Mi mancano. Mi mancano i tempi in cui vivevo la mia semplice vita da normale diciottenne, senza affondare in tutti questi problemi. Mi mancano i tempi in cui non lo conoscevo, in cui non mi picchiava e sopratutto, mi mancano i tempi in cui non mi violentava, usando di il mio esile corpo come un giocattolo. Io non voglio esserlo, un giocattolo intendo. Sono state tante le volte che ho provato a ribellarmi e tutto quello che ho ottenuto sono stati schiaffi e una serie di lividi.
Si é preso tutto di me: la mia verginità, i miei sentimenti, la mia famiglia e la libertà.
Lo odio. É ironico dato che non molto tempo prima mi piaceva.
La settimana dopo la nostra 'conversazione' lo rividi ad una festa. Non era una semplice festa, sembrava piú una riunione di molte le gang e di spacciatori. Fù Evelyn a convincermi; adoravo quella ragazza, davvero, ma odiavo quel genere di posti. Cercavo sempre di tenermi alla larga da certe cose ma avere un amica manipulatrice non aiuta, così decisi di andarci. "Solo una volta" pensai. Che stupida.
Quella stessa sera mi rapí. Inizialmente ebbi paura; poi iniziò a piacermi il modo in cui mi trattava e corteggiava. Ma fu quando cercai di scappare la prima volta che tutto cambiò.
Iniziò a prendermi, giorno e notte. Non gli importava se fossi vergine o se mi facesse male, si preoccupava solo del suo piacere. Gemeva e io piangevo. Piangevo ogni dannata volta. Ed era quando finiva che veniva la parte peggiore. Mi legava e teneva chiusa in una stanza senza luce e senza finestre, come una sorta di seminterrato che puzzava di topo. Anche se piú che un seminterrato sembrava una gabbia.
Non mangiavo molto, mi dava il piacere di avere solo un pasto al giorno. Erano passati 3 mesi e ancora nessun cambiamento in lui. Io invece ero dimagrita, riuscivo a intravedere le mie costole senza nemmeno forzarmi.
Cosa ho fatto di male? Perché proprio io? Un giorno gli feci queste stesse domande. La sua risposta? "Perché tu sei sempre stata mia".
Ogni settimana cercavo di escogitare la mia fuga. Mi chiedevo se la mia famiglia mi stesse cercando o se qualcuno sapesse che non stavo bene. Vivevo nel dormitorio dell'Università, forse la mia coinquilina se ne accorse, ma nessuno venne a cercarmi. Solo dopo scoprì che fossero tutti morti. Uccisi da lui. Questo é il motivo per cui cercavo sempre di fuggire, ma ogni volta qualcosa andava storto.
Io sono Grace White e oggi vi racconto come sono riuscita a scapparte dall'Inferno.
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Possessive.
FanfictionCorsi in cantina cercando un buon nascondiglio, come tutte le sere oramai, sentì il rumore assordante della porta d'ingresso sbattere. Lui era tornato. Mi resi il più piccola possibile cercando di nascondermi dietro la massa di scatoloni terrorizz...