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-Mamma.-
-Sì tesoro, com'è andata la scuola?- chiede con Xefiana tra le braccia.
-Bene, ma dobbiamo parlare.- dico acida.
-Di cosa?- domanda ancora con voce dolce.
-Di papà.- rispondo rigida.
-Ne possiamo parlare stasera?- ha la voce triste.
-No. Voglio parlarne adesso.-
- Ti prego sono stanca.-
Effettivamente sembra distrutta.
-Sì, anch'io sono stanca di non sapere quello che è successo a mio padre!- le gridò.
Xefiana si mette a piangere.
-Smettila di gridare. Ti dirò tutto. Ma più tardi. Ora piuttosto aiutami ad apparecchiare.- mi dice con voce ferma, ma stanca.
Rimango ferma a guardarla sulla soglia della porta e poi vado in stanza.
Mi lanciò sul letto.
Prendo un respiro profondo e butto fuori tutta l'area che ho nei polmoni.
Ho esagerato.
Non dovevo trattare mia madre in quel modo. Dopotutto ha lavorato molto e duramente per far felice tutta la famiglia.
Devo smettere di prendermela sempre con lei. E devo smettere di stare sul letto a fare niente.
Mi alzo dal letto e vado in cucina.
Mamma ha già apparecchiato, quindi mi metto a cucinare con lei.
Pasta con salsa di sugo e uova strapazzate.
-Mi dispiace mamma.- le dico abbracciandola. -Non dovevo gridare.-
-Non preoccupati e spegni il fuoco altrimenti le uova si bruciano.-
Dopo dieci minuti siamo tutte a tavola a mangiare.
-Oggi abbiamo dipinto i muvi della nostva scuola.- dice gioiosa Shiki.
-Giovgio è caduto dentvo la vevnice e eva tutto bagnato e sporco di vernice.-Ridiamo tutti e mi va di traverso l'acqua.
-Non morire ti prego.- scherza Dophy.
Continuo a tossire e ridere con tutta la famiglia.
Intanto Xefi si è tutta sporcata con il ragù.
-Tesoro, cos'hai combinato.- le disse mamma dolcemente, con il sorriso mentre lei continuava a pasticciarsi le mani con la pasta.
-Mamma non preoccuparti, la pulisco io.- le dico alzandomi dalla sedia per andare dalla mia sorellina.
-È piaciuta anche a lei la storia.- sorride Dophy.
-A quanto pare.- rispondo pulendo le mani e la bocca di Xefiana.
-Che cosa ha fatto la professoressa?- domanda incuriosita mia madre.
-Ha sgvidato Giovgio e gli ha detto di andave a lavavsi e lui si è lamentato. Poi è avvivato suo padve perché non voleva lavarsi.-
-È proprio un birbante questo Giorgio.- esclama mamma.
-Sì.- Shiki afferma sorridente.
Tolgo tutti i piatti e do a ciascuno un piatto con le uova.
-Hai fatto le uova strapazzate, mamma?- Dophy è stupita e io sorrido.
-In realtà è stata Andy a farle.- mi indica con un cenno della testa.
-Aah. Sono buone.-
Mi siedo a tavola e mi mangio le mie uova.
-Dophy, tu cos'hai fatto a scuola?-
Glielo chiedo, anche se non sono praticamente interessata. Ogni volta risponde sempre allo stesso modo.
"Mh. Niente d'interessante. Le solite cose."
Poi mamma insiste perché ci racconti qualcosa. Lei non apre bocca e poi si cambia discorso e, come magia, lei parla come se non fosse successo niente.
Dophy mi fulmina con gli occhi e ripete la sua solita frase.
-Mh. Niente d'interessante. Le solite cose.-
-Dai, raccontaci qualcosa. Ti sarà successo qualcosa di nuovo. Ti sei divertita.- domanda mamma.
Dophy fissa le uova strapazzate.
-Ti sei annoiata?- mia madre insiste.
C'è un lungo silenzio.
-Oggi ho tcovato una moneta pev terra.- cambia discorso Shiki.
Lo avevo detto che sarebbe finita così.
-Era testa o croce.?- chiede mamma finendo di mangiare.
-Testa.- dice fiera.
-Vuol dire che sei fortunata...-
-Lo so.- m'interrompe.
-...e devi sparecchiare tu stasera.-
Mamma e Dphy ridono con me.
-Ma non è giusto.- protesta Shiki.
-Intanto toccava a te oggi.- le ricorda Dophy.
Ci alziamo tutte e io prendo in braccio Xefiana e vado nella stanza di mia madre mentre Shiki brontola e sparecchia.
Dopo mezz'ora sono in camera mia a con mamma, mentre le mie sorelline dormono.
Sono seduta a gambe incrociate appoggiata sul mio cuscino. Mamma è sul bordo del mio letto.
-Cosa vuoi sapere di tuo padre?.- mi domanda.
Ha un'aria strana. Sembra stanca, affranta e sognate allo stesso tempo.
-Tutto, ma sopratutto dov'è morto.-
-Va bene. Ti racconto dal momento in cui ci siamo conosciuti.-

Io e lui non eravamo nella stessa scuola e non ci siamo mai visti.
Una volta ero in un parco e stavo leggendo un libro.
Ad un certo punto lui mi arriva da dietro e mi saluta. All'inizio mi ero spaventata.~Fa una piccola risata~
Poi lui si siede vicino a me e parliamo.
Lui mi aveva vista un po' di volte, senza che me ne accorgessi.
Parlammo d'amici e poi ci salutammo perché lui doveva andare in un posto di cui non dovevo saperne niente.
Da quel momento ci vedemmo tutte le volte che potevamo e parlavamo, ma lui non mi aveva mai detto dove andava nei giorni in cui non era in città o nella regione.
Dopo un po di mesi ci fidanzammo.
Tafari continuava a sparire per poi ricomparire dopo qualche giorno o settimana. Però io continuavo ad aspettarlo ogni volta che partiva, perché sapevo che sarebbe ritornato per me.
Alla fine, dopo due anni di fidanzamento, ci sposammo.
Quello giorno fu uno dei più belli.
Una volta, dopo che tu nascesti, lui mi disse che tutte le volte che lui non era presente era perché era impegnato in un'altra dimensione. Lui era Rina persona molto importata te in quel mondo, per quello doveva andare lì.
Questa notizia in realtà era un segreto che non avrei mai dovuto dirlo ad anima viva. Quelli della sua dimensione non dovevano mai scoprire che si era sposato ed avuta una bimba in un'altra parte dell'universo.
La sua voce era allarmata, seria e speranzosa.
Glielo promisi e non ne parlammo più.
Però quando tu avevi compiuto sette anni iniziò ad avere qualche problema con il suo mondo.
Mi spiegò che a Golves c'era qualcuno che se ne voleva impossessare e altre cose complicate che non ho capito bene.
Una cosa importante che mi ha detto è che la collana che hai indosso è molto importante è che non deve andare nelle mani sbagliate.
Poi, dopo due anni, è partito per questo strano posto e non è più tornato.
Un giorno un signore strano con occhi colorati era venuto da me e mi aveva detto e Tafari era morto.~Un singhiozzo la obbligò a prendere fiato.~
Le uniche cose che mi sono rimasta di lui sono delle foto, e nient'altro.

Rimando a bocca aperta.
Non mi sarei mai aspettata di sentire una storia come questa.
Credevo che la mia famiglia fosse normale, uguale a tutte le altre.
Non so cosa dire.
-Tesoro, stai bene?.- È preoccupata, si vede al suo volto stanco e dalla sua voce.
Annuisco senza aver sentito veramente quello che mi ha appena detto.
-Va Bene. Ora coricati e dormi.-
Mi fa scivolare tra le lenzuola.
-Sogni d'oro.- mi dà un bacio ed esce dalla stanza.
Non credo che avrò un sogno d'oro e neanche che mi addormenterò.
Sono ancora scioccata da questa informazione.
È impossibile.
"Andenic calmati. Non è vero quello che ti ha detto. Tuo padre è morto qui, in questo mondo. Non esistono altri universi, gli scienziati lo saprebbero. Altrimenti significherebbe che tuo padre era un alieno. È impossibile.
Ora calmati. Rilassati. E Apri gli occhi. Perché questo è solo un sogno.
Un brutto sogno.
Fra poco ti sveglierai e vedrai che era solo un incubo.
Ora apri gli occhi."

Invece di svegliarmi mi addormento. 

ANDENIKEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora