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Odio tutte queste persone ricche che si credono tanto potenti sfoggiando tutto il loro denaro nel mangiare in un ristorante di lusso. Davvero non li capisco questi ricchi. Che poi mi chiedo di cosa parlino. L'unica cosa che vedo sono conversazioni inutili, finta cortesia, invidia e molte, molte risate false. Tutto ciò che c'è dietro i loro occhi è invidia, odio e disprezzo, e fanno queste cene solo per dei favoritismi personali.

"Buongiorno cosa posso portarvi?" Mi stampo uno stupido sorriso in faccia. Non ho mai capito perché faccio ancora questo lavoro, in verità mi servono solo dei soldi. Lavoro in un ristorante di lusso anche se a volte preferirei lavorare al McDonald. Ogni giorno ho a che fare con vestiti eleganti, trucco e capelli perfettamente sistemati quando in un fast food starei comoda, i capelli legati in una crocchia e un minimo di trucco per essere presentabile.

"Mi potrebbe dire il menù del giorno?" Chiede un figlio di papà. Ma fatti una dannata vita e leggi il menù deficiente. Espongo minuziosamente il menù, spiegando ogni qualsiasi elemento che viene usato nel piatto con un linguaggio ricercato. Ma che professionista. So proud.

Prendo le ordinazioni, recandomi verso la cucina e depositando il foglietto. Nel mentre cammino per i vari tavoli, portando le ordinazioni richieste. Porto piatti al tavolo a cui prima ho preso le ordinazioni, augurandogli una buona cena. Odio avere gli occhi di tutti addosso. La maggior parte delle persone in questo ristorante di lusso non sono persone ricercate e acculturate anzi, sono degli ingrati e dei pervertiti che si sentono potenti perché hanno dei soldi. La maggior parte di loro mi guardano il culo, solo che hanno un minimo di decenza per non dirlo ad alta voce. Almeno quello dio.

Finalmente è l'una della notte e io posso andare a casa. Devo solo aspettare che tutte le persone muovino il culo fuori da qui e poi potrò tornare a fare la persona indecente al mio appartamento. Vado in bagno e mi risciacquo la faccia. Fanculo trucco non mi servi più. Asciugandomi, tolgo un po' di fondotinta, posso vivere anche senza arrivata a questo punto della giornata. Entra un ragazzo, quello a cui prima ho preso le ordinazioni. Pezzo di meraviglia che cazzo fai qua dannazione neanche leggere sai? Hai qualcuno che paghi per leggerti le cose? È per questo che prima mi hai chiesto il menù?

"Questo bagno è solo per il personale, quello per i clienti e in fondo a destra." Mantengo tutta la calma che posso avere a quest'ora e indico, anche se è maleducazione, dov'è l'altro bagno. Vattene dal cazzo, se non era chiaro.

"Non sono stupido, comunque sono qua perché ci sei anche tu." Mi sfiora la guancia con le dita. Ma che cazzo vuole sto qua ora?

"E quindi?" Smettila di toccarmi ingrato.

"E quindi io ti voglio." Nope.

"Non sono affari miei." Esci plz.

"Oh sì che lo sono." Mi afferra le guance e mi bacia prepotentemente. Era da un po' che non baciavo o facevo cose con un ragazzo, quindi inizialmente ricambio. Poi mi accorgo della grande cagata che sto facendo e mi ritiro di scatto, per poi dargli uno schiaffo sulla guancia. "Okay, me lo merito, scusa. Fumi?" Ti droghi o cosa? Mi apre il pacchetto davanti. Un po' sconcertata da quello che è successo, afferro la sigaretta tra le dita e mi inoltro verso il giardino del ristorante, per non rischiare di far scattare l'allarme mentre il ragazzo mi segue come un cagnolino. Tiro fuori l'accendino dal grembiule legato ai fianchi. Ecco svelato il mistero, il grembiulino che tengono i camerieri attorno ai fianchi contiene di tutto.

"Avvicinati." Mi metto la sigaretta in bocca e aspetto che lui si avvicini con la sua, ma evidentemente è troppo stupido per capire cosa intendo. Quindi lo prendo per il mento e avvicino le nostre sigarette, per poi accenderle contemporaneamente. Giro subito la testa dall'altro lato per non lasciargli il fumo addosso, anche se la tentazione è grande.

"Scusa per prima, è stancante." Oh cavoli fritti, poverino.

"È stancante essere serviti e riveriti in tutto ciò che vuoi? Oh poverino." Per ribadire, non sopporto i ricchi. Snob, irrispettosi, maleducati, presuntuosi, arroganti, scortesi, impertinenti e dio, potrei andare avanti all'infinito.

"Non mi sopporti eh." Rilascia del fumo.

"Ringrazia il cielo che non ti ho buttato fuori a calci in culo." Aspiro. "Ma i tuoi genitori non si preoccupano dove è il loro figliolo?" Dico, prendendo per il culo.

"Non-" Ti pare che il mio telefono non squillasse proprio ora. "Chi è?" Cazzi miei testa di fiorellini.

"Anna, la mia coinquilina." Striscio il dito sullo schermo per rispondere alla chiamata.

"Oi Isa dove sei?" Cos'è successo Anna tu non mi telefoni mai per sapere dove sono.

"Sono a lavoro, ho quasi finito, un tavolo si è fermato qui più a lungo." Guardo male il ragazzo accanto a me, di cui io non so il nome.

"Vabbene ma fai presto perché devo raccontarti di cosa è successo con Alessandro." Spiega tutta felice. Quella ragazza è troppo felice.

"Certo, ciao." Metto giù e finisco in fretta la mia sigaretta.

"O ti muovi, oppure te la faccio ingoiare quella sigaretta." Uhh, il bruciore.

"Ho finito, ho finito." La spegne pestandola.

"NON ARRIVO PIÙ A CASA SE TI ASPETTO ANCORA." Mi dispero. Voglio andare a casa, ho le gambe stanche e mal di testa, e non ho neanche il ciclo.

"Ti accompagno io, vai tranquilla." Ci speravo.

"Almeno sei gentile." Mi avvio verso l'uscita, e chiudo il ristorante; non ho mai capito perché devo farlo io. Insomma, sono una cameriera, potrebbe farlo Giada, la tipa all'accoglienza. No io, ti pare. Mai na gioia.

Ciaone raggazzuole. Come state? Come sta andando la vita? Okay premetto che questo è il prossimo sono i capitoli più seri e ben strutturati della storia. È forse anche i più noiosi. Ma fidatevi, sono esilarante puf. No okay ironico.

Raccontatemi dai il vostro dietro a scuola che sono un sacco curiosa. Tipo io ero agitata perché cambiavo scuola ed è sempre un po' strano presentarti a gente nuova. Quindi, che scuola fate e in che classe andate? Com'è stato questo passo verso l'oscurità?

Rich || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora