L'effetto eccitante della droga non gli permetteva la pace dei sensi; era un altro punto pericoloso per la propria salute nel suo piano.
A vantaggio della sua esperienza, ebbe occasione di allenare il meccanismo che portava lo scorrere della pellicola degli accadimenti davanti a sè. Aveva scoperto che fossero dettati tutti dal suo subconscio, e come in un sogno lucido, ne aveva controllo assoluto.Clarisse era venuta a conoscenza della morte ingegnata la sera, più tardi, in un pub. Stava buttando giù un boccale o due di birra, quando la telefonata, portatrice di morte, fece animare il telefono, appoggiato sul tavolo tra un bicchiere ed un altro.
La medesima Sarah non si era potuta trattenere dal ridere in faccia alla sua amica irlandese, nel momento nel quale aveva sentito la notizia. Si era dipinta sul suo viso un'emozione di panico, era divenuta bianco come un lenzuolo e stentava a crederci. Le palpebre erano spalancate, scemata anche la più piccola forma di ubriachezza. Con le sopracciglia aggrottate sussurró un "cosa?".
E lì, l'artefice di simile scherzo, aveva dato voce ad una risata grassa. La concluse asciugandosi gli angoli degli occhi, ma acquistò nuovamente un'espressione seria quando vide una lacrima scendere da quelli cerulei della compagna.
Nonostante dagli anni Sessanta il sadismo non era più considerato un disturbo mentale, la stratega non era riuscita a trovare un altro termine in grado di equiparare il forte significato; era questa, probabilmente, la sua patologia.
Perse l'allegrezza in un attimo e represse un singulto. Stava solo facendo del male...Eppure era sempre stata dell'idea che ogni scelta, seppur svantaggiosa per il soggetto, avrebbe dovuto, almeno, non essere nociva per altri. Se da una parte toglie, dall'altra si aggiunge. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Stessa cosa si dovrebbe poter applicare al dolore. Qualcuno al mondo avrebbe dovuto soffrire ed un altro godere in modo inversamente proporzionale. Con queste riflessioni, percepì il cuore farsi meno pesante e la sua coscienza placarsi ancora una volta. Sarebbe stata una sfida tra la scienza e la sua ebefrenia.
Era combattuta, dopo aver visto la reazione della sua amica, che mai aveva visto così abbattuta, non voleva sicuramente scoprire quella di Andrew. Eppure, per chissà quale motivo, che forse nessuno saprà mai, volle tenersi la sorpresa. Dentro di sè sapeva che anche lui sarebbe stato dispiaciuto, alla fin fine aveva origliato la telefonata di sua mamma.
Ma non era arrivato lì per preoccuparsi dei suoi amici, la sua priorità era la scoperta ed in secundis il comportamento di suo marito.
Si concentrò sull'immagine di Alexander e così comparve una panoramica sulla loro camera da letto. Era, oramai, notte. La luce fioca della abajor sul comodino del finto defunto, permetteva una buona visuale. Era sua abitudine, difatti, rimanere a leggere per tempo imprecisato saggi di filosofi o gialli (il cui aiuto aveva avuto una funzione fondamentale per la preparazione della scena del "delitto"). Ciò implicava una luce sempre accesa. Alexander, a forza di essere sottoposto a questa tortura luminosa, ci aveva preso l'abitudine.
Il sonno era stato sempre un problema per Sarah: i suoi pensieri la assillavano sia durante il dì, sia nelle ore notturne, quindi il "prendere sonno" non era contemplato. Non servivano a niente le conte di soffici manti, o le semplici chiusure di occhi. Con il risultato che di notte facesse la vita da vampiro e di giorno si dedicasse alla pennichella post pranzo.
La lettura non la stancava, per niente. Aveva letto diverse tipologie di romanzi e novelle. E dopo numerosi libri da scene rosse sangue, aveva realizzato di essere hoplofona. Ecco la ragione, la quale giustificava la scelta di metodo di morte: a parte la praticità, non voleva ammettere la possibilità di usufruire di armi da fuoco.
Alexander, che aveva fatto servizio di leva militare, era stato, perció, costretto a ripudiare simili tattiche di difesa ed attacco. Sarebbero comunque state inutili per un amministratore delegato, frequentante della facoltà di economia.
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Death Experience
Science Fiction'Il vero male è l'ignoranza, poichè in definitiva noi "siamo" ciò che abbiamo imparato ad essere' (Gabriele Mandel) 29.01.2016, Londra Sono Sarah Cordman, famosa filosofa e scienziata del XXI secolo. Come le due discipline si possano conciliare non...