Stavo congelando e avevo i pantaloni fradici così come i calzini. Continuavo a tremolare e se cercavo di non farlo mi battevano i denti. Non era ancora buio pesto ma il sole stava tramontando, il cielo era dipinto di un'arancione accesso che sfumava in un rosa pastello, che a sua volta piano piano veniva inghiottito nel buio della notte. Il bosco era silenzioso e più mi addentravo più il cielo scompariva coperto delle fronde degli alberi. Continuavo a dirmi di non pensare a tutti i film dell' orrore che incominciavo con una scena piuttosto simile alla mia in quel momento, ma più cercavo di scacciare quei pensieri più figure di pazzi maniaci, con tanto di maschera e motosega in mano, mi apparivano davanti agli occhi. Solo una cosa mi permetteva di non trasformarmi in un ghiacciolo formato gigante, la rabbia che mi ribolliva dentro.
Alcune ore prima Matt mi aveva lasciata alla pozza promettendomi che sarebbe arrivato suo padre. Con nessuno attorno ero riuscita a trovare una strana calma. Inizialmente avevo provato a figurarmi in mente tutte le persone a me più care, come mi aveva consigliato Matt, ma nessuna di loro mi dava quella pace a cui aspiravo. Non sapevo cosa volesse raggiungere l'equilibrio, dato che non avevo mai creduto alla meditazione o a robe del genere, ma avevo la sensazione che nessuna di loro fosse quella giusta.
Poi, come il lento scorrere del fiume, mi apparve davanti agli occhi l'immagine di Matt che faceva fluttuare l'acqua vicino alle sponde del fiume. Ero concentrata sul suo viso, sul suo sguardo. Era un viso sereno privo di qualsiasi tipo di dolore fisico o emotivo. Mi lasciai trasportare dai suoi movimenti fluidi, dalle linee che il suo corpo assumeva, prima morbide e subito dopo decise e taglienti. La forma delle sue mani, delle dita, ogni singola parte del suo corpo era chiara davanti a me. Era come se fossi lì, insieme a lui, mi sembrava quasi di percepire il suo respiro lento e regolare.
Quando riaprii gli occhi il sole stava tramontando, ci misi poco a capire che avevo passato l'intero pomeriggio seduta lì. Avevo le gambe intorpidite dall'acqua fredda e dalla scomoda posizione ma nulla in quel momento mi importava, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che per me era passato un battito di ciglia mentre nella realtà erano passate ore. Non riuscivo a crederci! Non riuscivo neanche lontanamente a concepire come fosse possibile una cosa del genere, ero scioccata! Quando mi accorsi, però, che ero da sola, il mio stato iniziale di entusiasmo si era tramutato in una sensazione sempre più crescete di panico e ansia. Il maestro non c'era, ero sola in mezzo al bosco, non ricordavo la strada. Sapevo che avrei dovuto camminare per più di mezz'ora e il sole stava tramontando. Avevo i minuti contati prima che il buio calasse sulla valle perciò non ci pensai due volte, presi la mia roba e mi addentrai sul sentiero.
Stavo strascicando i piedi in preda alle mie paranoie da film dell'orrore, mi chiedevo cosa avrei potuto fare io se fossi stata una di quelle vittime senza cervello. Probabilmente sarei stata una di quelle che scappando cadevano a terra goffamente aspettando il loro aggressore piagnucolando. Alzai lo sguardo e finalmente vidi una flebile luce in lontananza. Era l'edificio centrale del campo, ero così felice che alcune lacrime mi rigarono il viso, finalmente il destino aveva incominciato a girare a mio favore! Non male come primo giorno nella natura incontaminata. Davanti all'entrata erano seduti a un tavolino il maestro Iron e quel viscido verme del mio maestro che mi aveva abbandonata a morire da sola! Quella lieve scintilla di rabbia, che mi aveva permesso di non congelarmi durante il viaggio, alla vista di quell'uomo che se ne stava comodamente seduto a giocare a scacchi, si accese in me facendomi riprendere tutte l'energia che avevo perso. Mi avvicinai a lui e cominciai a vomitargli addosso tutto ciò che mi passava per la testa.
"Lei è un pazzo!!! Sa quanto ci ho messo a trovare la strada giusta?! Sono quasi morta di freddo!! Se lei pensa che può trattare i suoi allievi in questo modo si sbaglia di grosso! Io la denuncio!!!! Come può restare lì calmo a giocare a uno stupido gioco da tavola quando c'è una allieva sperduta in quello schifoso bosco da più di mezza giornata??!!!", a stento riuscii a finire il mio discorso tanto poco ossigeno avevo nei polmoni. "Oh, che sbadato. Credo di averlo dimenticato...", scandì le parole in tono compiaciuto. "Dimenticato?! Come fa a essersi dimenticato di una cosa simile!", poi capii tutto.
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FateOfBlood
RomanceOgni giorno vivi la tua vita, normale, ordinaria. Ognuno di noi desidera sentirsi speciale; ma se quello che ti rende tale è la parte più oscura della tua anima, lo desidereresti ancora? Se le emozioni che ci rendono tanto umani quanto persone merav...