La leggenda dei tre taglialegna

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San Miniato una piccola cittadina tra Firenze e Pisa in una sera qualsiasi nell'anno del Signore 1462, la gente cominciava a mettersi a tavola, si sentiva il profumo della cena. 

In una casetta, una famiglia stava per cenare, la madre tagliava fette di polenta, il padre del pane senza sale, accanto al camino ci stava il nonno e il nipotino, il vecchio rimestava la carne nel sugo dentro una pentola attaccata a un gancio appeso al soffitto. Il piccolo guardava con l'acquolina in bocca. 

Il nonno lasciò il mestolo nella pentola, s'inchinò e prese l'accetta posta accanto a dei legni, ne prese uno, lo posò sul ceppo e con un colpo ben preciso lo tagliò in due, poi li raccolse e li mise nel fuoco del camino. 

Il bambino osservò tutto e poi gli chiese «senti nonno, mi racconti ancora la storia del boscaiolo?» 

Il nonno lo guardò sorridendo «non è una storia, ma! la leggenda di questa città di taglialegna» 

Prese una sedia e si sedette davanti al fuoco «vieni, siedi vicino a me» il piccolo si accovacciò a terra e alzò il viso per ascoltare bene la storia. 

Il nonno iniziò a raccontare la leggenda: 

C'era una volta nella nostra foresta un gruppo di persone, dei boscaioli, stavano ultimando la preparazione delle fascine di legna, dopo una giornata di duro lavoro. Lì dimora di cervi e volpi, gli uomini facevano la legna ascoltando l'armonioso canto del cuculo e dell'usignolo o il richiamo del nibbio che volava alto nel cielo. Tre taglialegna, si misero in spalla una fascina pronta e s'incamminarono verso la loro casa nel paese salutando i compagni di lavoro. Ognuno di loro prese un sentiero diverso. 

Una volta arrivato a casa, ci avrebbero pensato le mogli a vendere al mercato la legna quel tanto per guadagnare da vivere discretamente. 

Al primo taglialegna mentre camminava sul sentiero, gli comparve all'improvviso una vecchina tutta vestita di scuro, camminava curva a testa bassa, si aiutava con un bastone nodoso, sulla testa uno scialle nero le copriva in parte il viso. Il taglialegna e la vecchia s'incontrarono a metà del sentiero, «prego signora passate» disse l'uomo mentre si spostava di lato. 

La vecchina fece un cenno con la testa e passando non lo degnò di uno sguardo, poi si volse e gli chiese: «sai chi sono?» 

«Sei la vecchina che vive in una baracca nel bosco, è una zona umida. Conosco bene il luogo per il mio lavoro.» 

L'anziana gli sorrise e notò la fascina sulle spalle dell'uomo, gli chiese «me la potresti dare quella legna? sai non ne ho più e alla sera comincia a far freddo» 

L'uomo ci pensò su un attimo, poi sfilandosela dalla spalla diede la fascina alla vecchina «ecco! tenete, così stasera potete scaldarvi un po'» 

«Grazie! siete stato gentile e io vi voglio premiare» con l'indice indicò la fine del bosco «vedete quel faggio laggiù, guardate sotto il sasso, c'è una cosa per voi» con un sorriso lo salutò e s'incamminò per la sua strada. 

Il taglialegna guardò l'anziana allontanarsi pensando «povera vecchina l'è tutta matta, adesso cosa dirò a mia moglie stasera...» 

Arrivato al limite del bosco si ricordò della vecchina di guardare sotto il sasso dell'ultimo faggio così fece e con suo gran stupore vide che c'era un ramo tutto d'oro. 

Il taglialegna tornato a casa con il ramo d'oro, raccontò tutto alla moglie. Fu fatta una grande festa, fu venduto e con il denaro ricavato poterono vivere bene per molti anni. 

Anche per il secondo taglialegna, mentre camminava sul sentiero gli comparve la vecchina con il bastone e lo scialle nero, lui si fece subito da parte«passate prima voi» le disse 

Lei gli chiese se la conosceva e lui rispose di sì, era quella che viveva in quella casa isolata e umida, allora lei gli chiese «gentilmente buon uomo potete donarmi la fascina, che io possa stasera riscaldarmi le mie vecchie ossa?» 

«Certo! ma vi posso dare solo una metà» divise la fascina e la metà glielo diede alla vecchina. 

«Grazie! siete stato gentile, ricordate prima di uscire dal bosco guardate sotto il sasso che si trova vicino all'ultimo faggio» gli sorrise e riprese il cammino. 

Così fece il taglialegna scuotendo la testa mentre pensava tra se "" simpatica la vecchina, mi vuole fare uno scherzo "" Arrivato al termine del bosco, vide il sasso vicino all'ultimo faggio. Per curiosità si avvicinò e con il piede scostò il sasso trovando un ramo tutto d'argento. Tutto contento per la scoperta, tornò a casa raccontò tutto alla moglie e vendendo il ramo, anche loro poterono vivere bene. 

Il terzo taglialegna s'incamminò per il sentiero con la fascina pesante sulle spalle, era la più grossa che aveva fatto. Lui grande e grosso faceva il prepotente con tutti rubacchiando un po' di legna a uno e all'altro boscaiolo. Quando incontrò la vecchina sul sentiero, non le cedette il passo, anzi, con fare molto scortese la invitò a spostarsi «fatti più in là vecchia megera» 

La vecchina gli chiese «mi conoscete buon uomo?» 

«Certo che so' chi siete, quella che abita nella casa nel bosco, vi siete persa?» 

«No! no!» rispose «gentilmente mi dareste la vostra fascina...anche solo la metà è così grossa?» gliela indicò con la mano «così stasera posso scaldami un po'» 

«Siete matta! per caso, se vuoi la compri tutta, vecchia megera io non regalo niente» la spinse via in malo modo. Anche a lui, la vecchina gli disse di guardare sotto il sasso vicino al faggio e s'incamminò per il sentiero. 

Il taglialegna se ne andò per la sua strada e giunto al limite del bosco, vide il sasso vicino al faggio, la curiosità ebbe il sopravvento, s'inchinò e con la mano spostò il sasso, quello che vide lo paralizzò, una vipera con un scialle attorno lo morse sulla mano e lui morì pensando alle sue malefatte. 

Il nonno guardò il nipotino che lo ascoltava attento "" ricordati bambino mio...compiere una gentilezza o una cortesia verso gli altri rende la persona più bella » gli stropicciò i capelli e guardando la tavola apparecchiata esclamò "" vieni andiamo a mangiare...avrai fame eh!! "" 

Maurizio B / aikiland



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