Erano le 16.35. Mi trovavo in casa da sola. I miei mi avevano lasciata da sola per fare i compiti, mentre loro erano andati a fare shopping per comprare qualcosa da mettere in sala. Ero in camera mia e non avevo voglia di fare i compiti, così iniziai a scrivere lettere per convincere i miei a prendermi un cane. A me va bene qualsiasi cane, basta che sia un cane, forte e sicuro di sè, non troppo timido, né troppo aggressivo con gli altri della sua specie.
Squilló improvvisamente il telefono: era mio padre. Risposi e mi chiese se stavo facendo i compiti e, come qualunque essere umano sulla terra, risposi di sì, anche se stavo facendo altro invece che fare il mio dovere.
Misi giù il telefono e ripresi a scrivere. Non dovevo distrarmi troppo, perché altrimenti non mi venivano parole per convincerli a prendermi un cane. Passarono 2 ore e i miei finalmente tornarono con due borse piene di oggetti e il primo pensiero che mi venne fu questo: "chissà quanto avranno speso!" Li salutai, presi una lettera finita e l'appesi sulla porta della loro camera. Alle 10.00 di sera, orario in cui andiamo a dormire di solito, mio padre prese la lettera e chiamò mia madre, convinti che io stessi dormendo e non stessi ascoltando. La lessero e io sentii mio padre che disse:" Amore, non possiamo permetterle di prendere un cane, perché non abbiamo tempo" e sentii che mia madre rispose:" potremmo regalarglielo al compleanno". Mi misi sotto le coperte con le lacrime che scendevano e mi bagnavano il viso liscio e asciutto e tentai di aspettare la mattina ansiosa.
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L'amico fedele
Short StoryAlice, una ragazza di quasi 16 anni, vuole avere un cane, ma i suoi genitori non vogliono. Mentre il suo compleanno si fa sempre più vicino, i suoi genitori ricevono una lettera con scritto "voglio un cane" e lì si convincono. Al suo compleanno le r...