Francesco Pov
Sono fregato. Tre anni lontani da lei non sono serviti a dimenticarla. È bastato incrociare di nuovo il suo sguardo. Sono fregato perché so che non gli piaccio e io senza lei muoio.Vago per le strade della città. Scendo dalla moto solamente dopo due ore di viaggio. Sono arrivato.
Il suono delle onde, l'odore del mare, la sabbia fresca tra le dita. É questo il mio posto preferito. Solo qui mi sento me stesso. I miei genitori mi portavano spesso al mare. Facevamo il bagno, con papà costituivamo enormi castelli di sabbia. Ricordo che un giorno portammo pure Giulia con noi. Passammo una bellissima giornata. Pescammo dei piccoli pesciolini e avevamo raccolto tante conchiglie. Diceva che così anche quando sarebbe tornata a casa aveva sempre un pezzo di mare nella sua stanza. Nel tragitto di ritorno si era addormentata con la testa sulla mia spalla mentre io poco dopo crollai appoggiandomi allo sportello.
Guardo l'ora. È tardissimo e vorrei tanto tornare a prendere la mia piccolina. Così mi metto in viaggio è giusto in tempo mi trovo sotto la sua scuola.
Appena mi vede le si formano due fossette. Stupende. L'aiuto a salire e ci dirigiamo a casa."Allora? Come è andata a scuola oggi?" Chiedo.
"Bene bene. Che facciamo oggi?" Svia il discorso. "Shopping?" Chiedo scherzando. "Veramente? Mi ci porteresti?" Cacchio!!!! Perché non sto mai zitto! Ora non posso dirgli di no. "Va bene ma solo perché sei la mia piccolina."
"Grazie grazie grazie!!!" Mi lascia un bacio sulla guancia e mi abbraccia forte. Ricambio l'abbraccio cingendole i fianchi.Poi mi viene un'idea.
"Dai cambiati che il principe azzurro ti porta a pranzo fuori!" La prendo in braccio e la porto in camera sua. "Aaaaaaah! Non farmi cadere!" La poggio sul letto. "Questa me la paghi! Mi hai fatto prendere un colpo!" Si alza e mi corre incontro. Prende la prima cosa che gli capita tra le mani, ovvero un cuscino e me lo lancia in faccia. "Ehi non rovinarmi la faccia!" Ed è così che comincia la "guerra dei cuscini". Cominciamo a tirarci i cuscini fini a quando cadiamo entrambi come sacchi di patate sul letto.Ed è così che mi ritrovo sopra di lei. A due millimetri dal suo viso.
Sto per fare una cazzata. Lo sento.Non ci pensò due volte. Poso una mano sul suo viso e con l'altra reggo il mio corpo per non schiacciarla.
Subito dopo sento le sue morbide labbra sulle mie. Le sue braccia sul mio collo. Un bacio che durò minuti forse ore. Un bacio così intenso.
La magia del momento viene interrotta dal suono del mio cellulare. Merda! Sempre dei momenti sbagliati.
"Dai rispondi" dice lei tranquilla. "Chiunque è lo uccido" leggo il nome sul display. "Mike" un mio amico di Milano. Non mi va rispondere così chiudo la chiamata. "È solo un vecchio amico, ora cambiati dai sennò facciamo tardi"Perché ci devono rovinare i momenti migliori. Sarà il destino. Ma io non mi arrendo così facilmente.
Ci troviamo al centro commerciale. Ci saranno più di cento negozi e la maggior parte vendono vestiti. Sarà una lunga giornata.
Parte spedita nel suo negozio preferito. Infinito. Abiti in ogni angolo.
Neanche il tempo di osservare l'interno del negozio che Giulia ha una montagna di abiti tra le braccia. Mi prende per mano e mi trascina nei camerini. Ad ogni vestito apre la tendina e dice "allora? Com'è?" E io sorrido. Gli sta bene ogni abito. Anche i più semplici su di lei stanno divinamente. "Stai benissimo" ripetevo. E lei sbuffava. Dice di essere grassa, di avere la pancia. Ma non è così. E anche se lo fosse sarebbe bella ugualmente. Perché a me piace la sua anima, mi ha rapito.
Usciamo dal negozio. Con due buste piene di abiti. Fortuna che ci sono i saldi sennò avrebbe speso una fortuna.
Passiamo la giornata immersi nei camerini per poi acquistare oggetti di ogni tipo. "Ehi ora tocca a te! Cerchiamo una camicia bianca, elegante che può sempre servire!" Annuncia entusiasta. "Ok ma solo una semplice camicia." Non sono un tipo da roba elegante.
Sempre per mano mi trascina nel primo negozio da uomo che vede. "Vai nel camerino, due minuti e arrivo." Faccio come dice e la aspetto seduto nel puf che si trova all'interno del camerino molto ampio.
Poco dopo ecco Giulia con in mano una camicia. La prendo e la indosso. Esco dal camerino e noto l'espressione di Giulia. Occhi spalancati e guance tendenti al rosso. Senza dire nulla si avvicina e finisce di abbottonare la camicia. "Stai benissimo" dice una volta finito con un sorriso. Uno vero.
Usciamo dal negozio con una busta in più e ci avviamo all'uscita per tornare a casa. Passiamo davanti ad alcuni negozi. Di ogni tipo. Poi davanti ad uno Giulia si ferma.
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Condividiamo insieme il buio.
Romance"É notte. La notte è fatta per dormire eppure molta gente rimane sveglia c'è chi mangia chi pensa chi fa l'amore e di notte ci si manca di più ma non ce lo diciamo pensiamo 'questo starà già dormendo' E allora ci svegliamo il mattino dopo ch...