•CAPITOLO 33•

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Oggi sono esattamente tre mesi che è morta mia madre e sono venuta qui, sulla sua tomba, per portarle i suoi fiori preferiti.
Lo faccio tutti i mesi ma resto qui solo cinque minuti giusto il tempo per una preghiera e vado via.
Molti giudicheranno male questo mio comportamento, diranno che già mi sono dimenticata di lei ma non mi interessa.
Io so che non è così, so che il mio cuore sanguina sempre per lei.
Solo che questo non è il luogo dove amo incontrarla.
Qui giace solo un corpo che non vedrò più purtroppo, lei la incontrerò tra un po' nel posto in cui la sento vicina, nel punto in cui le nostre anime si incontrano e si toccano.

Aspetto impaziente che arrivi l'autobus e intanto penso a mio padre.
Da quando ha saputo che diventerà nonno il suo volto è cambiato.
Gli è tornato il sorriso, è più disteso, è felice soprattutto da quando ha saputo che Travis e Nicole hanno accettato la sua proposta di venire ad abitare da noi nel frattempo che lui si cerchi un lavoro e finisca di studiare.
Finalmente la nostra casa si animerà di nuovo.
Salgo sull'autobus e vado ad incontrare mia madre al mare.
È qui che la sento vicina, su questo ponticello che attraverso tutti i giorni da quando mi sono ripresa un po'.
Alzo il viso e lascio che il vento me lo accarezzi.
Sorrido, sento le sue mani su di me, mi accarezzano il volto, mi parlano.
Non andrei mai via da qui nonostante faccia un freddo cane.
Mi siedo su un sasso e guardo prima il mare e poi il cielo.
Grosse nubi neri incombano sopra di me.
Presto pioverà.
Spero che per Natale cada la neve.
Ricordo con nostalgia  i grossi pupazzi che facevamo tutti e quattro insieme nel nostro giardino con tanto di cappello, sciarpa e scopa.
'Mamma' penso 'come farò a superare queste feste senza di te? Chi mi riempirà la calza che ogni anno appendo al camino perché amo babbo natale e voglio far finta di crederci ancora? Chi canticchierà le canzoni di natale mentre il tacchino cuoce nel forno e la tavola viene allestita con candele e stelle di natale?'
Una lacrima mi riga il volto.
"Perché piangi? Sei triste oppure qualcuno ti ha fatto arrabbiare?".
Mi giro di scatto è vedo un bambino vicino a me.
È bellissimo nel suo cappottino blu con il cappellino e la sciarpa coordinati.
Roba costosa noto.
I suoi genitori devono passarsela veramente bene.
"Sono un po' triste" gli spiego " Gesù si è ripreso la mia mamma e ora lei mi manca".
"Che significa si è ripreso? Non vive più con te?"
"No, è morta. Quando una persona muore non vive più con noi ma vive nella casa di Gesù ".
"Io sento papà dire alla nonna che la mia mamma è morta ma lei non vive con Gesù, lei vive con la sua mamma, io non l'ho vista mai, papà non vuole".
Che situazione tragica vive questo bambino!
"Ti dispiace non poterla vedere?"
Non mi dice niente, rimane in silenzio.
Un silenzio che parla da solo.
Lo guardo bene in volto e lo riconosco dai suoi magnifici occhi azzurri.
Si è lui, il bambino del parco, il principino del papà e il re della nonna.
"Come mai qui con questo freddo?" gli chiedo allungando una mano e facendolo sedere sulle mie gambe. Lo stringo per riscaldarlo un po', i nostri nasi sono rossi per il freddo e le mani sono congelate.
"Il dottore ha detto alla nonna che mi deve portare al mare anche quando fa freddo" mi spiega come se fosse un adulto.
Mi viene da sorridere, è un amore di bambino.
"Sei qui con lei? Non vedo nessuno ".
"No, sono con papà. Ora mi sgriderà perché non mi trova. Giochiamo sempre a nascondino e non mi trova mai a casa. Qui penserà che mi sono perso" dice alzando le sue piccole spalle. Mi fa morire, è un piccolo ometto.
"Oliver! Oliver dove sei?"
"È il mio papà che mi chiama " mi dice il piccolo scendendo dalle mie gambe.
Non si è accorto che sono scioccata.
Quella voce io la conosco benissimo.
"Papà sono qui!" grida correndogli incontro e saltandogli in braccio. " Ho incontrato un'amica triste perché non ha la mamma come me" continua innocentemente ignaro di tutto.
I nostri sguardi si incrociano.
Ci fissiamo in silenzio nessuno dei due osa dire qualcosa.
Ecco svelato il mistero di Thomas.
Oliver!
Nessun amico segreto, nessun fratello o padre o zio. Suo figlio!
Ha un figlio e non ne sapevo nulla.
In tutti questi mesi non ha mai trovato il momento giusto per parlarmene.
Perché?
Perché mentirmi?
Perché impedisce al figlio di vedere la madre?
La ama ancora e lei ha un altro?
Si sarà divertito un mondo a prendermi in giro!
Voleva solo scoparsi la verginella! 'Complimenti Thomas, dove tutti ci hanno provato inutilmente, tu ci sei riuscito. Hai saputo giocare bene le tue carte. Vai al diavolo ' penso dentro di me mentre mi alzo, saluto Oliver, mi giro e vado via con il cuore spezzato.

THOMAS' POV
"Oliver finisci di mangiare tutto, per favore, altrimenti non giochiamo" .
"Mi porti con il trenino?"
"Quale trenino?"
"Quello che sta al centommerale"
"Dove sta? Non ho capito bene ripeti"
"Al centommerale!" scuote le manine mentre me lo ripete " quello dove va la nonna a comprare il latte".
" Ah, ora forse ho capito! Oliver ripeti con me centro commerciale " scandisco lentamente le sillabe.
"Centommerale. Mi ci porti? Mangio tutto anche se quello che mi cucina la nonna è più buono".
"Mangia e poi vediamo ".
Non ho tanta voglia di rinchiudermi tra la folla.
Ho i nervi a fior di pelle.
Avrei voluto che Jessica sapesse di Oliver direttamente da me.
Ho sbagliato ad aspettare ora sarà dura farmi perdonare.
Perdonare cosa poi? Un errore di gioventù?
Mi sono ritrovato padre da un giorno all'altro, proprio come Scott.
Non lo volevo ma ora amo troppo questo bambino e non lascerò che qualcuno ci divida.
"Papà, tu pure puoi morire?"
"Oliver perché mi fai questa domanda?"
"Perché l'amica mia piangeva perché Gesù ha fatto morire la mamma".
"Chi è l'amica tua?" temo la risposta.
"Quella che stava prima al mare. Ha gli occhi come i miei vero papà? Pure i capelli vero? Sarà uguale alla mia mamma?"
Accidenti quanto chiacchiera questo bambino!
"No. Ma dimmi, come si chiama la tua amica?"
"Non lo so, però è bella, forse me la sposo".
"Te la sposi...e non sai neanche come si chiama...però è bella. Hai ragione sai? È proprio bella. Vuoi sapere come si chiama?"
"Si, tu lo sai? La conosci? Dai papà dimmelo".
"Chiedilo direttamente a lei"e compongo il suo numero con la speranza che mi risponda.
Inutile nascondere il mio, tanto lo capirebbe subito.
"Pronto " sento rispondere dall'altra parte dopo un numero infinito di squilli.
Passo il cellulare a Oliver.
"Pronto, come ti chiami? Non me lo hai detto." Sto morendo dal ridere. Metto il vivavoce.
"Io Jessica, tu sei Oliver vero?"
"Si" e ride "vuoi venire con me sul trenino?".
Sono rovinato! Penserà che sia stato io.
"Quale trenino? "
"Quello del centommerale, dove la nonna compra il latte".
"Ah, quello del centro commerciale, sì quello piace pure a me ma sono troppo grande per salirci da sola".
"Sali con me e papà. Vieni?"
"Mi passi papà per favore Oliver?"
Mi passa il telefono e tolgo il vivavoce, non voglio che senta le parolacce che tra poco lei mi dirà.
"Ciao" dico e aspetto che lei mi aggredisca.
" Cosa significa tutto questo?" mi chiede.
"Ha detto che sei bella, che sei sua amica e che ti vuole sposare ma non sapeva il tuo nome. Ho risolto il suo problema. Non sapevo che ti avrebbe invitato ad uscire con noi. Non ti preoccupare comunque, mi inventerò io una scusa noi però dobbiamo parlare".
"Penso proprio di sì. A che ora passate a prendermi?"
"Dici sul serio?"
"Dimmi l'ora prima che ci ripensi".
"Verso le 17,00 va bene? Prima devo farlo riposare un po' "
"Ok. Salutami il mio amico ".
" Ha detto che forse ti sposa".
Non mi risponde ma la sento ridere.
Sento i battiti del cuore accelerare.
Dopo mio figlio lei è la persona che più amo al mondo.
È venuto il momento che le racconti la verità.
Lo devo a lei, lo devo a me, a mio figlio e al nostro amore.
"Sei a casa dei tuoi?" mi sento chiedere inaspettatamente.
"No, a casa mia".
"Siete solo voi due?"
"Si". Ora azzardo, non mi interessa se mi risponde picche, ho troppa voglia di chiarire subito la faccenda. "Vuoi che ti venga a prendere?"
"No, non importa. Porta il piccolo a fare il suo sonnellino pomeridiano, ci vediamo dopo. Ciao ".
La comunicazione s'interrompe così.
Non importa, è già tanto che non mi abbia mandato al diavolo.
La vedrò più tardi e in un modo o nell'altro cercherò di spiegarle tutto.

" Oliver ora giochiamo un po' e poi a nanna" . Lo prendo e lo faccio volare in alto.
Si diverte un mondo così.
Lo porto nella sua cameretta e giochiamo con la pista delle moto che gli ho montato poi, sfinito, si addormenta sul tappeto.
Lo guardo mentre dorme.
È identico alla madre inutile negarlo.
Lo prendo e lo porto nel lettino.
Vado in cucina e riordino un po'.
È più buono il mangiare della nonna mi ha detto mio figlio mentre con Jessica ho bruciato tutto, sono proprio una frana in cucina forse è il caso che trovi una governante.
Devo ricordarmi di mettere un annuncio sul giornale.
Bip bip.
Ho un messaggio sul cellulare.
È di Jessica, lo apro.
'Apri il cancello e la porta, sono qui fuori '.
Questa ragazza è imprevedibile penso mentre mi catapulto ad aprire.
Me la ritrovo davanti bella più che mai con un cappellino di lana color glicine in testa
coordinato al giubbino.
"Penso che noi due dobbiamo chiarire un po' di cose. Oliver dorme?"
Annuisco con la testa.
" Benissimo " mi dice togliendosi il cappello e il giubbino e sedendosi sul divano "comincia pure, sono tutta orecchi".

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🌸
BOOOOOOOOOOOOOOOOOOMMM
SVELATO IL SEGRETO DI THOMASSSSSS
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Vi lascio ai commenti
Prossimo aggiornamento domenica!
•Ylenia•
Per maggiori informazioni sulla storia
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ylenia.marini

Oltre il buio (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora