B A L L I A M O?

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Aveva capito che era steso su un qualcosa di comodo.
Forse il letto della sua stanza.
Strizzò gli occhi, cercando di oltrepassare il sonno che lo costringeva a restare in quella posizione.
Doveva alzarsi, perché una domanda colpiva forte il suo stato d'animo, facendolo sentire a disagio.
Finalmente aprì gli occhi, mettendo subito la vista a fuoco.
Quel soffitto non gli era nuovo, anzi, lo conosceva fin troppo bene.

"Tutto un sogno, ah" la voce era stata concepita con tono deluso, ma allo stesso tempo sollevato.
Quel ragazzo, lo aveva spaventato.

Nonostante questo, Dipper non poteva dimenticare quel pizzico di adrenalina che era andato a stuzzicarlo.
Stuzzicarlo come nessuno aveva fatto.

Si alzò lentamente dal letto, imponendosi che doveva svegliarsi e guardare con quei suoi occhi la vera realtà.

NESSUNO LO AVREBBE SALVATO.
Riporta il proprio aspetto a quello di prima.
Un principe ordinato, quello che tutti conoscevano ma che nessuno comprendeva.
Raggiunse la sala da ballo, e fu stupito nel vedere come quest'ultima fosse vuota.

Si aspettava la ramanzina del secolo, e invece si era salvato miracolosamente.
Osservò la sala a lungo, guardandone un punto fisso vuoto.
Iniziò a muovere i piedi in avanti, poi in dietro.
Due passi a sinistra, due passi a destra.
Stranamente non inciampava, ma la sua mente era così annebbiata da quel sogno, dalle parole e dal ragazzo stesso, che il resto del mondo che lo circondava, era stato cancellato.

"Nei balli lenti, si segue il proprio partner, nemmeno questo sai?"

Quella voce lo svegliò; girò il volto e osservò attentamente la figura che era andata, attimi prima, a regnare nella sua testa.
Pensò fosse una qualche sua immaginazione, quindi lasciò fare al proprio istinto.

"Allora vieni qui e sii tu il M I O."

Sbottò con tono impassibile, ma vittorioso.
Dall'altra parte, la figura di Bill non tardò un attimo di più.
I suoi passi riecheggiavano nella grande sala, quella sala che era tutta per loro.

Senza chiedere il permesso di toccarlo, portò una mano sul suo fianco, mentre l'altra mano andò a stringersi alla sua.
Possessivamente.
Di chi stampava con piccoli gesti il proprio marchio sul territorio.

Ghignò, e Dipper pensò di perdersi in quella sua immaginazione.
Si stava aggrappando a quelle sue parole così forte, che iniziava a pensare cose come:

"Forse lasciare la presa farà meno male."

Bill sembrava aver capito, quindi lo spinse maggiormente verso il proprio petto.
Le labbra raggiunsero l'orecchio del moro, sussurrando parole che Dipper mai aveva sentito.

"Non lasciarmi, ragazzo.
Non lasciare la presa se tanto desideri provare cose nuove.

Io ti porterò in salvo.
Ti mostrerò tutto quello che i tuoi occhi non hanno mai visto."

O H, P R I N C EDove le storie prendono vita. Scoprilo ora