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Disotopia:
«La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.»

Per distopia (o antiutopia, pseudo-utopia, utopia negativa o cacotopia) s'intende la descrizione di una immaginaria società o comunità altamente indesiderabile o spaventosa. Il termine, da pronunciarsi "distopìa", è stato coniato come contrario di utopia ed è soprattutto utilizzato in riferimento alla rappresentazione di una società fittizia (spesso ambientata nel futuro) nella quale alcune tendenze sociali, politiche e tecnologiche avvertite nel presente sono portate a estremi negativi.
Nei romanzi distopici possono essere individuati due principali filoni narrativi: il primo di essi rappresenta soprattutto eventuali società future (rispetto al tempo in cui è scritto il romanzo) in cui il potere dell'autorità (politica, religiosa, tecnologica ecc.) pretende di controllare ogni aspetto della vita umana; il secondo invece rappresenta o la distruzione del vivere civile o una sua massima degradazione dovuta a catastrofi globali, per lo più causate dall'uomo. Un terzo filone, che in un certo senso si pone a metà tra i primi due, predilige la rappresentazione di determinate società umane sull'orlo del disastro: in questo caso la fine della civiltà, che nella narrazione esiste ancora, viene avvertita come imminente.

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