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Alice e Jack rimasero a lungo a passeggiare sul bagnasciuga, lo facevano mano nella mano, come se non ci fosse nient'altro di più importante.
Non c'era nient'altro, a parte me e Nash che ce ne ne stavamo sopra ad un asciugamano a fissare la sabbia. Non ero una romanticona, ma il tramonto era la mia parte preferita della giornata, nonostante non fossi una di quelle cerebrolese che passavano ore a tentare di immortalare il tramonto più figo da postare su Instagram.

Ogni tanto lui immergeva la mano dentro alla sabbia fina, ne raccoglieva un po' per lasciarla scivolare tra le dita. In qualche modo questo gesto riempiva i momenti di silenzio ed imbarazzo che si creavano tra di noi.

- Quindi partite tra una settimana?- domandai, abbandonando i miei occhi alla visione del sole che scendeva nel mare, colorando il cielo di rosso.

- Sì..Torniamo a casa.- rispose Nash, rivolgendomi un sorriso luminoso.

- Ma Jack non sarà felice.- aggiunse, riferendosi al suo amico.

- È per questo che Ali sta passando ogni secondo con lui..-

Iniziai a pensare allo scorrere del tempo e al lasso che interrcoreva tra quando ci si accorge che il tempo sta per finire a quando questo finisce per davvero.
Pensai a Heidegger, alla concezione del tempo come scelta, come momento adatto per agire, pensai anche al "Chronos" e "Kairos" e a come quei dannati antichi greci avessero ragione nel chiamare il "tempo" con due vocaboli diversi. Avevo sempre fatto caso al Chronos, allo scorrere del tempo, ma finora non mi ero mai soffermata sul Kairos, quell'attimo di tempo in cui qualcosa di speciale accade.
Desiderai parlarne con Nash, ma poi mi dissi che sarebbe stato tutto inutile tentare di farmi capire. Alla fine, era pur sempre americano.

Stavamo seduti su quell'asciugamano a fissare il mare che risucchiava il sole, godendoci la fine della giornata, quando la mia tranquillità volse al termine.

- Oh, ma come siete carini. Volete che vi faccia una foto??-

Lorenzo ci passò davanti, stava in costume con un asciugamano al collo, guardandoci con il suo ghigno.

- Fotografami questo Gherbini!-
gli feci il dito medio e lui rise con due fossette.

- Oh ma che ragazza educata, complimenti per la scelta, americano .-

Nash non intese molto, ma il mio gesto fu chiaro. Non servivano le parole testimoniare l'odio che provavo quell'idiota, era chiaramente ovvio.
Nash voleva chiedermi se provassi antipatia per Lorenzo, ma siccome non sapeva dirlo in italiano, domandò semplicemente:
- Lo oddi?-

-Lo oddi? Ahhh vuoi sapere se lo odio?- feci io scuotendo il capo.

-Certo che lo odio!- esclamai guardando Lorenzo avvicinarsi ad un gruppetto di ragazze bionde, per poi sussurrare qualcosa nell'orecchio di una delle amiche della tedesca che lo voleva morto.
Ovviamente ci stava provando anche con quest'altura.
Scossi la testa, turbata dalla visione della sua schiena abbronzata e nuda.

Il sole era tramontato e a me venne un certo languore.

- Andiamo a prendere un gelato?-
Nash acconsentì di buon grado e lo portai in una delle gelaterie più buone di Santa Marinella.

Mangiammo il gelato lungo le strade del paesino, poi giunti ad una piazzetta, ci sedemmo su una panchina.

- Mi fai assaggiare il tuo?- chiese Nash indicando il mio cono.

- Certo!-

Fece una smorfia quando lo assaggiò.
Io adoravo la menta con lo yogurt.
Il gusto pungente e fresco della menta con l'acido dello yogurt.

#ODIetAMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora