Gli anni passano

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Come semplice dato di fatto gli anni passano e anche in questo non ci si può fare nulla. L'importante é come si vive non quanto. La qualità di vita là si ottiene se intorno a noi ci sono le giuste persone che colmano la nostra esistenza e, si spera, avere al proprio fianco una persona che si ama e corrisponda tale sentimento unico fra tutti. Mi sdraio sul letto e sono sereno, ho praticamente tutto, amore incluso. Mi guardo allo specchio e comincio a vedere i primi capelli brizzolati e sopra ne comincia a comparire qualcuno. Mi dico da quando ero più giovane la solita frase di sempre: forza e coraggio che la vita va avanti!!! Poi, quando meno me lo aspettavo, compare la famigerata merda sotto le scarpe come metafora della vita. In questo caso sono tutti quei dolori che ho lasciato perdere,m he non ho mai controllato e sottovalutato; messi insieme si trasformano in dannazione. Sembra un'esagerazione ma non lo é; per farla breve mi hanno detto che qualunque cosa io faccia, ovunque mi vada ad operare, il risultato nel tempo sarà sempre lo stesso. Perderò l'uso delle gambe.
  Basta uno sforzo sbagliato e la schiena crederà, anche e femori inclusi. Come un effetto domino creato nel tempo da quando ero ragazzo la mia schiena sta cedendo completamente. Sinceramente non ne ho molta paura, si, ne avevo quando ero più giovane, mi diagnosticarono della debolezza ai muscoli delle gambe e al sistema nervoso. Feci palestra e mi sforzai per riuscire a camminare. Sognavo spesso di perdere le gambe, di averle talmente pesanti da non riuscire più a camminare, la cosa assurda é che ogni tanto accadeva realmente di non riuscirle più a muoverle ma dopo alcune ore riuscivo a riprenderne l'uso. Ora ho imparato a conviverci e non ne ho più paura, quando il neurochirurgo mi ha detto pochi giorni fa che non sarei più riuscito a camminare come controbattuta risposi, di certo sarò sempre più veloce dei bipedi, soprattutto in discesa. Sorrise ma capì che ognuno di noi esorcizza il proprio incubo con i mezzi che si ha ed io non sono da meno. Parlando seriamente mi disse quando guardò la mia risonanza magnetica dal centro della schiena sino al bacino e mi disse che non aveva mai visto la schiena così conciata di un uomo di quarantacinque anni che sembra quella di uno di sessant'anni. Non sapeva cosa dirmi tranne che non dovevo farmi illusioni; basta un movimento sbagliato, un peso sollevato eccessivo e tutto cede. Non ci sono operazioni particolari che mi possano aiutare, almeno per ora. Chissà, magari in un breve futuro tutto cambierà ma per ora devo semplicemente cambiare tenore di vita, riposarmi di più e cercare di non fare troppi sforzi. Ciò che preoccupa di più il neurochirurgo sta nel fatto che che sto perdendo forza nelle braccia, sono più deboli e cominciano a tremare, non solo, anche la memoria si sta sempre più affievolendo. Ho dimenticato molte cose del mio passato. Anni dimenticati in tutti i sensi. Questo mi preoccupa abbastanza ma non ci posso per ora fare nulla. Si sopporta, si evita di cadere in depressione e di andare avanti.
  Vi dirò una cosa semplice per quanto stupida per molti; ho scritto questo breve libro tanto per riflettere di ciò che mi é accaduto e che un giorno spero si possa per lo meno bloccare. Sono stanco ma non mi fermo. Non mi interessa essere additato con pena o essere compatito, la vita va avanti con o senza di me. Così é è sempre sarà. Che ci crediate o meno questo libro serve semplicemente per me, per "ricordare" che anche se ho fatto molto per gli altri, anche se ancora oggi provo a far altro, tutto avrà un termine. Dopo di me, per meglio dire, dopo che io non ci sarò più o che perderò la mente, non ci sarà nessuno che prenderà il mio posto nello scrivere altri racconti. Ne ho molti così quante siano le poesie ma non ci si può fare nulla. Sono morti diversi scrittori, migliori, più bravi e anche loro la pensavano così ma nessuno é immortale. Verrò dimenticato come giusto che sia. Qui, nel virtuale così come nel mondo fisico. Gli amici più cari per quanto potranno soffrire a vedermi come sono ora impareranno a guardarmi, spero, come sempre. I conoscenti faranno sempre le solite domande fino al giorno in cui io per logica o mi perderò in me o altro. Come può essere che magari troveranno un modo per arrestare il tutto o meglio.
  In ogni caso io sino ad allora continuerò a scrivere. A provare di creare emozioni.
  Queste ultime righe le dedico alla mia metà. Al mio dolce amore. Mi sta vedendo soffrire. Una notte eravamo sdraiati l'uno di fronte all'altro, mi guardò negli occhi poi comincio a piangere accarezzando il mio viso: "perché questo a te...". Non poteva accettare che io stessi male. É ancora preoccupata per me anche se non le dico nulla lei comprende lo stesso che sto peggiorando. Che la memoria svanisca. Io in parte sorrido perché, non importa quanto dimenticherò, non importa che non riuscirò a camminare o altro, spero almeno di non dimenticare lei e per ora ciò non accade. Per me é come il primo giorno che le dissi ti amo e sempre sarà così. Grazie amor mio per tutto ciò che stai facendo. Sto intraprendendo un nuovo viaggio, con mille e più difficoltà ma ora non viaggerò più solo. Ho te che sei la mia alba, il mio tramonto. L'oceano infinito da vedere e il vento che spinge le mie vele. Anche se persino i miei superiori mi stanno voltando le spalle, praticamente mi stanno dicendo che non servo più a nulla, almeno posso e potrò dire che ho qualcosa che il loro denaro non potrà mai comprare; l'immortalità nel cuore di chi mi rispetta e in colei che sempre mi ama anche come sono e sarò.

Il mio viaggio - Pensieri e riflessioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora