Era una giornata come tante. Almeno così sembrava. Rose Wooderland era, come suo solito, sul suo letto ormai in disordine. Quella dannata sveglia suonò facendo scappare una piccola bestemmia dalle labbra di Rose. Lei non era come tante ragazze. Aveva i capelli nero corvino e lisci, la pelle chiarissima e degli occhi blu fantastici. Amava il nero ed odiava io rosa. Non era perfettina. Odiava le ragazze che si credono Dio sceso in terra. Amava giocare alla Xbox e varie piattaforme di quel genere. Sotto lo sguardo dei ragazzi veniva giudicata figlia degli Dei. Aveva delle belle forme, era magra, simpatica e dannatamente testarda.
Quella mattina realizzò che era il suo primo giorno di scuola del terzo anno di liceo linguistico. Non poteva fare assolutamente tardi. Con le braccia a penzoloni si avviò nel bagno dove si sciacquò la faccia ancora assonata e lavò i denti. Prese dal suo armadio una maglietta nera in pizzo, una camicia a righe rossa e nera, un leggins nero e le sue amate Adidas bianche con le strisce nere. Il suo zaino era già preparato, contenenti solo i quaderni e un astuccio di penne. Sapeva che si sarebbe annoiata. Le solite matricole e la stessa gente dell'anno precedente, stessi bulletti, stessi secchioni, stesse troie.
Il suo iPhone, ancora collegato al filo del caricabatterie, si illuminò mostrando un messaggio:Zoey: Dio Rose. Ma dove cazzo sei? Sono ore che ti sto aspettando alla fermata del bus. Se non alzi il tuo fottuto culo dal letto, ti lascio a piedi.
Rose sorrise per l'essere così educato della sua migliore amica. Prese il telefono e le auricolari per poi scendere al piano di sotto. Salutò la madre con un freddo "ciao" e uscì di casa. Per fortuna la fermata del pullman non era molto distante così che non avrebbe ritardato più di tanto.
Zoey la guardava da lontano così in malo modo che se quello sguardo avesse potuto uccidere,Rose, era morta. Zoey muoveva nervosamente la sua gamba mentre aveva le braccia incrociate così da dare un'aria scocciata e minacciosa. Rose ridacchiò.
"Lo sai che ti amo" disse Rose soffocando una risata.
"Ha. Ha. Ha. Divertente". Ribatté.
Zoey aveva quasi lo stesso carattere di Rose. Era bionda, occhi verdi, anch'essa con fisico perfetto. Dopo pochi istanti, il pullman fece capolino davanti a loro. Salirono con molta calma senza attirare attenzioni. Ma era impossibile. Tutti puntavano gli occhi su di loro. Erano fottutamente al disagio e così belle. Tutti i ragazzi avevano gli occhi a forma di cuore e Rose lo riteneva davvero idioti.
Scambiò quattro parole con Zoey prima che, dallo sportello, fece capolino un ragazzo mozzafiato. Era alto, atletico, occhi color azzurro ghiaccio, un ciuffo che, a vista, sembrava morbido, piercing all'angolo del labbro inferiore. Un figo. Rose era "incantata". Distolse lo sguardo quando si accorse che i due si guardarono negli occhi già da una decina di minuti.
Il pullman si fermò di botto davanti al cancello del carcere, o più comunemente chiamata "scuola".
Forse, magari, non era un giorno come gli altri. Magari non lo era per niente.
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Vita da vampiri.
VampireCosa sarebbe successo se, a New York, sarebbe nata una nuova minaccia? I vampiri sono reali e possono essere pericolosi. Ormai era tutto in pericolo. Macchine bruciate, case abbandonate. Si aspettava un miracolo. Qualcosa o qualcuno che elevava il p...