Blow.

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«Dovrebbe arrivare» pronunciò Niall sospirando allo stesso tempo: erano tutti seduti sul divano di pelle nera ad aspettare il ragazzo biondo cenere.
Mancavano poco meno di dieci minuti e sentivano già le fan urlare dalla frenesia.
Avevano provato più volte, sia Niall che Zayn a chiamare Louis, ma questo non si era degnato di rispondere né di mandare un messaggio innocente, che riferiva che non si sarebbe presentato.
I tecnici già avevano ricordato più di cinque volte ai ragazzi di entrare sul palco, anche se un membro mancava pensavano che nessuno se ne sarebbe accorto. Quando mai.
Niall era l'unico che continuava a correre dalla porta di entrata del camerino al divano, rosso in viso per la preoccupazione, forse era il solo ad avere davvero a cuore la questione della band.
Ormai tutti gli altri erano diventati quasi come automi mentre cantavano, davano sempre meno importanza al lavoro di squadra, perché dopo anni di tour non riuscivano a stare l'uno accanto all'altro, soprattutto Liam e Zayn, che avevano più volte ammesso che non serviva che stessero sempre insieme, appiccicati, perché ognuno di loro aveva stretto nuove amicizie e i membri del gruppo erano diventati per loro solo colleghi di lavoro.
I testi sentiti delle canzoni erano scritte solo da Harry e Louis, che avevano ancora qualcosa da dire, ovvio sulla loro relazione, che rimaneva al contempo segreta. Riuscivano a nascondere infatti nelle parole pure di una canzone un significato per la maggior parte delle volte perverso e con il fine di esprimere i sentimenti che nessuno dei due aveva il coraggio di dire a parole davanti all'altro.
Harry prese una ciocca di capelli e la infilò nel codino che si era messo, per fare in modo che questa non andasse ad aggrovigliarsi alla cuffia che gli avevano inserito nell'orecchio, per sentire meglio la musica e risultare intonato.
Camminava con il microfono in mano, dopo essersi cambiato e aver messo un paio di jeans neri e una maglietta bianca a maniche corte.
«Ma dove cazzo è?!» urlò Niall, sul punto di avere una crisi isterica. Lanciò la borsa dove tenevano i cambi sul divano, addosso a Zayn, che sembrava fregarsene poco di quello che stava succedendo, perché non aveva fatto altro che prestare il suo telefono per chiamarlo e poi ritornare ad usarlo per conto suo.
«Rotto necessariamente i coglioni? Arriverà, non è la prima volta che uno di noi non si presenta ad un concerto» Zayn era abbastanza calmo rispetto al solito, visto che sopportava a stento il biondino, ma risultava anche lui un po' dubbioso delle sue parole: Louis non aveva mai saltato un concerto, quindi quella sua improvvisa sparizione sembrava essere senza senso e in più i ragazzi si stavano preoccupando del motivo per cui non fosse con loro.
«Sputa il rospo, Harry. Sono ore che non dici nulla» Liam trovò il coraggio di chiedere che cosa fosse successo, anche se non gli importava più di tanto, era molto preoccupato per le fan, che si sarebbero potute ribellare, visto che non avevano avuto la notizia della mancanza di Louis.

Harry non si girò neanche nella direzione di Liam e continuò ad osservare il muro bianco, non volendo parlare in quel momento con quello stronzo di Liam, che sempre s'impicciava degli affari degli altri.
Harry si alzò finalmente dal divano e entrò sul palco, spingendo tra i tecnici e facendo cadere una povera ragazza, che mentre sistemava le luci era andata a sbattere contro il corpo grande e forte del riccio. Aveva lasciato di stucco i ragazzi, che rimanevano a guardarsi l'un l'altro, senza dire una parola. Niall stava fremendo dalla paura.
«Comportati da uomo, ragazzina» gli disse Zayn con un tono di burla, ma anche abbastanza paterno. Niall si ricompose nel momento in cui Zayn gli passò davanti, ma poi si sciolse e riprese la sua espressione sconvolta.
Harry si fece spazio tra la quantità di manager e staff fino ad arrivare al centro del palco. All'inizio calò il silenzio, perché le fan non videro i cinque puntini nel grande spazio nero a loro concesso per cantare. Quando il riccio alzò tutte e due le braccia si risvegliarono tutti i presenti e si fece largo un boato immenso, che non dava segno di finire.
Mantre Niall seguiva Zayn tremando, Liam rimase in camerino ancora qualche secondo, per controllare se quel biondo si fosse deciso di entrare dalla porta color metallo.
«Fanculo te e i tuoi problemi» disse Liam alla porta, ma poi si girò verso il punto in cui era seduto inizialmente Harry, quindi era come se lo avesse detto pure al riccio.

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