*collocazione temporale prima del Ladro di Fulmini*
«Corri» urlò Luke a Thalia, prima di scattare in mezzo alla foresta.
Andava così veloce che la figlia di Zeus faticava terribilmente a stare al suo passo, così il ragazzo dovette rallentare.
«Hai voglia di bagnarti, insomma» sospettò lui, il viso che iniziava a riempirsi di goccie di pioggia che sembravano lacrime.
«No» rispose lei «è che sei veloce come una saetta. Ma io non sono una normale saetta, sono una saetta semidivina» sorrise e scattò più veloce che potè, saltando abilmente i rami caduti e cercando di scivolare sulle foglie bagnate.
I polmoni le bruciavano dallo sforzo, ma non le importava.
Luke la raggiunse in un battito di ciglia e la sorpassò ma, voltandosi indietro per vedere dove si trovava Thalia, finì contro un tronco caduto che era seminascosto nella nebbia.
Cadde a pancia all'aria, ferito sulla gamba.
La figlia di Zeus lo raggiunse mentre lui ansimava per lo sforzo della corsa.
«Oh dei!» gridò «Stai bene?»
«Sto per morire» disse lui.
Ma lei non ci credette nemmeno lontanamente, perchè il ragazzo non riuscì a tenere un'espressione seria per nemmeno un secondo, scoppiando subito a ridere.
«Certo, certo» sorrise lei con i capelli neri stonfi per la pioggia.
Lo prese per il braccio per aiutarlo ad alzarsi: «Smettila» ordinò lui.
«Di fare cosa?» chiese l'altra, con un'espressione interrogativa sul volto.
«Mi dai la scossa!» rise il ragazzo «ogni volta che mi sfiori una scossa mi attraversa il corpo»
«Dai andiamo» comandò Thalia sollevandolo per il braccio «Rifugio 27 è qui vicino».
Camminarono per un centinaio di metri e, alzando una rete intrecciata con foglie e fiori secchi, scoprirono uno dei tanti nascondigli che avevano creato.
Saltarono all'interno proprio quando un tuono rimbombò nel cielo facendo saltare un battito al cuore della figlia di Zeus.
Osservando l'espressione terrorizzata che Thalia aveva dipinta in volto, Luke la rassicurò: «Tranquilla, tra poco smetterà di piovere. E poi cosa vuoi che faccia a te un fulmine? Dovresti essere tipo fulmine-repellente, o qualcosa del genere»
«Ma tu no» confessò la ragazza.
Lui alzò le sopracciglia: «E da quando in qua ti preoccupi per me?»
Thalia gli assestò un pugno sul braccio e rise: «Da sempre»
Il figlio di Hermes raccolse una coperta da uno degli scatoloni, gliela sistemò sulle spalle e, dopo un paio di minuti dichiarò: «È bello»
«Cosa?»
«Come ci preoccupiamo l'uno per l'altra e viceversa a vicenda. Come una famiglia» ammise il giovane.
Lei gli si avvicinò e appoggiò la sua testa alla spalla dell'altro: «Non come una famiglia. Noi siamo una famiglia» e dopo pochi istanti si addormentò.
Il semidio rimase sveglio ascoltando il rumore della pioggia che bagnava le foglie secche e guardando il viso di Thalia che, espirando e inspirando dalla bocca, gli stava sbavando leggermente sulla felpa.
«Noi siamo una famiglia» ripetè incurvando la bocca in un debole sorriso e pensò che gli dei non dovessero essere così cattivi se gli avevano fatto incontrare una creatura del genere.
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Pagine rubate||Luke Castellan
Short StoryIn molti abbiamo letto Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo e abbiamo ascoltato la storia dal punto di vista di Percy, uno dei più famosi figli di Poseidone della storia. E se provassimo a vederla in una prospettiva diversa? E se provassimo a vederla...