1. EFFETTO CASSONETTO (Zoro)

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Giuro, non so perché l'ho fatto.

Sembrava un'idea perfetta quando ho visto la foto che mi ha mostrato Johnny.

Inoltre mi era stato assicurato che, a differenza di Tashiji, Albida era tutt'altro che astemia, e, oltretutto, castità e purezza non rientravano nel suo vocabolario, stando alle voci che giravano.

Così, come un completo imbecille, ci sono cascato e ho accettato un altro stupido appuntamento.

Insomma, in quel momento, più che il mio cervello, a rispondere era stato il mio pene in astinenza, e non ho assolutamente pensato a eventuali inconvenienti.

L'unica cosa che avevo in mente, per quanto triste e squallido possa sembrare, era farla bere a dismisura e trascinarla in un parcheggio isolato, o meglio ancora nel letto.

L'idea era partita molto bene, così, per aggiungere qualche punto a mio favore, ho addirittura optato per un abbigliamento elegante.

Naturalmente non mi sarei certo abbassato ai livelli del damerino con cui condivido l'appartamento, ma una semplice camicia bianca e un buon paio di jeans sembrano essere l'ideale.

D'altronde, la mia idea di eleganza è questa, e non mi sognerei mai di mettermi tutto in tiro solo per piacere a qualcuno.

Sanji, nel frattempo, sta come sempre inveendo contro Rufy, che a quanto pare ha lasciato in giro le briciole dopo aver svaligiato il frigo per l'ennesima volta.

Oltretutto in questi giorni, Rufy se ne è inventata un'altra delle sue per rallegrare la convivenza: vuole comprare un cucciolo.

Sanji ovviamente è in disaccordo, perché "già ci sono due animali in questa casa e non ho nessuna intenzione di star dietro a un terzo", e comunque io sono allergico al pelo del cane.

So che questo non fermerà Rufy, ma spero almeno che, se deve avere un animale domestico, sia qualcosa come un pesce rosso.

Che ovviamente durerà al massimo tre ore.

Sperando con tutta l'anima che Sanji non noti il mio abbigliamento (non perderebbe occasione di sfottermi), mi infilo la giacca e esco senza troppe cerimonie.

Quando Johnny mi ha dato il numero di Albida, la prima cosa a cui ho pensato è stata una serata in discoteca.

Ma oggi è mercoledì, e le discoteche sono quasi tutte chiuse.

Così mi sono dovuto accontentare di un piccolo discopub squallido e scalcinato.

Quando Albida ha approvato la mia decisione, non sono riuscito a capire se fosse un buon segnale o meno: quel locale è pieno di troioni da combattimento che ogni sera si presentano in minigonna inguinale e tacchi quindici, e tutte le volte finiscono la serata con un ragazzo diverso.

Non che la cosa mi dispiaccia, ma ho anche io la mia dignità in fin dei conti!

Scaccio il pensiero fastidioso e mi concentro sulla ricerca della ragazza.

Non ci vuole molto.

La squadro: nonostante sia fine febbraio indossa una mini di pelle che a stento le copre le cosce, un paio di spaventosi stivaloni vertiginosi alti quasi fino al ginocchio, una maglietta striminzita a pancia scoperta che lascia le tette strizzate in un reggiseno di almeno due taglie più piccolo completamente esposte.

La quantità di trucco che ha in faccia basterebbe per una decina di clown, e con tutta la lacca che si è spruzzata sui lunghi ricci neri, potrebbe benissimo aver aperto un nuovo buco nell'ozono.

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