Chapter 1

177 27 3
                                    

17 settembre 2003

Il primo giorno di scuola è sempre un'emozione unica.
Non importa quanti anni tu abbia e a che livello sei, sarà sempre un'emozione indescrivibile.
Tutti ci ridono su dicendo che il ritorno è un trauma perché spezza la solita routine che si era creata durante l'estate ma in realtà ognuno di noi non vede l'ora di ritornare tra i banchi per salutare di nuovo i nostri amici e conoscere i nuovi arrivati.
Perché ammettiamolo, è proprio tra i banchi che nascono quelle amicizie che durano una vita, quella complicità che credi non possa esserci con nessun altro, quelle risate che tenti di fermare mordendoti il labbro fino a farlo sanguinare.
Perché anche se la scuola non ti va proprio tu ci vai solo per quelle persone nelle quali ti rispecchi.

E per questo motivo era in ansia la nostra piccola Rosalie, una bambina dalle gianciotte paffutelle e dai lunghi capelli castani.
La bambina era ansiosa perché oggi era il grande giorno.
Oggi sarebbe passata ad un livello superiore.
Oggi iniziava le elementari.

L'idea di una nuova scuola non le piaceva molto.
Avrebbe preferito di gran lunga la sua vecchia scuola dove c'erano tutti i suoi amici ma la mamma aveva deciso che per il bene di entrambe era meglio cambiare aria.
Rosalie era australiana anche se non si direbbe all'apparenza.
Sembrava un europea con quei suoi occhi scuri e i capelli castani che le cadevano quasi fino al fondo schiena.

Quel giorno Rosalie era un fascio di nervi.
Sua mamma l'aveva accompagnata fuori al cancello della sua nuova scuola e con la frase "scusa tesoro, ti dispiace se ti lascio qui? Devo andare al mio nuovo lavoro e sono già in ritardo" l'aveva fatta scendere.

E ora lei si trovava lì, con il suo nuovo zaino sulle spalle seduta sul muretto ad osservare gli altri genitori accompagnare i propri figli.
Rosalie le vedeva le lacrime di gioia che si formavano negli occhi fieri di quei genitori che forse per la prima volta si rendevano conto che i loro figli stavano crescendo.
Rosalie la vedeva quella scintilla di emozione mista a paura nei loro occhi, la vedeva e si chiedeva se anche la sua mamma fosse fiera di lei.

Mentre osservava con un pizzico di invidia gli altri bimbi che salutavano i propri genitori venne travolta da qualcuno che, stringendola tra le sue braccia, non le permetteva neanche di aprire gli occhi.
Ma Rosalie lo riconobbe ugualmente.
Era impossibile non riconoscerlo.
Quello che la stava stritolando era Michael, il suo adorato cugino, quello che lei riteneva suo fratello.

Michael era l'esatto contrario di Rosalie.
Biondo con gli occhi quasi trasparenti, era la persona più solare e allegra che conoscesse.
Credeva quasi impossibile vederlo triste, non riusciva proprio ad immaginarselo.
Lui era il suo punto di riferimento, la sua risata strappata facilmente.
Perché Michael come lei era figlio unico e i due trovavano nell'altro quella figura di sostegno che solo un fratello o una sorella possono rappresentare.

"Hey Rose, che bello vederti"- le disse il cugino con un sorrriso così sincero ed enorme che avrebbe potuto illuminare anche la giornata più grigia.
A volte Rosalie guardandolo ridere si chiedeva se il costante bel tempo in Australia non dipendesse proprio dalla risata contagiosa di quel suo tanto adorato cugino.

Oramai mancava poco al suono della campanella e Rosalie sfogava la sua ansia tamburellando le dita della sua mano sul muretto.
Karen, la mamma di Michael percepì la tensione della sua piccola nipotina che si ritrovava sola in quel momento e allora le venne un'idea per allentare un po' l'ansia della piccola.
"Che ne dite se vi faccio una bella foto? Così immortaliamo questo momento"- propose.
Subito il volto dei due bambini si illuminò ed un sorriso enorme fece la sua apparizione.

Mike corse ad abbracciare la sua cuginetta e proprio mentre la campanella suonava Karen scattò la foto.
Michael si avvicinò alla cugina e prese la sua mano, facendo combaciare alla perfezione le loro dita.
Era un gesto banale ma lui sapeva quanto quel piccolo gesto contasse per la bambina al suo fianco, quanto quel gesto riuscisse a farla sentire protetta e a darle un po' di forza.
È così, salutando la donna con una mano, iniziarono la loro nuova avventura insieme.
Proprio un attimo prima di varcare il portone Rosalie si voltò e incontrò lo sguardo della zia.
E la vide.
Rosalie la vide quella scintilla negli occhi della zia mentre li osservava prendere la loro strada e per un momento si sentì davvero amata, si sentì speciale.

Rory ||Calum Hood (Coming Soon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora