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Avevo la senzadio che lui non fosse un ragazzo normale e i brividi c'erano sempre.
E ebbi la prova.
Non ci credere te mai a quello che ho visto, ma WOW, i suoi occhi. I suoi occhi erano bellissimi.
L'iride era contornata da un azzurro chiarissimo che a mano a mano che si avvicinava alla pupilla diventata verde chiaro, poi verde scuro, dopo marrone chiaro e infine marrone scuro che si confonde la con la pupilla.
Non ero un oculista, ma ero certa che le persone non potevano avere degli occhi come i suoi.
Rimasi sbalordita e incantata dai suoi occhi.
Stemmo a fissarci per, più o meno, tre minuti.
Ma come fa ad avere degli occhi così? Non erano azzurri. Non erano verdi. Non erano marroni. Non cambiavano colore, erano tutti insieme.
I suoi occhi erano puntati sui miei.
Poi una mano si strinse intorno al mio braccio destro.
-Andy, stai bene? Perché stai fissando l'albero?-
Mi girai di scatto vero di lei.
-Allora?- mi guardò con un punto interrogativo sulla faccia.
Non risposi e mi rigirai verso il ragazzo, che però non c'era più.
-Andy stai bene?- mi scrollò Serena.
-Sì, certo.- risposi e non dissi altro per tutta la mattinata.
Volevo che le ore della scuola non finissero, ma per mia sfortuna durò anche troppo poco.
Questa volta aspettai Serena in classe.
-Ma perché stavi fissando l'albero?- mi chiese mentre girava il suo manubrio.
-Non lo hai visto?- chiesi senza pensare a quello che stavo dicendo.
-Chi i che cosa non ho visto?-mi chiese.
Non risposi, stavo pensando ad altro.
-Andy, mi stai ascoltando?-
Non risposi.
Non so come abbia fatto ma mi si fermò difronte.
Ritornai in me pochi centimetri prima che potessi scontrarla.
-Andy! Mi stai ascoltando?-
-Sì, scusami.-
-Quindi, chi o cosa stavi guardando prima, a scuola?-
-Te lo posso raccontare al bar?- le chiesi.
-Sì, va bene.-
Credo che mi avesse rispose così perché era curiosa e sapeva che altrimenti non le avrei raccontata.
Arrivammo davanti a casa sua.
-Ci vediamo lì fra un'ora al bar.-
-Ok.- scese dalla bici ed entrò in casa.
Questa volta pedalai il più veloce possibile davanti al bosco e arrivai a casa.
Ebbi solo il tempo di fare un po' di compiti e fare le coccole alla mia sorellina più piccola. Poi uscì.
A volte al bar facevo dei turni extra per guadagnare di più.
Vado in una scuola pubblica perché non abbiamo abbastanza soldi.
Arrivai qualche minuto prima ed iniziai a lavorare.
Dopo mezz'ora arrivo Serena.
Io chiesi una pausa e il proprietario me lo diede.
-Ciao Andy, allora, cosa dovevo vedere prima?- domandò subito.
-Ti ricordi il ragazzo di cui ti avevo parlato ieri?-
-Sì certo, era lui?-
Annuii.
-E perché lo fissavi.-
-Tu non lo hai visto, ma aveva degli occhi strani.-
-Li aveva viola?-
-No.-
-Allora rossi, poteva essere... Poteva essere...un... Un vampiro!-
Serena amava le storie fantastiche con vampiri ed altro. Il suo libro ferito era Harry Potter.
-Ma no.-
-Allora arancioni.- disse eccitata.
-Se continui così non lo indovinerai mai.-
-Gialli?- mi guardò in faccia e poi disse:- Ehm.. Dimmelo tu.-
-Erano strani e...-
-Erano risa?- mi interruppe.
-Serena.-
-Sì scusa.-
-Erano colorati: azzurro, verde e marrone. Una cosa impossibile.-
-Potrebbe essere un ippocampo nelle sembianze umane.-
-Serena. Stai dicendo sul serio?-
-No, ma ho visto dei filmi dove delle creature strane avevano occhi strani e in un modo strano si trasformavano in persone strane.- fece una pausa per far sembrare la sua frase misteriosa.
-Hai capito che è tutto strano?-
-Sì, hai ripetuto per tre volte strano in una frase.-
-Sì, lo so. Ma comunque hai capito che quel ragazzo è strano...-
-Te lo avevo anche detto...-
-Non interrompermi. Dicevo che è un ragazzo strano e potrebbe essere extra terreno e...-
La sua suoneria suona.
-È mia madre, scusa devo andare.-
-Non fa niente. Ciao.
-Ciao.-
Serena uscì dal bar e io continuai a lavorare.
Finii alle nove e mezza. Il sole era già calato.
Uscii dal dal bar e mi diressi verso casa.
Camminai per qualche minuto e poi sentii dei passi dietro di me.
-Ehi barista.-
Mi girai.
Oh no. Cosa ci facevano quei ragazzi qui. Li avevo serviti nel bar e non mi sembrano molto pacifici.
-Ehi fermati un fecondo.- disse uno con un cappellino.
Accelerai.
-E fermati.- disse un'altro.
Una mano mi prese il braccio e mi fece girare.
Il ragazzo con il cappellino era difronte a me.
-Ehi hai paura bambola?- era beffardo.
-Lasciami stare!- gridai.
-E perché mai.- mi spinse verso il suo amico.
Lui mi spinse veso un'altro.
Ero circondata.
Questo ultimo ragazzo mi spinse, io inciampai e il ragazzo non mi prese ed io caddi sbattendo la testa.
Sentii il ragazzo con il cappellino gridare e vidi un ragazzo con un ciuffo che gli coprivano gli occhi.
Poi mi svegliai in casa.
Cavolo! Non potevo per una volta ritornare a casa da sola senza essermi fatta male?!
-Andy stai bene?- era mia madre.
-Sì. Cos'è successo?-

ANDENIKEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora