CAPITOLO 1

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Ed eccomi qui.

Sul treno diretto nel posto più sperduto di tutti i tempi.

Mia madre, dopo il compimento dei miei 18 anni e dopo la morte di mio padre, mi ha praticamente costretta ad andare a vivere in questo paesino in Virginia.

Sono una ragazza abbastanza bassa, circa 1.65, magra ma con un seno abbastanza prosperoso.

Ho i capelli di un marrone intenso, simili al colore del cioccolato, e gli occhi azzurri come il cielo.

Per fare bella figura ho deciso di indossare un vestitino che arriva appena sotto le ginocchia, bianco di pizzo con una sottoveste e un copri spalle celeste, come le mie ballerine.

Se dovessi andare a vivere in paese mi andrebbe anche bene, conoscerei delle persone nuove, potrei trovarmi qualche lavoretto da fare per racimolare qualche soldo...

Sarebbe perfetto, ma il posto in cui andrò a vivere è una villa abbastanza lontana dal centro del piccolo luogo e, da quello che ho capito, ci vuole mezz'ora di cammino per arrivarci.

Quella villa è stata affidata a sette donne tantissimi anni fa, queste donne l'hanno sempre tenuta nascosta dagli occhi indiscreti, facendola diventare una leggenda.

Mia mamma, una delle sette donne che posseggono il casato, mi ha sempre raccontato storie su quel posto e sin da piccola ne sono stata affascinata.

Diceva che in quella casa hanno vissuto i figli e le figlie di quelle donne, tra cui lei, e che la dimora era circondata da un fitto bosco, impenetrabile dalle persone che non ne facevano parte.

Raccontava che a lei piaceva aggirarsi per i piccoli campi fioriti e rilassarsi in riva al fiume che accarezzava quelle terre isolate.

Sono un poco in ansia perché non so che tipo di persone incontrerò lì, mia mamma mi ha semplicemente detto che a convivere con me ci saranno ragazzi o ragazze circa della mia età, dato che vi è permesso l'accesso solo ai primogeniti maggiorenni.

Il treno fischia rallentando, con uno scricchiolio acuto provocato dal ferro delle ruote conto quello dei binari.

Il capotreno passa annunciando ad alta voce l'ultima fermata.

Non c'è tanta gente sul treno: qualche anziano in compagnia della sua amata e una donna con un bambino in braccio e uno che la segue a piccoli passi.

E poi ci sono io, Maggie Liuter, con in mano 2 valigie abbastanza grandi, ma non troppo.

Tiro un sospiro e scendo dal mio vagone.

Vedo il treno avanzare fino al deposito poco distante.

Mi avvio verso la piccola piazzetta con al centro una graziosa fontana e chiedo ad una vecchia signora se sa dove trovare un certo Robert Cruise.

L'anziana donna dice che non l'ha visto ma mi consiglia di passare all'osteria dietro l'angolo.

La ringrazio con un sorriso e mi dirigo nel luogo precedentemente suggeritomi.

Entro e un'acre puzza di alcool mi invade le narici, provocandomi una smorfia di disgusto.

Mi avvicino al bancone e chiedo alla ragazza dall'altra parte un bicchier d'acqua.

<< sei nuova di qui? Non ti ho mai vista. >> domanda con un sorriso, mente mi versa dell'acqua ghiacciata.

<< si mi sono appena trasferita. Mi chiamo Maggie. >> le sorrido in risposta.

Mi guarda per un attimo col mento appoggiato alla mano e poi dice << Maggie è... credo che quel ragazzo lì in fondo ti stesse aspettando >>.

One Girl Six BoysDove le storie prendono vita. Scoprilo ora