Era domenica e siamo andati a studiare insieme al bar della piazza.
Il profumo di terra bagnata era la natura che avvertiva noi poveri uomini ignari di un temporale imminente. Eppure il cielo era limpido, l'aria fresca e gli alberi non mi erano mai sembrati così verdi e imponenti come quel giorno.
Eravamo seduti ad un tavolo al centro del bar, circondati dai liceali che si lamentavano troppo presto degli esami di maturità; la radio suonava No One Knows dei Queens of the Stone Age e di punto in bianco Elia aveva sollevato la sua testa riccia dal libro e spalancato gli occhi dicendo: <Ali, ci conosciamo da otto giorni...ma mi sembra di conoscerti da trent'anni.>I miei occhi brillavano e la mia bocca si è spalancata, come succede a un pesce che è stato strappato all'acqua: stavo pensando esattamente la stessa frase.
Nonostante fosse lì anche mia sorella Ambra fornita di scooter, Elia ha insistito per accompagnarmi a casa di mia zia, perché Ambra e io avremmo dovuto cenare lì. Ma lui voleva stare con me e dopo cena è tornato a prendermi e siamo andati al solito posto appartato: sesso, dialogo, dialogo, sesso.
Tornando verso casa abbiamo parlato del modo in cui stavamo vivendo le nostre vite, come stavamo vivendo quella situazione tra di noi... E dal generale siamo passati al particolare: si è sfogato con me dicendomi come si sentiva riguardo la sua ex ragazza Noèmie, spiegandomi quello che avrebbe voluto, ovvero conoscersi da solo in relazione con gli altri (tutto ciò mi sembrava molto familiare: era quello che volevo anch'io e che predicavo da mesi ormai).
Anche lui aveva sempre avuto relazioni serie e da quando, l'estate che era appena trascorsa, era riapparsa Noèmie nella sua vita, aveva vissuto con lei un mese frenetico, bello, ma duro allo stesso tempo. Un mese che era volato, perché Noèmie si era trasferita dal padre in Francia per studiare, senza dare conto e ragione a nessuno, men che meno ad Elia.
Ad Elia che ha fatto di tutto per lei quell'estate, standole vicino nonostante sapesse che sarebbe dovuta andare via. Aveva il cuore spezzato e voleva farlo rimarginare. Ed era convinto che Noèmie un giorno sarebbe tornata e avrebbero finalmente potuto vivere una storia che non avevano mai avuto la possibilità di vivere.Però la vita lo aveva portato a me. Aveva trovato molta affinità mentale e fisica e già mi voleva bene, quindi non voleva mettere fine a quello che stava succedendo tra di noi <perché se siamo arrivati a questo punto in una settimana Ali, figurati tra un mese...>. E a quel punto sarebbe arrivato un gran problema: un mese dopo sarebbe tornata la sua ex e gli ho detto che per rendersi conto di ciò che davvero voleva per se stesso avrebbe dovuto sbattere la faccia sulla realtà, altrimenti l'idea della storia perfetta con lei non gli si sarebbe mai scollata dalla testa.
Facevo la parte dell'indifferente, di quella che non si sentiva coinvolta nella faccenda, ed ero semplicemente distaccata: volevamo entrambi stare soli, perché mai avrei dovuto preoccuparmi per quelle storie? Il massimo che potevo fare era aiutarlo a capirci qualcosa.
Lui mi aveva dato ragione, ma rifiutava l'idea di dover sbattere la testa, perché non voleva soffrire ancora per lei. Gli ho detto che mi preoccupavo solo di una cosa: che lui potesse soffrire ancora e di nuovo. Allora mi ha interrotta dicendomi che ero dolce e una persona davvero buona.
Non sapevo se si fosse reso conto che dicevo la verità e non parlavo per apparire bella alle sue orecchie.Secondo il mio punto di vista era normale quello che mi raccontava, era giusto che lui volesse provare ancora, nonostante sapesse già che si sarebbe potuto fare del male: perché siamo esseri umani, e quindi esseri confusi ai quali servono conferme.
Le aspettative per me ed Elia erano piuttosto basse: ci saremmo conosciuti ancora, ma era chiaro che non si sarebbe potuto andare oltre a quello che stavamo già facendo.
Quella sera però stavamo instaurando un rapporto strano: mi aveva promesso che mi avrebbe detto sempre tutto, niente escluso, perché eravamo due persone intelligenti che sarebbero riuscite a capire qualsiasi cosa e non ci saremmo fatti del male. Nel frattempo ci stavamo salvando a vicenda dalla staticità e dalla solitudine.
Avevamo trovato amicizia, complicità e qualcos'altro che ancora era oscuro a entrambi.Il mio sguardo si faceva sempre più cupo: <Sai Elia, mi fa rabbia pensare che persone come me, te, ma anche Adriano e Giacomo, vadano avanti -col cuore dilaniato e la mente sottosopra- aspettando qualcosa. E nel frattempo non fanno altro che pensare di dover stare soli perché non ci capiamo più un cazzo di noi stessi!! Ma in realtà, lo dice pure Aristotele e perdonami se non cito testualmente, l'uomo è un animale sociale: nasce da solo, muore da solo, ma la sua vita è piena zeppa di persone>.
Non sapeva cosa dire, anche perché questo pensiero non avrebbe cambiato alcuna situazione. Nessun altro pensiero pseudo-filosofico l'avrebbe cambiata, perché il cuore desidera, e non parole, per quanto sagge possano essere.Nonostante ciò, ha detto che da quando mi aveva conosciuta stava cambiando il suo modo di pensare e di vedere le cose, perché gli aprivo nuove prospettive.
Nonostante i nostri cuori tendessero ad altro, stavamo evolvendo.Infatti anche io stavo crescendo. Elia era troppo intelligente e sveglio, stuzzicava i miei appetiti più profondi che accendevano la mia mente: mi spingeva a pensare sulla vita, sulla morte, sul linguaggio, sul pensiero stesso, le nostre serate erano scandite a tempo di musica, il nostro sesso era selvaggio e appagante.
Ma nonostante fosse una persona che brillava così tanto, avevo la netta sensazione che si sarebbe fatto prendere per il culo un'altra volta da quella Noèmie. L'avrebbe schiavizzato, non l'avrebbe lasciato esprimere nelle forme artistiche che lui possedeva e che a lei erano indifferenti: la musica e la poesia.
Un po' per orgoglio personale, un po' perché volevo fargli vedere il mondo dalla mia prospettiva e un po' perché volevo che ci conoscessimo, ero disposta a vivere quel mese, a vedere come sarebbe andata, e poi il futuro avrebbe raccontato al posto nostro.
Fino a quel momento avevo avuto tutto facile nella mia vita sentimentale, forse perché mi ero sempre accontentata... In quel momento Elia era diventato una sfida: avevo deciso che volevo lottare per qualcosa che mi incuriosiva e intrigava, qualcosa che finalmente sarebbe stata difficile: avere lui.
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Occhi di terra e acqua
RomansaAlice aveva vissuto una storia difficile, dalla quale è uscita senza forze. Ma la sua vita verrà stravolta dagli occhi di Elia, un ragazzo che non sa cosa significa sperare. Insieme scopriranno la loro identità e ciò che c'è di più profondo in una s...