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Nessun tipo di luce svegliò Calum quella mattina, ma un forte ed improvviso mal di testa.
Il ragazzo si portò una mano tra i capelli corvini, lasciando scivolare lo sguardo da una parte all'altra della camera in cui si trovava, indietreggiando sul materasso sempre di più, fino a ritrovarsi con le spalle contro la testiera in ferro del letto.

Quella non era camera sua.
Le pareti erano grige e prive di vita, come il resto dell'arredamento, persino i vetri delle finestre, se così si potevano chiamare, erano pitturati di grigio.

Il moro sgranò gli occhi, e scivolando via dal piumone, anch'esso grigio, si posizionò al centro della piccola stanza cercando di fare il punto della situazione.

Si era svegliato improvvisamente, in un'altra camera, con un forte mal di testa. In quel momento indossava una maglia bianca, che fasciava alla perfezione il suo busto, e un paio di pantaloni neri della tuta.
Aveva come l'impressione di aver dormito per anni, come se il suo cervello per tutto quel tempo, fino a quel momento, fosse stato spento.

Calum si portò le mani sulle due enormi pozze color petrolio sopra il naso, cominciando a strofinarle sperando che, stropicciando gli occhi, poi si sarebbe ritrovato nella sua cameretta, a casa sua, ma non fu così.
Nel lasciar scivolar le braccia lungo i fianchi notò una serie di numeri tatuata sul suo avanbraccio sinistro, talmente lunga che alla fine si era già dimeticato le prime tre cifre.
Ma quella era solo una delle tante cose strane da aggiungere alla lunga lista.
Dalla porta veniva uno strano rumore, come quello di tante persone che marciavano assieme, tutte nella stessa direzione.

Il ragazzo si sentiva sempre più strano.
Un fiume di domande scorreva nella sua mente come un torrente in piena, alle quali non trovava nessuna risposta logica.
Era confuso.
Era una nuova e poco gradevole sensazione, eppure era sicuro di essersi già sentito così, ma si sentiva come se fosse stata la prima volta.

Calum si avvicinò alla porta, appoggiò una mano sulla maniglia e lentamente la abbassò, aprendola di poco, il necessario per riuscire a vederci oltre.
Un grosso gruppo di persone marciava in modo molto ordinato lungo il corridoio sul quale si affacciava la camera.

Le persone si muovevano con covimenti rigidi e sulle loro facce non c'era nessun tipo di espressione.
Le loro labbra erano serrate in una linea retta, nessun sorriso o smorfia, e i loro occhi erano sbarrati.

Il ragazzo, spinto dalla curiosità, si buttò in mezzo cominciando a seguire il flusso di persone che camminavano lungo il corridoio, alcune verso un punto non ben preciso mentre altre entravano a gruppetti in altre stanze presenti lungo il corridoio.
Anche loro, come Calum, indossavano una maglia bianca semplice e una tuta nera.
Ed anche il corridoio che lentamente stavano attraversando era grigio e privo di vita.
Per non dare nell'occhio anche il moro cominciò a camminare in modo rigido e freddo, sentendosi ridicolo, mischiandosi alla massa.

-Puoi sentirmi?-

Una voce dolce e femminile raggiunse l'orecchio del ragazzo, facendolo voltare, a quanto pare era l'unico ad averla sentita, visto che gli altri non davano alcun segno di vita.

-Perfetto, Calum- continuò -Dobbiamo parlare ma qui potrebbero sentirci quindi è meglio in privato, prendi la prossima porta sulla destra. Non fare movimenti bruschi o manderai nel pallone il sistema-

Il moro deglutì guardandosi intorno, nessuna delle persone presenti sembrava aver parlato o sentito quelle parole.
Stava cominciando a pensare di essere pazzo e che tutto quello fosse solo un allucinazione, e tenendo conto tutto quello che stava vedendo e vivendo non era un opzione da scartare.

Calum fece come la voce gli aveva ordinato, entrò nella stanza sulla destra, senza fare movimento troppo bruschi.

Si chiuse la porta alle spalle e si guardò intorno, quella stanza era molto simile a quella dove si era svegliato, solo che al posto del letto c'era un vecchio e polveroso macchinario

La porta si riaprì all'improvviso e da dietro spuntò una ragazza.
Al contrario degli altri la sua espressione non era quella allucinata e senza emozione, ma sembrava essere serena.
Aveva dei lunghi capelli biondi e lisci che le ricadevano sulle spalle e due enormi occhi azzurri.

Gli angoli della bocca della ragazza si alzarono in un ampio sorriso alla vista del moro, che la guardava con stupore, come se non avesse mai visto una ragazza in tutta la sua vita

-So cosa stai provando in questo momento e ti capisco. Sono qui per aiutarti e spiegarti. Ti consiglio di sederti, sarà lunga...-

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 08, 2016 ⏰

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