Capitolo II

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La giornata è iniziata veramente male. Keith che mi sveglia mentre sogno di fare sesso con il bel principe delle tenebre dagli occhi di ghiaccio e labbra infuocate della festa, la doccia che da calda è diventata ghiaccia tutta di colpo, i vestiti di Sarah per quanto eleganti mi fanno sembrare una cretina, la metro in ritardo di più di 30 minuti, piove ed io sono senza ombrello oltre ad essere in perfetto ritardo. Risultato: corro tra le persone come una pazza senza ombrello sotto la pioggia e per non accumulare ulteriore ritardo tolgo le scarpe. Arrivo all'indirizzo datomi da Sarah, sulle porte a vetri campeggia la scritta Willson's Lawyer. Il portiere dell'edificio mi apre la porta e sorridendomi mi saluta augurandomi una buona giornata.

Entro resto basita dall'eleganza di questo edificio. Ai lati della porta vi noto due colonne circolari di marmo bianco che sembrano sorreggere tutta la struttura superiore, a lato di una di esse ci sono dei tavolini bassi di vetro circondati da poltroncine nero opaco e per finire al centro una scrivania semicircolare con tre computer posti l'uno accanto all'altro e dietro di essi tre giovani donne che mi guardano dall'alto in basso con aria schifata. Ottima prima impressione.
«Mi scusi, signorina, ha bisogno di un aiuto?» la voce non proviene da nessuna delle tre e quando vedo la rossa tutta gambe avvicinarsi a me rimango senza parole. Sembra una modella, in realtà sembrano tutte delle modelle, ma lei ha qualcosa di particolare, forse è l'eleganza e la sensualità con cui porta un casto tailleur a renderla così affascinante oppure sono le labbra piene accentuate da un velo di rossetto, oppure la carenza di sesso mi fa venire voglia di fare sesso con chiunque. Era l'ipotesi più credibile.«Ho un colloquio e sono in ritardo.» mi soppesa con lo sguardo da cima a fondo ma era brava a non mostrare segni di ribrezzo. Ero come una mosca bianca in quel luogo.
«Se mi comunica il nome controllo immediatamente»
«Alexis Cooper» mentre controlla sul computer mi guardo attorno pensando che sarebbe davvero eccitante poter lavorare in uno studio del genere. Sentivo profumo di soldi stuzzicarmi le narici. Amavo i soldi e amavo il lusso ma non avevo mai avuto ne uno ne l'altro.
«Il Signor Willson la stava aspettando 30 minuti fa.»
«Mi rendo conto del ritardo ma non è stata colpa mia. Non può chiamare e informare che sono arrivata?» la vedo sbuffare infastidita. Quindi anche lei è umana, col sorriso stampato in viso da quando sono arrivata pensavo fosse un robot senza emozioni o sentimenti invece ha perfino sbuffato e non intende chiamare.
«Senta Signorina tutta gambe, stiamo perdendo tempo entrambe, sicuramente lei ha meglio da fare che stare qui in mia compagnia, quindi o informa questo fantomatico Signor Willson o sarò costretta a cercarlo da sola in tutti gli uffici qui presenti. Che vuole fare?» la pazienza non era il mio forte, ero bagnata da capo a piedi, con l'acconciatura ormai demolita e il trucco sbavato e meno male era waterproof, i vestiti erano incollati alla pelle e stavo morendo di freddo. No, non avevo voglia di perdere tempo.
Mi guarda torvo ma appena la vedo aprire bocca qualcuno dietro di me l'anticipa.
«Terzo piano, ultima stanza infondo al corridoio.» mi volto e noto un giovane uomo osservarmi accigliato.
«La ringrazio.»
«Non lo prenda come un gesto di gentilezza, semplicemente averla in mezzo all'ingresso tutta bagnata non è un bello spettacolo. Quindi si muova e si levi di torno.» ma vedi lo stronzo.
«Seduce con la stronzaggine le donne?» su Alexis non puoi litigare davanti ad altre persone con un perfetto sconosciuto, la mia coscienza cerca di farmi ragionare ma sono furibonda oltre alla giornata iniziata male e alla rossa tutta gambe che mi aveva appena trattato come un insetto ci mancavo solo questo idiota. Eh no, non potevo sopportare, avevo voglia di litigare.
«Seduco con molto altro le donne, lei invece è sempre così bagnata in presenza di un uomo?» mi spiace stronzetto, ma non mi scandalizzo per qualche battutina a sfondo sessuale.
«Dipende dall'uomo in questione. Chissà se lei ha mai visto una donna davvero bagnata.» tutto tace attorno a noi. Mi guarda con aria di sfida, non te lo aspettavi bel fusto vero?
«Oh si, ne ho viste molte, più di quelle che immagina. Vuole essere la prossima?» incrocia la braccia al petto.
Rido, rido forte e di gusto «Mi spiace ma vado sono con gli uomini non con i ragazzini.»
Resta di sasso ed io godo, godo da impazzire. 1-0 per Alexis.
«Beh perché gli uomini pagano meglio?» lo incenerisco con lo sguardo. Mi ha seriamente dato della puttana? Non ribatto, resto ferma, lo guardo dritto negli occhi, prendo la scarpa che tengo tra le mani da quando sono entrata e gliela tiro in testa prendendolo in pieno in mezzo alla fronte. Inveisce contro di me, e la rossa tutta gambe si precipita da lui, manco gli avessi tirato in coltello.
Questo teatrino mi stanca e decido di salire al terzo piano. Arrivo e vado dritta nell'ufficio del Signor Willson.
L'uomo sulla cinquantina o forse pù solleva la testa dalla tastiera del computer e mi osserva interrogativo. Nonostante non sia nel fiore degli anni ha davvero molto fascino, capelli brizzolati, sguardo attento e occhi verde smeraldo.
«Sono Alexis Cooper, le chiedo scusa per il ritardo ma la metro ha avuto un guasto.»
«E ha dovuto ripararlo lei?» si appoggia allo schienale della sedia incrociando le braccia.
«No, perché in questo caso sarei arrivata prima.» ride. Almeno l'ho messo di buon umore.
«Credo l'abbia già informata Sarah di che tipo di persona cerco come assistente.»
«Sotto i 30 anni, senza figli, con voglia di lavorare e possibilità di spostarsi. Si, so tutto.»
«Perfetto. Ha lavorato ancora come assistente per un avvocato?»
«No mai. Ho lavorato come segretaria presso uno studio dentistico.»
«Non è esattamente la stessa cosa però..» non termina la frase perché sentiamo la porta dell'ufficio aprirsi di colpo. Mi volto e vedo lo stesso stronzo di poco fa con in mano la mia scarpa e un bernoccolo in fronte.
«Ethan, che diavolo stai facendo?»
Non risponde al Signor Willson perchè è troppo intendo ad incenerirmi con lo sguardo. «Tu, piccola serpe biforcuta, guarda che hai combinato?» indica il bernoccolo col dito, come se non l'avessi notato. Rido e faccio spallucce. «Non serve che punti il dito, si nota benissimo. E se tu non mi avessi dato della puttana io non ti avrei tirato la scarpe in fronte.»
«Hai detto che non sono in grado di eccitare una donna, hai avuto dubbi sulla mia mascolinità ed è una cosa che non tollero.»
«Mi hai trattato come una mosca da schiacciare all'ingresso, mi hai detto di levarmi di torno.» il tono della voce si stava alzando per entrambi e avremmo continuato a discutere se non fosse intervenuto il Signor Willson.
«Smettetela entrambi. Ethan esci e lei Signorina Cooper si sieda.»
«Mi scusi» le mie guance iniziano a prendere colore per l'imbarazzo e come faccio ciò che ha detto. Mi siede sulla poltroncina davanti alla sua scrivania mentre quella testa di cazzo esce dalla porta non prima di avermi guardato torvo.
«Conosce Ethan?»
«Certo che no, abbiamo avuto un battibecco poco fa.»
«Come lo trova?»
«In che senso?» deve essere impazzito di colpo per farmi domande simili.
«Lo trova affascinante?»
«Lo ritengo un fottuto figlio di puttana, arrogante e viziato, servito e riverito da tutti.» se la prima impressione è quella che conta quel Ethan non mi piaceva affatto.
«Perfetto.» lo vedo sfregarsi le mani con aria sognante. Mi ricorda una mosca.
«Come scusi?»
«Ho un altra mansione per lei.»
«Quale?»
«Dovrà fare la baby sitter a Ethan, mio figlio, per 2 mesi.» lo guardo sorpresa. Mi prende in giro forse? Mi guardo attorno cercando una telecamera nascosta, deve essere uno scherzo.
«Per quale motivo?»
«Faccia in modo che tenga l'uccello nei pantaloni per due mesi o che lo adoperi solo con la sua futura moglie.»
La porta si apre di colpo e vediamo Ethan fare capolino dentro l'ufficio.
«Padre, che diavolo ti salta in testa?» era veramente furente.
«Signorina Cooper se accetta tra due mesi il suo conto in banca avrà 50 mila sterline in più.» resto a bocca aperta. 50 mila sterline. Sono tantissimi soldi ed io amo i soldi.
Sto per stringere la mano al Signor Willson quando vengo bloccata per la vita da Ethan.
«Non accettare. Te ne do il doppio se rifiuti.»
Mi volto, e lo vedo in viso. Mascella rigida, occhi fissi sul padre, respiro irregolare sul mio collo che per giunta mi infastidisce.
«Ti da fastidio Ethan?»
Mi guarda. Cazzo che occhi che si ritrova questo stronzo.
«Da morire.» sorrido dolcemente e per un attimo vedo il suo viso rilassarsi. Non ti illudere bambino, mi hai dato della puttana ed io non perdono facilmente.
«Signor Willson accetto.» mi lascia e lo sento imprecare. Si scosta da me.
«Ti farò passare due mesi di puro inferno Alexis.» mi spiace bimbo ma io all'inferno ci sono nata.

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