Era sabato mattina e il sole filtrava dalle fessure della tapparella della mia finestra. Si vedevano i riflessi sulle lenzuola bianche del mio letto.
Decisi di rimanere ancora un po' sdraiata prima di alzarmi; presi un sorso d'acqua dalla bottiglietta che tengo sempre sul comodino e presi il mio cellulare, per controllare i miei vari social.
Sono le 10.31 e mi accorgo che alle 10.11 Julie mi ha inviato un messaggio:
*Sei già sveglia? Ho voglia di andare a fare colazione fuori*.Mi alzo dal letto per alzare la tapparella della mia camera e aprire la finestra, e il mio viso struccato viene baciato dal sole. C'era una bellissima giornata, così decido di chiamare Julie.
"Pronto?" risponde Julie.
"Sono sveglia! Dimmi che non hai ancora fatto colazione!" urlo.
"Stranamente no e ho troppa fame, quindi muoviti a prepararti, ci troviamo tra mezz'ora al solito bar?"
"Sisisi va bene, faccio veloce" le dico in fretta e mentre sto riattaccando sto già aprendo l'armadio.
Quando finisco di prepararmi scendo di casa e mi incammino verso il BonTon, il bar che si trova tra casa mia e casa di Julie e in cui andiamo sempre. Giro l'angolo e trovo la mia amica già seduta ad un tavolino fuori all'aperto.
"Scusa ma non riuscivo ad aspettarti, ho già ordinato 2 cappuccini e due brioche. Già tutto pagato!" mi dice con la sigaretta in mano, tra un tiro e l'altro.
"Ti adoro!" le dico mentre mi siedo e mi accendo pure io una sigaretta.
Arriva la nostra colazione e iniziamo a mangiare.
"Non mi odiare per quello che sto per dirti ma quando ho visto che stamattina non mi rispondevi ho chiamato Jason per chiedergli se potevamo vederci e tra 15 minuti ci raggiunge.." mi dice sentendosi un po' in colpa.
Jason era il ragazzo con cui si stava frequentando e si sono conosciuti a scuola. Era bello e simpatico, nulla contro di lui assolutamente, ma non era il mio tipo.
Julie è sempre stata quella più bella, più simpatica e più socievole delle due. Inutile dire che è sempre stata lei quella con più ragazzi intorno, perché lei ci sapeva fare.
Io non attiro i ragazzi, perché tendenzialmente sono una persona abbastanza riservata e abbastanza insicura e di certo vedere Julie sempre circondata da ragazzi non mi aiutava, ma non potevo dirglielo esplicitamente e nonostante tutto ero contenta per lei, giustamente.
"Va bene, però dopo un po' me ne vado perché non voglio dare fastidio e devo studiare" le dico cercando di non mostrare che ero un po' scocciata da questa cosa, ma non era colpa sua.
"No dai rimani con noi! Sai benissimo che a Jason non dai fastidio e poi dopo raggiungiamo dei suoi amici al parco" cerca di convincermi.
"Ecco appunto.. non mi va molto e non avevo in mente di stare fuori per troppo tempo perché stasera non sono a casa e lunedì ho la verifica di spagnolo" mento sullo stare fuori la sera.
"Va bene non ti costringo.. ah eccolo!" dice indicando Jason mentre si avvicina a noi. Saluta entrambe col bacio sulla guancia e poi mi alzo per lasciargli il posto e andarmene.
Non ce l'avevo con Julie, lei poteva fare quello che voleva ed è stata anche gentile a uscire lo stesso con me nonostante dovesse vedersi con Jason. Ce l'avevo con me stessa, perché per l'ennesima volta avevo preferito inventarmi qualcosa invece che buttarmi nel fare nuove conoscenze.
Ero un po' giù di morale e non avevo voglia di tornare subito a casa e sorbirmi i miei genitori che mi danno ordini in continuazione. Così mi accendo un'altra sigaretta, infilo le cuffiette e inizio a camminare senza una meta.
Mentre cammino una moto mi passa affianco e sopra c'è un ragazzo. Quel ragazzo mi sembra familiare, troppo familiare.
Mi guarda, mi fa un cenno con la testa e poi si allontana. Mi rendo conto troppo tardi che quel ragazzo era Dylan, che mi aveva appena salutato e io l'avevo ignorato di nuovo; è successo tutto in un secondo e io non avevo fatto in tempo ad accorgermene.
Ero troppo entusiasta e avevo bisogno di parlarne con qualcuno. Stavo già digitando il numero di Julie quando mi sono resa conto che forse non era una buona idea chiamarla in quel momento, visto che era con Jason e i suoi amici. Allora chiamai Kate, una mia amica e compagna di classe.
"Kate non sai cos'è appena successo!" dico senza nemmeno darle il tempo di dire 'pronto'.
"La prof di spagnolo è caduta e la verifica di spagnolo non si fa più lunedì?!" chiede scherzando. Evidentemente in quel momento stava studiando e non ne poteva più di stare sui libri.
"Magari.." dico e la sento sbuffare "indovina chi mi ha appena salutato?" le chiedo euforica.
"Mmh Dylan? Ma non penso perché ancora non vi conoscet.." non riesce a terminare la frase che io sto già urlando "sii, proprio lui!".
"Aspetta aspetta, da quando vi conoscete? Devi raccontarmi qualcosa?!" mi chiede curiosa.
"Mi sa proprio di si!" le dico mentre prendo le chiavi di casa dalla borsa, siccome senza accorgermene ero già arrivata sotto casa mia.
"Senti io adesso dovrei studiare e fare i compiti perché stasera sono alla festa di Rose.. a proposito tu ci sarai vero? Vieni, così mi racconti tutto!". Oddio la festa di Rose.. me n'ero completamente dimenticata e sinceramente l'avevo anche rimosso dalla testa perché avevo dato per scontato che non ci sarei andata.
"Mmh, devo ancora pensarci.." non avevo molta voglia di andarci. Rose non era nemmeno una mia amica, era un anno più grande di noi ma aveva invitato mezza scuola a questa sua festa e ci sarebbe stata tantissima gente.
"Fatti trovare a casa mia per le 19, mangi da me e poi alle 20 andiamo a casa di Sarah a prepararci per la festa, niente scuse" mi ordina e riattacca. Conoscendo com'è fatta Kate, non potevo darle buca e dovevo fare per forza come mi aveva detto.
Torno a casa, studio un po' e inizio a tirare fuori dall'armadio alcuni outfit che avrei potuto indossare. Alla fine opto per un vestito nero attillato, delle calze trasparenti, un giacchetto di jeans e infine degli stivaletti neri con un po' di tacco. Come accessori scelgo di tenere su i vari anelli che indosso sempre e di aggiungere una collana argentata che non passa inosservata ma che mi piace molto, soprattutto per come si abbina con l'outfit.
Avviso i miei genitori che la sera non sarei stata a casa e inizialmente fanno un po' di storie facendomi il terzo grado "dove vai? con chi stai? festa di chi? come torni?" ma poi mi lasciano andare tranquillamente, sapendo che non sono una che va a molte feste.
"Ti devo venire a prendere?" mi chiede mio padre.
"Sì, ti invio l'indirizzo per messaggio, a dopo" dico uscendo di casa.
Arrivo a casa di Kate, mangiamo velocemente una piadina e andiamo a casa di Sarah. Quando ci apre la porta è sorpresa e contenta di vedermi. "Non sapevo venissi pure tu Madison! Entrate, la strada la sapete".
Siamo in camera di Sarah a truccarci con la musica di sottofondo. Kate si alza per abbassare il volume e dice: "Madison è qui perché ci deve raccontare qualcosa".
Sarah mi guarda confusa e chiede: "Mi sono persa qualcosa?" sorrido al ricordo di quello che è successo il giorno prima e quella stessa mattina, e racconto tutto l'accaduto.
"Oddio sono felicissima per te! Com'è la sua voce?" mi chiede Sarah con un sorriso enorme. "Profonda direi" rispondo tranquilla.
L'entusiasmo era andato via e aveva lasciato il posto alla mia insicurezza, che non mi abbandonava mai.
Mi sono improvvisamente sentita ridicola ad andare dietro a qualcuno che fino a qualche giorno prima non sapeva nemmeno della mia esistenza. Cosa speravo potesse accadere? Davvero mi aspettavo che l'avrei conosciuto meglio e gli sarei potuta piacere? Davvero ero così ridicola?
Fortunatamente, Sarah e Kate non si accorsero di questo mio attimo di riflessione e continuammo a prepararci ballando al ritmo della musica.
Scacciai via quei brutti pensieri e pensai solo a una cosa: non dovevo pensare a Dylan e dovevo divertirmi, godermi al massimo quella festa.
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i'll look after you
Teen Fiction"Grazie." sussurrai. Quella parola mi uscì dalla bocca da sola, senza che io me ne accorgessi. Eravamo abbracciati e la mia testa era appoggiata sul suo petto, riuscivo a sentire il battito del suo cuore. Era il mio suono preferito. "Per cosa?" mi c...