3-Decisione

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"Nessuno stupido si avvicina al fuoco dopo che ha capito che scotta.
Nessuno, tranne chi ha un motivo valido per scottarsi."
Einstein

Yurika si rilassò vedendo le porte della città in lontananza. Era contenta di essere riuscita a tornare in quel posto che chiamava casa. Certo non era mai riuscita a percepire il calore di una vera casa, ma quanto meno poteva essere certa che all'interno di quelle mura sarebbe stata al sicuro. Al sicuro dalla morte per mano di un vampiro, perché la sua famiglia, all'occorrenza, poteva diventare veramente spietata. Questo le faceva pensare alla sorella Mahiru. "Yurika, io pensavo di andare a fare rapporto." Le disse Shinya. La ragazza si riprese dai suoi pensieri fissando il fratello contrarita. "No, tu devi farti curare." Shinya provò a protestare, ma lei lo bloccò prima. "Niente ma, Shinya. Vado io. Quando avrai finito e se proprio ci tieni tanto potrai passare anche te." "Dai Shinya, non mi dire che non vedi l'ora di vedere Kureto o, peggio, Tenri?" Sentenziò una voce maschile. Shinya sospirò. "No, in effetti..." Anche Yurika sorrise. Guren osservò la ragazza. "Non avevo mai fatto caso a quanto fossero lunghi i tuoi capelli." Commentò. "E ti stanno anche bene." Aggiunse il colonnello Goshi. Li osservò entrambi confusa, poi si incamminò verso il quartier generale chiedendosi se le sarebbe effettivamente toccato vedere il padre. Sospirò. Fortunatamente la missione si era conclusa abbastanza bene. C'erano dei feriti, non gravi e avevano ripreso la città. L'unico problema restava il vampiro nobile. Si era comportato in maniera bizzarra, soprattutto se ripensava al fatto che le aveva sciolto i capelli e alle parole che le aveva detto. Le faceva un po' paura, ma forse era una reazione normale.

Giunta a destinazione bussò e attese. "Avanti." Yurika si morse il labbro. Era la voce del padre. Prese un profondo respiro ed entrò. "Buongiorno, sono venuta a fare rapporto." Tenri la fissava a occhi sbarrati. Anche Kureto, seduto alla scrivania, la osservava un po' stranito. Tenri si riprese subito, ma non riuscì ad abbandonare lo sguardo sprezzante che aveva per la figlia, ma lei non si rese conto. "Com'è andata la missione?" Chiese Kureto con fare sbrigativo. "Bene." "E che cosa vorrebbe dire?" Chiese Tenri irritato. "Siamo riusciti a liberare la città...però abbiamo avuto un problema." Sussurrò con un filo di voce. "Che genere di problema?" Le chiese il fratello preoccupato. "Un nobile...piuttosto forte." Entrambi gli uomini parvero sorpresi. "Che strano..." Sussurrò Kureto. Tenri lanciò un'occhiata al figlio. "Non sembra che le tue informazioni fossero veritiere." Kureto sollevò lo sguardo su di lui. "Non è colpa mia se un nobile decide di far visita a una città. Però com'è andata? Ci sono state delle perdite?" Yurika rabbrividì e, involontariamente, si passò la mano sul braccio destro. "No, solo feriti." "Quindi l'avete ucciso? Conplimenti." La ragazza puntò lo sguardo sulle sue mani. "Non l'abbiamo ucciso." Tenri si incupì. "Cosa vuol dire?" "Quello che ho detto." L'uomo la fissò. "Siete scappati? Insomma, come avete fatto..." "È andato via..." E sollevò lo sguardo incontrando quello del padre. "Ferid Bathory." Aggiunse. Tenri strinse gli occhi. "Come, scusa?" "Il vampiro nobile si chiamava Ferid Bathory." "Ti sei messa a fare conversazione al posto di combattere? Stavi cercando di divertirti, eh?" L'uomo aveva iniziato a urlare. "Non è colpa mia se..." Yurika provò, invano, a difendersi. "Vi siete per caso dati appuntamento?" "Padre, che cosa..." Anche Kureto provò a calmare l'uomo. "E non ti sembrano un po' lunghi quei capelli, non sarebbe il caso di tagliarli? Ma no, usiamoli per sedurre il primo vampiro che passa!" Yurika lo guardò disorientata e ferita. Sedurre? Lei? Un vampiro? Come poteva anche solo pensare una cosa del genere? "Io ho finito." Si alzò e, senza aspettare una risposta uscì, diretta in ospedale.

Si ricordò di tutte le volte che Kurena aveva inutilmente tentato di possederla in situazioni simili. Aveva rinunciato da un pezzo; infatti, seppur le litigate col padre la facessero star male, c'era una parte di lei che riusciva a resistere e che cercava di avere la meglio. In parte sembrava essere riuscita a seppellire quella parte di lei che, come una bambina, si aspettava di vedere cambiare il padre, ovvero una cosa impossibile che non sarebbe mai potuta accedere.

Raggiunse l'edificio e cercò i suoi compagni di missione. Passando accanto a una porta aperta intravide Guren. "Ehi, Yurika!" "Ciao, Guren. Come va?" Lui sbuffò. "Dicono che devo starmene qua per un giorno, per sicurezza." "Mi dispiace." "Perché? Sono cose che capitano quando si combatte contro quei mostri. Nel nostro mondo bisogna essere pronti a qualunque cosa." Yurika non amava fare certi discorsi. "Come stanno gli altri?" Chiese cercando di cambiare argomento. "Loro sono stati dimessi subito. Non avevano quasi niente..." Calò un silenzio imbarazzato tra i due. Yurika si sedette accanto all'uomo. "Cos'è successo prima che arrivassi io?" "Niente di che, osservavo le pareti." La ragazza sorrise. "Non intendevo adesso." Guren la osservò per un attimo. "Cosa vuoi sapere?" "Com'è andata... Voglio dire. Voi eravate in quattro e tu... insomma ti stava per uccidere..." "Ero anche alla seconda pasticca..." "E poi ti lamenti perché sei qua." Ma più che altro era sorpresa, lei non avrebbe mai avuto il coraggio di rischiare così tanto, forse non aveva la sua determinazione. "Comunque, avevamo appena finito un gruppo di vampiri. Poi è spuntato lui. Shigure e Sayuri sono state disarcionate quasi subito, ha fatto volare Shinya da qualche parte e poi si è dedicato a me. Con me ha addirittura aspettato l'effetto della pasticca. Poco dopo mi sono ritrovato a terra, finché non sei arrivata tu. Il resto lo conosci. A proposito, hai avuto la fortuna di incontrare tuo padre?" "A quanto pare si, comunque..." "Tenente colonnello, cos'è questa storia?" I due furono interrotti dall'ingresso di un ragazzino dai capelli corvini. "Kureto ha ragione, dovresti occuparti anche della loro disciplina." "Non ti ci mettere anche tu." "Guren come faremo ad allenarci se..." "Yuu, nel caso non ti fossi accorto..." "Tranquillo Guren. Me ne stavo giusto andando." "Aspetta, Yurika. Dovresti interessarti di più agli angeli, sai?" Il ragazzo lo guardò confuso, lei invece capì subito di cosa stesse parlando. Il "Seraph of the end" . "Non ho mai amato molto quelle creature." Rispose seccata. "Dovresti farlo invece, potrebbero riservare delle sorprese." Il ragazzo continuava a guardarli con confusione. "Lascia che ti presenti. Lui è Yuuichiro Hyakuya. Yuu, lei è Yurika Hiiragi." Osservò brevemente il ragazzo e poi fissò l'uomo con odio, prima di andarsene senza dire nulla. Yuuichiro guardò Guren confuso. "Non farci caso, è fatta così." E sospirò.

Yurika correva verso la sua stanza. Quel gioco di parole di Guren l'aveva particolarmente irritata e spaventata. Sembrava che sapesse cosa stesse facendo. Eppure, no. Si stava facendo prendere dalla paranoia. Non poteva conoscere i suoi obbiettivi.

Giunta in camera sua si tolse l'odiata divisa e gli stivali, restando in camicia. Rimase a fissarsi davanti allo specchio. "E così dovrei pure interessarmi agli angeli." "Forse potrebbe risultare veramente interessante." La voce di Kurena risuonò nella sua mente. Yurika si sedette sul letto. "Il punto è che non capisco perché me l'abbia detto. Che bisogno c'era?" "Forse ha semplicemente interpretato male i tuoi interessi." La ragazza meditò un attimo. "Sì, credo che tu abbia ragione. E poi...bé, tentar non nuoce. Forse questa ricerca potrebbe essermi utile." Andò verso l'armadio e prese la cartelletta contenente i suoi appunti. "Conosco a memoria il procedimento che porta alla creazione di un'arma demoniaca. Credo che se voglio avere qualche possibilità per aiutarti veramente devo concentrarmi sulla spada e sulla maledizione. Ultimamente stavo anche pensando a un'altra cosa, sai?" La figura del demone comparve al suo fianco. "A cosa di preciso?" Yurika fissò il foglio sul tavolo. "Un vampiro diventa un demone quando non può più sopportare la sete, dopo giorni che non beve sangue e si dissolve. Diventando un demone." "Me lo ricordo benissimo, Yurika, non c'è bisogno..." "Invece sì. È una cosa piuttosto importante. Perché, nel caso che tu riuscissi a recuperare il tuo corpo ci ritroveremmo a dover affrontare due problematiche piuttosto serie. Potresti impazzire per la sete di sangue e...molto probabilmente attaccare me, visto che sarò la persona più vicina a te, ma, proprio per questa cosa, ho paura che se agissimo male potresti perdere l'occasione." "Parli come se sapessi già come..." "Praticamente sì, ma ho un altro problema oltre a questi. Dominare la maledizione." Kurena sparì. "Ti abbasserai al loro livello?" "Ho altra scelta?" Mormorò la ragazza. Ripensò al ragazzo che si era presentato nella stanza di Guren. Yuuichiro Hyakuya. Ora che ci pensava bene quel nome non le era nuovo. Almeno due persone avevano fatto quel nome. La prima era la sorella Shinoa... sì era stata incaricata di sorvegliarlo a scuola, mentre la seconda persona era Guren...mentre parlava del "Seraph of the end", poi di colpo ricordò quello che le aveva detto qualche giorno prima. Aveva tre ragazzi che erano riusciti a superare l'esame per l'arma e voleva creare con loro una squadra comandata da Shinoa. "Che strana coincidenza...sì, mi sa che domani inizierò ad approfondire le mie conoscenze sugli angeli." "Magari tuo fratello apprezzerà questo tuo interesse." Intervenne nuovamente il demone. "Forse...potrei dirgli che vorrei rendermi utile e che per farlo ho bisogno di sapere che cosa sta tramando, ma credo che sia meglio andarci con calma."

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