Prologo.

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"Vorrei saperti raccontare, e ho cercato invano le parole per dire qualcosa di te.

Temo di non saper più parlare, e ricordi d'un breve periodo infinito si sfogliano incessantemente come pagine d'un libro abbandonato al vento.

Il flusso di pensieri è incalzante, ma nell'occhio del ciclone è stranamente facile distinguere una nitida melodia che si innalza crescente.

È la tua voce.

Presto diviene forte, la sento e tremo come un bicchiere di cristallo.

Vorrei saperti raccontare, ma le parole lasciano sempre spazio alla musica.

Nulla di più intenso, davanti a lei tutto diventa inutile, ogni cosa è fine a se stessa.

Hai scoperto il mio segreto, non credevo ci fosse un modo per aprire il cancello blindato dentro di me.

Ho cambiato occhi con cui osservare il mondo da quando so che la musica non è più fatta soltanto di suoni.

Adesso so che la musica può essere fatta di pelle candida, di capelli elettrici, di jeans strappati, di occhi indistruttibili, di un sorriso inimitabile.

Il suo volto può avere linee dolci come la lama affilata di una spada inferta nei meandri più reconditi d'un animo sensibile.

Sento ancora quella voce.

Non dimenticherò la furiosa grinta, la delicata dolcezza, la felicità malinconicamente consapevole, la saggezza precoce, l'imperturbabilità di uno spirito di ferro che racchiude in sé la luce.

Non saprò mai raccontarti, così come non so parlare di un suono.

Il tuo corpo è un'orchestra e tu...

Sei la musica."

Elia.

Occhi di terra e acquaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora