Giulia Pov.
Non ci posso credere è davvero lui. È tornato. Ricambio il saluto e mi spunta un lieve sorriso. Si gira e riprova a suonare alla porta della nonna. Riprova altre due o tre volte ma niente. Vedo che si avvicina e mi fa segno di aprire la finestra. Faccio come dice.
"Ciao Giulia, ne è passato di tempo.."
"Ehi. Eh sì è passato proprio tanto tempo" dico arrossendo appena. Sono sempre stata una ragazza timida anche se non lo davo a mostrare. Da piccoli eravamo molto uniti e non c'erano segreti tra noi, ma ora ritrovandoci faccia a faccia mi sento leggermente a disagio.
"Ho suonato a casa della nonna ma dormirà e non avrà sentito" dice convinto che sia così. Abbassò lo sguardo lievemente triste per la notizia che gli darò tra pochi secondi.
"Francesco... Poco fa c'era un ambulanza e ... ecco... anno portato via Rosa" non faccio in tempo a finire che cambia espressione. Misto tra tristezza e rabbia.
"Devo correre a da lei, avevo promesso di restarle accanto appena tornavo"
Non fa in tempo a finire che corre verso la sua moto.
"Ehiii aspetta! Vengo con te." Mi vesto alla velocità della luce e salgo in moto con lui diretti all'ospedale della città.Dopo un viaggio durato nemmeno 10 minuti siamo arrivati. Appena partiti per reggermi ho poggiato le mani sui suoi fianchi e lo sentii sussultare ma subito dopo rilassarsi.
Arrivati alla reception chiede informazioni e ci conducono alla stanza della signora Rosa.
La troviamo lì, stesa su quel lettino, con la mascherina dell'ossigeno e la flebo attaccata.
"Ehii nonna che è successo?" Chiede preoccupato Francesco.
Rosa non fa in tempo a rispondere che entra il dottore dicendo "ha avuto un attacco di cuore, per fortuna siamo intervenuti in tempo"
Francesco abbraccia la nonna, forse un po troppo forte. Ma si sa, gli abbracci aggiustano il cuore ed era proprio ciò che voleva fare suo nipote.Lui decide di passare il resto della notte accanto a sua nonna, ma non prima di avermi riaccompagnato a casa.
Entro in casa facendo più silenzio possibile o la mamma mi uccide. E mi metto a letto con le cuffie alle orecchie. Ormai è l'unica soluzione che ho per dormire. Devo sopprimere il silenzio, è solo la musica ha questo potere. Un potere sovrumano, capace di far sparire qualsiasi tipo di pensiero, ma allo stesso tempo di far rifiorire vecchi ricordi.*Non so dove sono. È tutto buio e non si riesce a capire se sia giorno o notte. Qualcuno bussa alla porta. Un istante dopo entra un signore. Alto, grosso e muscoloso. Mi prese per un polso e mi trascinò fuori da quella piccolissima stanza. "Ehi bambolina, guarda chi c'è!" Ormai avevo le lacrime agli occhi ma mi voltai lo stesso a guardare e scorsi una figura familiare. Una figura fin troppo familiare. Era legato ad una sedia. Urlava qualcosa ma non si capiva per via della benda che gli copriva la bocca. Gli occhi rossi, straziati dalle mille goccioline che scendevano lungo il suo viso.
"Giulia.." Mormora non appena incrocia il mio sguardo. Mi libero dalla presa dell'uomo e vado verso di lui. Gli stringo la mano, più forte che posso, e lui stringe la mia. Non faccio in tempo ad abbracciarlo che mi si blocca il respiro. Un colpo mi prende sul fianco sinistro. Subito dopo un altro, e un altro ancora..."Mi alzo di colpo dal letto. Scossa dal incubo che la musica non è riuscita a sopprimere.
Sono le cinque del mattino e la sveglia suonerà tra due ore. Mi alzo e mi metto davanti alla finestra vin attesa dell'alba.Il tempo non passa mai. I pensieri sempre più fitti. Uno mescolato all'altro, mi scoppia la testa. Mi alzo e mi dirigo in bagno. Ho delle occhiaie enormi, più del solito. Cerco di coprire il più possibile ma si notano comunque. Mi vesto e mi avvio verso scuola senza fare colazione.
Poco dopo mi ritrovo un grande edificio grigio. Un posto che tutti chiamano scuola. Un posto dove la gente si diverte a prendersi gioco di te, a metterti in imbarazzo e giocare con i tuoi sentimenti.
Cerco di passare inosservata attraversando i diversi corridoi ed entrando finalmente nella mia classe. Ho diverse amiche, ma nessuna la considero tale. Nessuna è riuscita a capire davvero chi sono e non glielo lascerò capire molto facilmente.
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Condividiamo insieme il buio.
Romance"É notte. La notte è fatta per dormire eppure molta gente rimane sveglia c'è chi mangia chi pensa chi fa l'amore e di notte ci si manca di più ma non ce lo diciamo pensiamo 'questo starà già dormendo' E allora ci svegliamo il mattino dopo ch...