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"Quindi?" È un avverbio.

"Quindi cosa?" Mica tutti sanno quello che pensi, deficiente.

"Quindi dove ti devo portare?" A Gardaland, no?

"A casa mia?" Dove sennò?

"Dove cazzo abiti?" Sì ma non scaldarti.

"Che parole scurrili e di registro volgare signorino." Lo riprendo caricando la mia vecchia professoressa di economia: labbra arricciate e mignolino della mano alzato.

"Ma se ho più anni di te." Sicuramente di meno di intelligenza.

"Ah se?" -reje ah eh eh.

"Quanti anni hai?" Non si chiedono gli anni ad una donna.

"20." Mi sento piccola a dire 20 quando in verità ne ho 21 tra due mesi.

"E io 21." Bravoh.

"Non è giusto. Faccio gli anni tra due mesi e devo ancora festeggiare." Che persona triste.

"Abbiamo mezzo anno di differenza, una più piccola non mi darà mica ordini sulle parole che posso dire." Ah se testa di cazzo? Una più piccola non ti può dare ordini?

"Via Garibaldi, 22." Dicevamo?

"Cosa...?" Godo.

"Metti in moto questa cazzo di auto e portami a casa." Chi aveva ragione eh?

"Cosa sono queste pa-" Testa di cazzo no.

"Vuoi davvero rincominciare questo discorso?" Non mi risponde standosene zitto con gli occhi sulla strada e il pensiero da un'altra parte. Confermo: odio i ricchi.
Non vedo l'ora di arrivare a casa e di mettermi il mio pigiama antisesso ma comodissimo e di mangiare un sacco di schifezze con Anna e di raccontarle tutto ciò che è successo e lamentarmi per l'ennesima volta che odio i ricchi. A proposito, odio i ricchi.

"Grazie e spero a mai più." Cerco il briciolo di controllo che ho nel corpo per non prenderlo a schiaffi.

"Possible almeno sapere come ti chiami?" Chiede poco prima che io sbattessi la portiera della sua Range Rover nera.

"Non credo ti servirà spesso." Mi abbasso per guardarlo in faccia e poi sbatto la portiera della macchina. Senti caro voglio fare la mia scenetta teatrale, non infrangermi i sogni.

"Comunque io mi chiamo Lorenzo." Credo abbia detto nel secondo prima che io chiudessi tutti i contatti con questo essere. Non che mi interessi.

Salgo le scalinate del condominio e arrivo davanti alla porta dell'appartamento. Prima che io possa cercare le chiavi, Anna mi apre la porta. Wo.

"Cos'eri, in attesa?" Domando divertita.

"Più o meno." Si mette una mano per coprirsi la bocca. Per carità di dio Anna no. "Comunque devo raccontarti una cosa che ahhh, è tipo importante." Tutta pimpante si siede sul divano e raccoglie i suoi capelli biondi tinti in qualcosa. Qualcosa di non definibile.

"Uuh." Dico con finta felicità. Sicuramente mi comunicherà qualcosa che ha a che fare con il suo quasi fidanzato Alessandro. Lo odio. Anche se è un figo. Mi sta sul culo. È che è stupido.

"Puoi almeno fare finta di essere entusiasta?" No.

"Ye, si dai raccontami tutto amica mia." Dico con un espressione che se fossi un'altra persona mi prenderei a schiaffi. "Preferisci?"

"No è ancora peggio, però tu continua." Ma anche no.

"No." Dai non rompere.

"Sei una pessima coinquilina e migliore amica." Non serve che me lo ricordi cara.

"Lo so." Bitch.

"Però mi vuoi bene quindi ti perdono." Dice convinta e tutta sorridente. Mi dà fastidio tutta questa felicità.

"Sei sicura che io ti voglia bene?" Le chiedo facendola imbronciare. Si. Sì è la risposta ma mi piace prenderla in giro.

"Isabella Andrea Vianello spero tu stia scherzando." Mi è sempre piaciuto il nome Andrea per le femmine, solo che ormai tutti mi conoscono per Isabella.

"Ovvio che sto scherzando, stupida. Lo sai che ti voglio bene." Fin troppo bene, dovrei smetterla con tutto questo affetto.

"Spero che sia vero." Mi guarda corrucciata. Srsly girl shut up.

"Giuro." Se non ci credi facciamo giurin giurello.

"Hm." Daii.

"Dai su racconta." Cerco di cambiare discorso ma mi ricordo solo dopo di cosa doveva raccontarmi. Oh dio no.

"In pratica sai che ieri Tommaso è venuto qua e mi ha baciata?" Annuisco. "Insomma, oggi l'ho raccontato ad Ale e lui è andato a dirlo a sua morosa e si sono lasciati." Tommaso è il puttaniere brutto di turno, che ci prova con tutte anche se è fidanzato. O almeno, lo era.

"Ah, era ora. Ma lei sa solo di ieri o anche delle miriadi volte in cui ha cercato di scoparti?"Diciamo che sto tipo ha una cotta per il corpo favoloso della mia migliore amica. Anche io, lo ammetto.

"Dai, non è vero!" Uh uh.

"Ah no?" La sfido, hai già perso cara.

"Comunque solo di ieri." Ti arrendi troppo facilmente; l'importante è che io abbia vinto.

"Ma Alessandro non si è arrabbiato perché ti ha baciata?" Che stupida, chi è che direbbe al proprio ragazzo di aver baciato un'altro?

"Si, un po', ma poi gli ho spiegato che è stato lui a incominciare e che io l'ho respinto subito." Se io fossi un ragazzo non mi fiderei, dovrei avere le prove.

"E ti ha perdonata?"

"Diciamo di sì." Anche lui è stupido.

"Ma come ti è venuto in mente di dirgli che Tommaso ti ha baciata?" Anche te che problemi hai stupida.

"Non ci stavo pestando nel momento, mi sono accorta dopo di ciò che avevo detto." Eh te pare.

"Ah giusto te non pensi mai." Come osi.

"Troia." Ah se?

"Stupida."

"Stronza."

"Cogliona."

"Ti odio."

"Datti fuoco con la candeggina."

"Mi abbracci?"

"Vieni qua." Lei è la mia migliore amica. Toccatemela e vi uccido.

MA CIAO. Guardate che puntualità cioè. Una settimana di scuola e già non ho più voglia di alzarmi dal letto. La prima settimana okay, ora sono passata da eyeliner e mascara a se c'ho voglia mi trucco, da jeans e camicia a leggins e maglione e da capelli perfettamente sistemati a se me li metto apposto prima di prendere l'autobus è un evento.

Avete già fatto verifiche? Io grazie a dio no perché c'è gente in vacanza studio e quindi ogni scusa è buona.

Rich || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora