Verde lega

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Johnny è uno strano essere, ha infatti un potere speciale: parla. Solo che è completamente immobile, non può muovere né braccia né gambe, deve stare fermo, come un vegetale. Anzi, ripensandoci, è proprio un vegetale, se vogliamo essere precisi una betulla*. Vive nei pressi di Bergamo, in un luogo dove coltivano la legna. Lui non viene tagliato perché produce resina bianca, e questa cosa viene ad essere molto conveniente per il contadino che coltiva Johnny, perché così sbaraglia la concorrenza delle altre resine nel settore immobiliare. C'è un unico problema: questo Johnny ha un caratteraccio. Quando i bambini passano di fianco, lui gli fa: "Ehi, ehi!". I bambini, perplessi, si voltano e si chiedono chi ha parlato. "Sono qui, sì, un albero che parla, oh mio dio che strano! Questa cosa non si era mai vista! Veramente incrediiibile!". Passato il tempo che ci mettono tutti a realizzare, lui fa: "Ehi, se incidete il tronco, vi spargo la resina bianca sui capelli, poi lo andate a raccontare voi a mamma cosa vi hanno fatto! Ditele pure che è stato un albero 80enne di nome Johnny!". Probabilmente, se verrà tagliato, sarà proprio a causa del suo carattere scontroso, o forse lo faranno girare per il mondo perché è un albero che parla. Roba da favola. Da non crederci. Dicono che quest'albero riesca a rilassarsi solo se gli fai ascoltare musica blues, al che gli mettono in sottofondo roba tipo Mario Biondi oppure quando gli gira Eric Clapton. L'albero si rilassa, invece i truzzetti che ha vicino (che sono betulle anche loro), gli intimano di spegnere quella roba, perché loro invece crescono male così, infatti preferiscono le menate rap. Lui, però, è parecchio cocciuto, sembra che abbia la segatura nel cervello. Tutto procede liscio, fino ad un giorno. C'è una tempesta violenta, come quelle che si abbattono sulla pianura padana quando vengono fatti i tagli alle fabbriche. Gli alberi attorno a lui, un po' per la tempesta ed un po' perché serviva la carta, crollano. Lui mica è triste, anzi, è il paradiso. Tanto un albero cosa deve fare nella sua vita, mica ha bisogno di rapporti sociali. Per una settimana si gode la sua solitudine, fino a quando non gli piantano vicino un'enorme palma africana. "No" pensa Johnny, "Questa no". La Palma, incredibile a dirsi, parla anche lei. "Cocco bellooo, cocco frescooo!" "No, ti prego, dimmi che non è vero". Il fattore che passa vicino gli dice: "Eh, che ci vuoi fare, ci serve l'olio, adesso lo coltiviamo anche qui per non andare a prendere quelle boiate indonesiane". La palma fa: "Vuoi? Uno euro una fetta, cinque euro tre fette". La betulla si gira dall'altra parte, relativamente alla possibilità di girarsi di un albero. Adesso la sua resina bianca non la usano più di tanto, viene un po' a mancare il mercato per gli arredamenti bianchi, è invece molto più richiesto l'olio di palma. Il mercato della betulla è in declino. "Da non crederci... venite qui, fate la fotosintesi nel nostro paese, ci rubate la clorofilla e come se non bastasse ci rubate anche il lavoro, TORNATEVENE IN AFRICA!". Ah, non ve l'ho detto, Johnny è razzista verso gli alberi che non sono bianchi. Non ce la fa a vivere così. Come se non bastasse, sente la voce di sua figlia che ansima, e dice (ah allora non è solo lui a parlare): "Oh, sì, ABDUL, fammi assaggiare il tuo polline grosso e africano!". "No. Io voglio andarmene da questo paese malato, migro in Norvegia, figa!". La figlia gli ricorda che le betulle non possono sopravvivere con il clima della Norvegia. "Non me ne frega una minchia! Non vivo neanche qui, con questa palma che mi fa ombra con i suoi 20 metri d'altezza e quindi mi frega la fotosintesi, e poi qui vedo che tutte le ragazze preferiscono il suo polline al mio perché il suo è più grosso e questo non è accettabile! Come se non bastasse, mia figlia se la fa con il primo africano di turno, proprio lui guarda caso!... E smettila di fregarmi anche l'anidride carbonica! Quanto cazzo respiri! Ma io voto lega alle prossime elezioni, chissà che quelli come voi li chiudano nelle serre per poi rispedirli nel loro paese!". Come se non bastasse, sua figlia aggiunge: "Papà... sei razzista?" "Assolutamente no! Ci sono due cose che odio: il razzismo e gli africani!"* "Papà... questo è offensivo per me, io voto PD". Le foglie di Johnny diventano di colpo tutte gialle, nonostante siamo in estate piena. Smette anche di fare la fotosintesi, non percepisce più la presenza del sole e di colpo si inceppa anche la musica di Eric Clapton. Non sa più che fare in questo momento. Poi, ha l'illuminazione, ma è un po' un'arma a doppio taglio. Partiamo da lontano: La palma si sta riproducendo ad una velocità impressionante (scopa parecchio in effetti questo senegalese di 20 metri), quindi a breve questa pianura diventerà sede di una coltivazione intensiva di palme da olio. La coltivazione intensiva di palme da olio in Italia è proibita. Non chiama il governo, perché ci metterebbe 10 anni a stabilire che il contadino locale ha violato il regolamento, ed altri 10 anni a prendere provvedimenti, e per allora sarà già l'unica sola betulla in mezzo a tante palme, visto che le betulle sono in calo demografico. Gli tocca a chiamare Greenpeace, nonostante vada contro i suoi ideali. Non ci mettono molto a fare un raduno di protesta intorno alla casa del contadino, che non dista molto dal luogo in cui è situato Johnny. Presentano cartelloni enormi, in cui recitano che la coltivazione di olio di palma proibisce la biodiversità (un momento... fammi pensare... niente biodiversità = niente concorrenza = proibiscono la nascita della flora locale = gli alberi devono crescere solo nel loro luogo d'origine... SONO LEGHISTI ANCHE QUELLI DI GREENPEACE! Tra l'altro... green = verde = lega). Però una cosa non quadra. Johnny fa agli hippie (li chiamo così per comodità): "Voi siete dalla mia parte, giusto?" "Per adesso, sì" "E protestate con quei cartelloni, giusto?" "Per adesso, sì" "E... di cosa sono fatti quei cartelloni?" "Beh... di carta, perché ce lo chiedi?" "E... da dove arriva la carta?" "Oh, merda, non ci avevamo mai pensato" "Siete davvero dalla mia parte?" "Sì, te lo garantisco, è che dove ce le scriviamo le proteste, sulle mani?" "Può essere un'idea!" "Ma non si vede nulla da distante!" "Usate le mani di Gianni Morandi, che volete che vi dica!" "Eh, ma di Gianni Morandi ce n'è solo uno... a noi servono tanti cartelloni". Stanno fermi in imbarazzo per parecchio tempo. Poi, finalmente si inventano una scusa. "Comunque... è legno di quercia, le querce sono scure, lo sai no?" "Ah... allora apposto, fottesega". Come al solito, la protesta è inutile e la palma rimane lì. Però scopre una caratteristica interessante della suddetta: un giorno, dei bambini siriani passavano per di là. Vengono dal deserto loro, non hanno mai visto un albero, per cui si chiedono cosa sia quello strano oggetto alto e... nero (no, così però suona davvero troppo male). La prima cosa che prova a fare è incidere la corteccia, naturalmente, al che il nostro ABDUL (pronunciatelo sempre con molta enfasi) fa cadere una noce di cocco ed il bimbominchia siriano schiatta. Proprio così, è morto. Siccome la morte di un bimbo è sempre una cosa abbastanza triste, sdrammaticizziamola: era dell'ISIS. Adesso non mi dispiace più. "Wow, figata, come hai fatto?" Chiede Johnny. "Cocco belloooo, cocco frescoooo", è l'unica facoltà di linguaggio che possiede la palma. In verità non sono sicuro che le palme da olio producano anche il cocco, ma fregacazzi. Per il prossimo anno l'albero deve convivere con questo maledetto africano, che è troppo ingombrante persino per stare nelle serre. Fino a quando, hallelujah, un riccone passa per di là, e dice al proprietario di volere quella betulla. "Tenetevelo pure, tanto Johnny rompe solo i coglioni" *sequenza a cliché in cui gli acquirenti scoprono con stupore che Johnny parla* "Lo prendiamo" "SI CAZZO!" Johnny esulta. "Ci serve la resina bianca per colorare i mobili" "Ah, e non per altro? Troia!" Riferendosi alla moglie dell'acquirente. Esatto, Johnny è anche sessista. Ora è nel giardino di un riccone che vota lega come lui. Tutto va liscio ora. "Tranquillo, una serva si prenderà cura di te" "Ma... di che nazionalità è?" "Italiana" "Italiana della padania, giusto?" "Ehi, ho detto Italiana, non terrona" "Tu si che mi capisci" Non potrebbe stare meglio. Si gira, si guarda attorno (può farlo un albero?) E vede che è tutto perfetto, fino a quando non nota un cactus tropicale dietro di lui. "Hola, como estas?" "NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!".

*per chi non lo sapesse, ve lo dico subito altrimenti vi rovinate la storia: le betulle sono alberi dal legno bianco.

*citazione (o plagio, intendetela come volete) al libro "Pancreas" di Giobbe Covatta.

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