri giorni e vedere se il biondo una volta si fosse fatto avanti.
In effetti quello che aveva cominciato tutto era stato proprio il riccio e senza pretese aveva accettato di provare qualcosa quando piccoletto involontariamente lo toccava.

***

«Prima o poi sapevo sarebbe successo» sospirò Louis al ragazzo davanti a se, che lo aveva bloccato con entrambe le braccia al muro. Harry si avvicinò con i fianchi a Louis e il biondino pensò che stesse per baciarlo. Erano da soli nel corridoio ormai disabitato dell'albergo dove alloggiavano, vicino alla sede dello show. Era circa l'una di notte e i due si erano rincorsi per i corridoi per acchiapparsi a vicenda. Come due bambini con il loro primo vero debole.
Stavano ansimando entrambi, stanchi per la corsa. Louis sentiva il respiro affannoso di Harry sul collo, il quale aveva sbattuto volontariamente la testa al muro. Harry era davanti a Louis, però, essendo più alto, il suo viso gli superava la testa ed arrivava ad appoggiarsi proprio sopra il capo di Louis.
Harry si staccò dal muro, ormai non più ansimante e si piegò verso Louis, per guardarlo negli occhi.
Il biondo non si muoveva, pensando che tutto quello fosse un maledetto sogno. Aveva avuto sogni erotici su Harry per notti e aveva trovato tonificante masturbarsi pensando al suo corpo.
Harry si avvicinò pericolosamente con il capo al suo viso e Louis aveva cominciato a tremare piano, mentre vedeva gli occhi color smeraldo di Harry, che sembravano esprimere tutti i sentimenti che stava provando sulla sua pelle. Harry accarezzò con un il pollice il mento di Louis, spingendo nel mezzo. A quella presa Louis si fece scappare un sospiro di piacere e successivamente smise di respirare.
Harry sentì una scarica di adrenalina e in quel momento desiderava provare ad assaporare le sottili labbra di Louis, che sembravano tanto invitanti che le avrebbe volute mordere, strappare, ciucciare. Le avrebbe volute sul suo corpo. Fremeva perché quel contatto non lo avrebbe dovuto aver mai voluto. S'immaginava Simon.
'Lui magari non prova lo stesso' pensò Harry, ma successivamente gli ritornarono alla mente alcuni sguardi e qualche osservazione di Niall riguardo il fatto che Louis aveva scaricato ogni sua foto di twitter e che lo avesse guardato molto spesso.
Harry toccò con il labbro superiore la punta del naso di Louis e ritornando verso la sua bocca, le labbra di Harry si alzarono verso l'alto, strusciandosi contro la parte bassa del naso.
Le loro fronti si sfiorarono e in quel momento Harry si staccò bruscamente e fece risuonare nell'aria una bella testata contro la fronte di Louis, che urlò di dolore.
«Pensavi davvero che ci avrei provato, checca?» rise Harry di gusto, ma sempre con quel male al petto, che gli diceva il contrario. Voleva da settimane trovare il coraggio di saltargli addosso mentre cantava e riempirlo di tocchi, che a quel tempo si potevano definire casti.

***

Harry soffriva pensando a quell'episodio, come si era comportato e come aveva rigettato i suoi sentimenti, perché credeva di essere legato ad una sola persona. Simon era stato il primo ad aver notato il feeling tra di loro e tramite filmati, discorsi e piccole frasi, aveva distorto e represso l'attrazione che Harry provava per Louis.
«È un abominio» ripeteva quando Harry sorrideva nel vedere un messaggio di Louis.
Lui li aveva allontanati.

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